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Bombe Usa su Gaza, arsenale segreto in Israele e Congresso beffato

Bombe Usa su Gaza, arsenale segreto in Israele e Congresso beffato

La campagna di bombardamento di Gaza, senza precedenti, e le azioni nel Sud Libano e in Cisgiordania, devono essere costantemente alimentate da nuove armi, munizioni ed equipaggiamenti. Un fiume in piena di risorse belliche che da qualche parte dovranno pur arrivare. Sappiamo che i rifornimenti giungono quasi in tempo reale dall’America. Ma non solo.
Israele usa l’arsenale supersegreto americano che nascondevano in casa, e che stava invecchiando. Intanto a Gaza i morti registrati sono arrivati a 21.110

Il Guardian svela e Biden sprofonda

Grande è stato, quindi, lo stupore, quando ieri il britannico Guardian ha pubblicato un report sensazionale, che sbugiarda clamorosamente il Presidente Biden e la sua Amministrazione. Le bombe e tutto il resto, ‘Made in Usa’, salvo gli armamenti tecnologici più sofisticati e recenti, sono stoccati da decenni in depositi supersegreti nel cuore di Israele. Un arsenale del valore di miliardi di dollari, periodicamente rinnovato e aggiornato e che (almeno in teoria) è sotto stretto ed esclusivo controllo del governo degli Stati Uniti. Le bombe di ogni tipo, anche quelle da una tonnellata, che vengono continuamente cedute alle forze armate dello Stato ebraico sono, praticamente, a portata di mano.

Dal produttore al consumatore

Gli israeliani le ritirano a pochi chilometri dalle loro basi, come dire ‘dal produttore al consumatore’. Secondo i funzionari americani, che hanno parlato a condizione di anonimato con i giornalisti del Guardian, un’operazione di questo tipo solleva dubbi di trasparenza e di correttezza istituzionale. E il motivo è presto detto. «Le scorte consentono i trasferimenti accelerati di armi e munizioni alle Forze di difesa israeliane, in un modo che li protegge da una supervisione, sia dell’opinione pubblica che del Congresso». Inganno istituzionale premeditato. Grave. Perché, espressa così, la manovra si presenta come un espediente per aggirare le possibili (e sicure) obiezioni che si potrebbero scatenare in una democrazia contemporanea, quando si discute di spese militari. Specie in tempo di guerra.

Democrazie con sempre più crepe

La presenza degli enormi depositi di armi e munizioni americane in Israele è poco conosciuta. Secondo alcuni analisti, «è un segnale del fatto che Israele, per gli Stati Uniti, più che essere solo un alleato politico, sia in effetti una vera e propria testa di ponte strategica in tutto il Medio Oriente». Si tratterebbe, in effetti, di un vero e proprio Stato-vassallo dal punto di vista militare. Cosa che spiegherebbe i legami, assolutamente blindati, tra i due establishment, anche a fronte di una evidente (o forse solo apparente) anarchia nei comportamenti geopolitici del governo Netanyahu. Israele sarebbe quindi il sito di ‘riserva strategica’ Usa che cuce lo scacchiere mediterraneo con quello che porta alle direttrici del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano. Cioè, per essere chiari, ai due Stretti di vitale importanza in questo momento: Hormuz e Bab-el-Mandeb, via d’accesso al Canale di Suez.

Le bombe per Gaza che esplodono sugli Usa

Certo, l’articolo del Guardian contribuirà ulteriormente a smuovere le acque, già torbide, in seno all’Amministrazione Biden, dove un clima di rivolta per la linea politica ufficiale su Gaza sta emergendo con sempre maggiore evidenza. «È diffusa la preoccupazione che il bombardamento israeliano di Gaza – scrive il Guardian – sia stato indiscriminato. E con oltre 20 mila morti, secondo le autorità locali, gli Stati Uniti si trovano ad affrontare interrogativi sulle quantità e le categorie di bombe che stanno fornendo a Israele e sulla proporzione resa disponibile attraverso le scorte segrete pre-posizionate». Josh Paul, l’alto funzionario del Dipartimento di Stato che, recentemente, si è dimesso per protestare contro la politica ‘guerrafondaia’ di Biden, ha messo in guardia l’opinione pubblica da alcune manovre di ‘elusione’ dei controlli, in materia di armi, tentate dalla Casa Bianca.

‘Ordigni stupidi’, e non solo loro

Sembra incredibile, ma un Presidente Democratico ha proposto di allentare i controlli sulle scorte di armi del Pentagono, eliminando vincoli di spesa e trasferimenti. Libertà, insomma, di armare fino ai denti chi fa comodo a Biden, senza chiedere il permesso del Congresso. Ma sapete qual è stato il vero dramma? Che la maggior parte delle bombe stoccate in Israele, come riporta anche fotograficamente il Guardian, sono ‘ordigni stupidi’, senza alcuna guida laser, del tipo M117. Queste vecchia bombe da smaltire, cedute massicciamente agli israeliani. Non certo per bersagli mirati, ma per colpire nel mucchio.

Che, altrettanto indiscriminatamente, le hanno fatte piovere sulle teste dei palestinesi di Gaza. C’erano pure bombe da una tonnellata, che ammazzavano tutto ciò che si muoveva nel raggio di 300 metri. Domanda: ma come faceva Biden a preoccuparsi dei civili e, contemporaneamente, a rifornire gli israeliani di un simile arsenale degli orrori?

28/12/2023

da Remocontro

Piero Orteca