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Polonia, prima potenza militare Ue, vuole ancora più armi e più soldati. Le inquietanti milizie armate

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22/03/2023

da Remo Contro

Remocontro

 

Da quando l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, il governo polacco ha iniziato una vera e propria corsa al riarmo «mai vista dalla fine della Guerra fredda», annota Costanza Spocci sul Post, «con l’obiettivo di avere l’esercito di terra più grande di tutta l’Unione Europea». E ha invitato i civili a diventare soldati ‘part-time’, arruolati in brigate di paramilitari chiamate ‘Forze di difesa territoriale’. L’obiettivo finale, essere così potente da un punto di vista militare da dissuadere la Russia dall’attaccare la Polonia, come ha fatto in Ucraina. Salvo, al contrario, diventare in tal modo il bersaglio numero uno, osserva qualche oppositore al governo di Varsavia.

Polonia Superpotenza

Il primo ministro polacco Morawiecki: «Dobbiamo essere così potenti da non dover nemmeno arrivare a combattere». Secondo analisti e testate indipendenti, Morawiecki e il suo partito populista e bigotto al potere (PiS), starebbero però usando la ‘militarizzazione della società’ per perseguire subito un altro obiettivo: «recuperare i consensi in calo in vista delle elezioni legislative di fine anno». «La maggioranza guidata dal PiS ha detto di voler più che raddoppiare le dimensioni delle forze armate nazionali e incrementare la spesa militare dal 2,2 per cento dell’anno scorso al 4 per cento del PIL per il 2023».

Varsavia raddoppia

Mel 2006 la NATO aveva stabilito che tutti gli stati dell’alleanza avrebbero dovuto spendere almeno il 2 per cento del loro PIL per garantire una difesa comune. Alcuni paesi –Italia tra i molti-, però hanno sempre considerato questa soglia troppo ambiziosa. Lo scorso anno solo 9 su 30 Paesi Nato l’avevano raggiunta col delegato Usa alla segreteria, Jens Stoltenberg, a insistere, sostenuto da Polonia e paesi baltici.

Polonia improvvisamente ricca?

Mel 2022 la Polonia ha firmato un accordo da 4,9 miliardi di euro con gli Stati Uniti per l’acquisto di 250 carri armati Abrams. Il loro acquisto ha consentito di inviare i vecchi carri armati in Ucraina come aiuti militari per combattere la Russia. A inizio anno, altro accordo sempre Usa da 1,3 miliardi di euro per la consegna di altri 116 Abrams.

Morawiecki compro tutto

La Polonia ha fatto altri acquisti in Corea del Sud e in Italia. In Corea, armi per un valore compreso tra 9 e 11 miliardi di euro, che includono 180 carri armati K2 Black Panther, 200 obici semoventi (una via di mezzo tra un carrarmato e un cannone), 48 aerei da attacco leggero e 218 lanciarazzi Chunmoo. In Italia la Polonia ha ordinato elicotteri per 1,7 miliardi di euro a Leonardo-Finmeccanica.

Chiamata alle armi

Oltre all’acquisto di armi e all’aumento delle spese militari, il ministero della Difesa polacco ha detto di voler aumentare i suoi soldati a 300mila unità entro il 2035, un obiettivo che secondo Wojciech Przybylski, analista del think tank Visegrad Insight, «a giudicare dai piani e dai ritmi di reclutamento la Polonia è sulla buona strada per raggiungere». Oggi l’esercito polacco ha circa 150mila persone in divisa. 30mila sono delle Forze di difesa territoriale, una sorta di ‘milizia armata di sicurezza interna’, più politica che combattente.

Milizie paramilitari sospette

Le FDT sono organizzate in unità regionali e locali in tutta la Polonia. Chiunque sia maggiorenne può arruolarsi per un addestramento di sedici giorni condotto da militari professionisti che insegnano come usare armi automatiche, lanciarazzi e bombe. Al termine del programma, i volontari devono superare esami: pattugliamenti nel bosco, combattimenti corpo a corpo e imboscate e tattiche per difendere le aree urbane da attacchi con armi convenzionali.

Corpo armato molto politicizzato

Fino al 2016 i gruppi paramilitari in Polonia erano circa cento: tutti di stampo ultra-nazionalista, come l’Associazione dei fucilieri di Strzelec, o peggio. Il ‘Campo radicale nazionale’ (noto in polacco come ONR), ad esempio, apertamente neofascista. I gruppi e i movimenti ultranazionalisti polacchi sono diventati sempre più numerosi e forti negli ultimi anni. Ne sono state testimoni le marce dell’11 novembre, la giornata della festa nazionale della Polonia, in cui hanno iniziato a sfilare moltissime di queste formazioni, criticate a livello internazionale per i ripetuti slogan anti semiti e di stampo neonazista.

‘Cooptazione’, chi inquina chi

«Con la creazione delle FDT, il ministero della Difesa ha messo in atto un processo di cooptazione e controllo di alcuni di questi gruppi, inglobandone i suoi membri. Nelle fasi iniziali di formazione però, alcuni membri di ONR hanno partecipato alle esercitazioni ufficiali delle FDT, mostrando qualche falla nel sistema e nelle sue capacità di contrastare l’arruolamento di elementi radicali», denuncia Costanza Spocci.

Political Capital Institute

Uno studio del think tank ungherese Political Capital Institute, specializzato sugli estremismi di destra in Europa orientale, denuncia la potenziale minaccia «perché potrebbero indottrinare altri soldati nelle loro unità». E nel caso specifico di ONR si è aggiunta la minaccia di ‘infiltrazione russa’, visto che questo gruppo ha sostenuto il riconoscimento dell’autonomia delle repubbliche separatiste ucraina di Donetsk e Luhansk.

Gli arruolati fantasma

Non è possibile verificare in maniera indipendente quante persone si siano arruolate nelle FDT dal febbraio del 2022. Piotr Celej, 36 anni, portavoce della 18° brigata delle Forze di difesa territoriale, sostiene che «i reclutamenti sono aumentati del 200 per cento». Tutti ad addestrarsi a Wesoła, il campo militare più grande d’Europa, che si trova in mezzo ai boschi a quaranta minuti di macchina da Varsavia.

La paga del soldato

Lo stato dà una paga base per ogni volontario di 456 zloty al mese (circa 100 euro), a cui aggiungono 130 zloty per ogni giorno passato in addestramento (poco meno di 28 euro). Una volta che il volontario entra nella brigata, va al campo di addestramento solo il fine settimana e riceve 1.505 zloty al mese, meno della metà di un salario minimo polacco, che è di 3.600 zloty. Per i giorni di addestramento in cui i volontari devono mancare dal loro lavoro da civili sono previsti permessi speciali e compensi.

Difesa della capitale

La 18° brigata è nata ad agosto del 2022 e con i suoi 600 volontari deve ‘garantire la protezione della capitale’, senza dire contro chi. «Siamo in contatto costante con la 12° brigata delle Forze di difesa territoriale ucraine, che protegge Kiev», dice il comandante della 18° brigata, il colonnello Marek Pietrzak, che vorrebbe enfatizzare quella che lui ritiene essere l’utilità delle FDT, citando l’Ucraina come esempio.

Ritorno al servizio militare obbligatorio

Prima della guerra i volontari delle FDT venivano percepiti dalla società polacca come un manipolo di esaltati, ricorda l’analista Przybylski, ma da febbraio del 2022 tutto è cambiato: «C’è un consenso generale ora sulla necessità di Forze di difesa territoriale». Inoltre, sostiene Przybylski, questi arruolamenti potrebbero aprire la strada alla reintroduzione del servizio militare obbligatorio (terminato negli anni Novanta con il crollo dell’URSS) di cui si sta già parlando negli ambienti militari.

Un sondaggio condotto a maggio del 2022 dal Centro di ricerca polacco sull’opinione pubblica aveva rilevato come il 54 per cento degli intervistati fosse favorevole al ripristino del servizio militare obbligatorio.

Costi militari e incubo Russia

A fronte di una spesa militare di 524 miliardi di zloty (112 miliardi di euro) prevista dal governo entro il 2035, alcuni giornalisti polacchi hanno chiesto al ministro della Difesa Mariusz Błaszczak se un ritmo così sostenuto di riarmo non comportasse un indebitamento eccessivo per le generazioni future. Błaszczak ha risposto: «Se non investiamo ora nell’esercito polacco, quelli che occuperanno il nostro territorio [i russi, ndr] ci faranno pagare lo stesso, ma lo faremo per finanziare le loro forze di occupazione». La guerra con Mosca già messa nel conto e comunque così raccontata agli elettori.

Polonia integralista

La Polonia è un paese ‘molto polarizzato’ e diviso su diverse questioni: diritto all’aborto, sull’indipendenza dei giudici e sull’accoglienza delle persone migranti, tutti temi che hanno portato a grosse divisioni nella società civile, «oltre che a estese proteste contro una maggioranza di governo sempre più repressiva e illiberale». E oltre alle censure ufficiali Ue.

Il nemico esterno politicamente utile

Con l’inizio della guerra in Ucraina, il governo sembra però essere riuscito a sfruttare la paura diffusa dell’aggressività della Russia ottenendo consensi rispetto alle politiche di aumento delle spese militari e rafforzamento dell’esercito.

Il PiS di Kaczyński-Morawiecki spera così di concentrare il dibattito politico attorno al tema della sicurezza e allontanarlo da altre questioni molto divisive, per garantirsi la vittoria alle elezioni legislative previste per la fine dell’anno.