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Grande fuga dalla guerra in Ucraina e in Russia

Grande fuga dalla guerra in Ucraina e in Russia

Gli ucraini via dal fronte, i russi da Putin’, segnala Avvenire. A due anni dall’inizio della guerra, i due fronti sono accomunati dalla fuga dei giovani: a Kiev sale il malcontento per la nuova mobilitazione di Zelensky, mentre la Russia avrebbe addirittura perso un milione di abitanti, per guerra e dissenso assieme, è il sospetto. Segnali comunque dei disagi interni nei due Paesi in guerra

Arruolamento obbligatorio

Nuovo arruolamento obbligatorio annunciato in Ucraina, e in mille famiglie è il ‘si salvi chi può’. «Cresce, seppur sottovoce, il malcontento per la mobilitazione di 500mila uomini resa nota dal presidente Volodymyr Zelensky per rinvigorire un esercito stanco e per aggiungere ulteriori forze al milione di ucraini già in armi».

Il grande incubo

«È ormai il grande incubo. E ciò che sta facendo aumentare le distanze fra i vertici dello Stato e il grande incubo la gente –sottolinea Avvenire-. Ancora di più dopo il progetto di legge che il governo ha presentato in Parlamento il giorno di Natale e che rivede le regole della coscrizione». Tutti in divisa dai 25 anni, tre mesi di addestramento per i ragazzi dai 18 ai 25 anni, dodici mesi al massimo di permesso per gli studenti. E poi, o al fronte, o scorciatoie burocratiche, corruzione e fuga. Ora la ‘cartolina’, la chiamata al servizio militare arriva per mail e poi le prime visite mediche con un facile ‘abile e arruolato’, quasi comunque.

Quella divisa imposta

L’Ucraina fa i conti da alcuni mesi con lo spettro della divisa imposta, denunciano Giacomo Gambassi e Marta Ottaviani. Si viene fermati da polizia e militari al ristorante, per strada, in fabbrica, ai posti di blocco per consegnare la convocazione al distretto militare. «La mobilitazione è uno dei più seri problemi che gravano sulla nostra economica», sostiene la vice-presidente della Camera di commercio di Kharkiv. «Veniamo privati di risorse umane fondamentali, di specialisti che sono mandati a combattere e non lasciati nelle aziende per risollevare le sorti del Paese».

«Gli uomini restano chiusi in casa per il timore di essere precettati sul posto di lavoro, come spesso succede. Non basta investire sul versante militare se si vuole garantire un futuro all’Ucraina».

La follia dei 500mila

«La soglia dei 500mila è stata fissata per creare nuove unità e fronteggiare le perdite che potremmo subire nel 2024», sostiene il comandante in capo delle forze armate Valery Zaluzhny. Lui che viene ritenuto il critico di Zelensky, apprezzato dall’88% dei connazionali, che ora si presenta come il ‘falco’ del reclutamento di massa. Probabilmente per delega. La sua firma è nell’atto proposto ai deputati. «Lo Stato ha bisogno di uomini e armi per continuare la guerra», rivendica. Per armi e soldi si aspetta l’America, per nuovi soldati si tenta la forza. Con la caccia all’imboscato.

Mentre il governo inciampa cercando di rassicurare sui costi ridotti del mega arruolamento: 500 euro mese per ogni coscritto. Eventuali spese del funerale a carico dello Stato.

Il mito della vittoria

Il mito della vittoria fa meno presa. Soprattutto dopo un anno di sostanziale stasi del fronte che non ha cambiato la geografia bellica disegnata con la controffensiva ucraina dell’autunno 2022: quattro regioni in gran parte occupate, più la Crimea. Nel sondaggio diffuso due giorni fa dalla Fondazione indipendente Kucheriv, la quota di chi crede inequivocabilmente nella vittoria è passata in un anno dal 78% al 63%, anche solo il 5% ne dubita apertamente. Su tutti il peso dei troppo morti, di cui non si conosce alcuna cifra esatta, ma che fanno dire a preti e vescovi che «almeno ogni famiglia è colpita da un lutto».

Diserzione e fuga

«Più di ventimila uomini sono stati fermati mentre tentavano di lasciare il Paese nonostante il divieto di espatrio», ripetono le autorità nazionali, ma i numeri delle migliaia di espatriati clandestini sono segreti, come quelli dei morti. Un fenomeno che il nuovo provvedimento prova ad arginare sospendendo il rinnovo del passaporto. Da qui il nuovo giro di vite, sottolineano Gambassi e Ottaviani: per i disertori è previsto il blocco dei conti correnti, della patente, dell’assistenza statale. «Così si farà il gioco dei più ricchi che potranno salvarsi grazie ai loro patrimoni all’estero», la critica ovvia.

Un milione i russi in meno 

Scappano dalla Russia e sognano l’Occidente. Si stima che oltre un milione di russi abbia lasciato la madrepatria dall’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022. La parte più numerosa è scappata dal Paese dopo il 21 settembre 2022, quando il presidente, Vladimir Putin, ha annunciato la mobilitazione parziale. Ma da quasi due anni Mosca sta vivendo un’emorragia di capitale umano, soprattutto di giovani, per lo più spaventati dall’ipotesi di finire a combattere sulla prima linea del fronte e in parte anche per la ulteriore  deriva di democrazia interna presa dal loro Paese.

L’ex spazio sovietico

La maggior parte ha trovato rifugio nei territori dell’ex Unione sovietica, soprattutto Asia Centrale e Caucaso del sud, dal Kazakhstan alle Georgia. Verso l’Europa, il solo Paese che non pretende il visto è la Serbia. E il Paese balcanico è stato scelto da circa 200mila russi per la loro nuova vita da espatriati, ma con recenti  problemi sulla spinta di Mosca. Anche chi ha scelto la Turchia o quelli nella regione del Golfo, cerca di entrare in Unione Europea, intesa come il blocco occidentale. C’è chi è passato da nord e si è fermato ora in Scandinavia, ora nelle Repubbliche baltiche.

Prime Finlandia, Spagna, poi Germania

La Finlandia ha rilasciato oltre 150mila visto nel 2022. Un vero e proprio esodo di massa, facilitato anche dal lungo confine che condivide con la Russia, che ha preoccupato, e non poco Helsinki e la Nato di cui è entrata a far parte da poco, dopo decenni di neutralità. Al secondo posto, a sorprendere, la Spagna, che nel 2022 ha rilasciato circa 130mila visti. Ad attirare i russi, specie i più facoltosi, c’è il clima caldo e l’atteggiamento generalmente molto accogliente della popolazione. Al terzo posto fra le mete dell’Europa Occidentale c’è la Germania, con oltre 50mila visti rilasciati.

L’isolamento di Mosca

Berlino del dopoguerra storicamente attenta verso la Russia, ma non solo i buoni rapporti diplomatici fra i due Paesi che prima della guerra in Ucraina erano eccellenti. Pesa anche il fatto che, dopo l’inizio del conflitto, Paesi dell’Ue appartenenti all’ex patto di Varsavia, come Polonia o Repubblica Ceca, hanno deciso autonome restrizioni a chi proviene dalla Russia.

Sino a Paesi come la Lettonia o la Bulgaria, che hanno imposto il divieto di ingresso e circolazione ad auto con targa russa. Ma questa è piccola politica nel mezzo di una tragedia epocale che coinvolge popoli e nazioni.

29/12/2023

da Remocontro

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