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Cancellare Gaza

Cancellare Gaza

Mentre scrivo queste poche parole, avvolto in un’angoscia che mi toglie il respiro, i bambini palestinesi camminano sulle macerie della loro storia, sanguinano su quelle macerie, mentre dal cielo, dal mare, dalla terra stanno piovendo bombe. Che intelligenti non sono, sono di vendetta e di devastazione. Cercano Hamas ammazzando indiscriminatamente chiunque.

                                                            

Mentre ospedali, forni, scuole, case vengono abbattute perché potrebbero ospitare terroristi, il mondo trema. Perché è giusto che tremi, che si scuota dal torpore dell’ingiustizia che crea un sistema di catene e di oltraggio, di paure e morte.

Vogliono cancellare Gaza. Lo dicono apertamente ormai, senza neanche un filo di pudore, quasi celebrando il cortocircuito etico e filosofico che sta guidando l’unica democrazia del vicino Oriente alla strage consapevole e crudele di vittime inermi. Perché di questo si tratta, di un aspetto della guerra che cercavamo di cancellare dalla nostra storia, dalla nostra cultura: il massacro di massa di persone disarmate, rinchiuse in enormi prigioni a cielo aperto dalle quali non si può evadere, colpevoli di essere nate nel posto sbagliato.

Le conseguenze le pagheremo tutti per decenni. Le conseguenze della ottusità, delle scelte brutali, della mancanza di giustizia e delle vendette. Una dopo l’altra, incatenando azione a reazione, sangue a sangue, brutalità a brutalità. Pagheremo le conseguenze dell’impossibilità diplomatica, dei distinguo europei di fronte a palesi violazioni del diritto internazionale. Un diritto che sarà impossibile tirare in ballo dopo aver girato la faccia dall’altra parte in questi momenti.

Mentre scrivo penso che forse dovrei mettere in pagina tutti i distinguo doverosi, tutte le retoriche richieste per non essere considerati antisemiti, complici di Hamas, filo-terroristi, anti occidentali, anti americani eccetera. E penso che no, occorre superare il tempo di doversi giustificare per considerare efferata l’efferatezza. Quello che accade a Gaza è pura e semplice efferatezza. La maggior parte delle persone lo sa, la maggior parte del mondo lo sa. Ora e sempre occorre essere dalla parte delle vittime innocenti, degli inermi e di chi soffre.

La mia voce angosciata può solo dire: cessate il fuoco. Per l’amor di Dio, cessate il fuoco.

29/10/2023

da Remocontro

Antonio Cipriani