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I crudeli, gli ipocriti, gli imbecilli

I crudeli, gli ipocriti, gli imbecilli

I crudeli, gli ipocriti e gli imbecilli. Questi i migliori interpreti che abbiamo di una fase storica in cui la disumanità ha preso il sopravvento e in cui avere un dubbio, conservare principi etici, pensare alle ragioni degli altri e al bene comune è roba da perdenti. La cattiveria vince in ogni campo. Declinata secondo le opportunità concesse da quel mare di indifferenza che aiuta gli ipocriti a fingere che va tutto bene, e che “lontano dagli occhi lontano dal cuore” e altre finzioni scenografiche e culturali che rendono ogni efferatezza accettabile, se conveniente.

Poi ci sono gli imbecilli. E sono tanti, troppi, dilagano, prendono per buone le verità della televisione e si schierano come un sol uomo sul fronte delle sciocchezze più inutili, in prima linea per difendere la ferocia che si fa sistema, costi quel che costi, disposti a pagare un prezzo altissimo in cambio della certezza assoluta che se il mondo fa così schifo è perché c’è un nemico da combattere. Che sia di una etnia diversa, che sia lo straniero, il povero, il senza diritti, il disoccupato, il giovanissimo che teme per il proprio futuro e quindi esprime senso critico.

Il crudele, l’ipocrita e l’imbecille in modi diversi dettano la narrazione, da queste parti.

E tutti noi che non siamo crudeli, che manteniamo memoria delle crudeltà del passato, che conosciamo la differenza tra sfruttato e sfruttatore, tra vittima e aguzzino, tra chi schiaccia e chi viene schiacciato, tra esercito occupante e luoghi occupati, tra chi cannoneggia le case e chi scappa atterrito, dobbiamo districarci nella rete assurda degli ipocriti, fatta di indifferenza e conoscenze selezionate da arte per non creare fastidi.

E abbiamo di fronte un mare di imbecilli, ottusi, felici che ci sia chi muore ingiustamente, che festeggiano i manganelli, il razzismo, il genocidio, raggianti per avere finalmente voce in capitolo sulla scena tragica della storia: giornalisti, politici, portavoce del malcontento che si fa stupidità, della rabbia pronta ad essere indirizzata contro le vittime, mai contro chi causa la profonda, lacerante ingiustizia sociale in cui viviamo.

La crudeltà, abbinata a una bella dose di ipocrisia, regna sovrana in un ecosistema in cui l’ignoranza detta le regole.

04/02/2024

da Remocontro

Antonio Cipriani