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Macron in crisi bellicista con l’incubo Russia cerca alleati per fare cosa?

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Politica estera EUROPA- RUSSIA

Se è solo propaganda elettorale per le europee, è irresponsabilità di Stato. Macron parla di guerra con la Russia come se non esistesse la possibile apocalisse nucleare. E ripete in televisione che «tutte le opzioni militari sono sul tavolo». Tra dottor Jekyll e Mister Hyde, la trasformazione di Macron dopo un tempo in cui invitava a «non umiliare la Russia», e ora evoca la «grande fragilità della resistenza ucraina dopo due anni di guerra.

‘Prepariamoci alla guerra’

Emmanuel Macron nella inattesa versione ’Stranamore’, in televisione conferma la svolta nei confronti di Mosca e cerca di spronare gli europei «a un sussulto rispetto a una escalation di cui solo il presidente russo è responsabile». Escalation quale rispetto ad un mese, o a un anno fa, non è chiaro. Perchè la guerra in Ucraina va male e il fronte occidentale di sostegno  non rewgge più? O diversità interne francesi o spinte ‘alleate’, come lascia intendere Mosca? «La Francia trascinata nel conflitto in Ucraina», dichiara Peskov da Mosca, dopo che il presidente francese, smentito in casa e sul fronte Nato, salvo frammenti baltici, rilancia la possibilità di inviare soldati Nato in Ucraina.

Macron Stranamore insiste

«La Russia non può e non deve vincere questa guerra», quella in Ucraina, e lo dice nella veste di capo delle Forze armate nell’unico Paese dell’Ue dotato dell’arma nucleare. «Dobbiamo essere pronti», ed è tono da chiamata alle armi. «Volere la pace non è scegliere la sconfitta» prosegue Macron, ripetendo che «tutte le opzioni militari sono sul tavolo»«Se la Russia dovesse vincere, la vita dei francesi cambierebbe». Anche se esplodesse la guerra nucleare cambierebbe la vita dei francesi, ma non soltanto la loro. E Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti esteri russi -riferisce ANSA-, ha definito «sogni folli e paranoici le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron».

L’Ucraina sull’orlo di una crisi non solo militare

La trasformazione di Macron nel ruolo di ‘falco’ anti Russia coincide con quella che lui stesso denuncia come «la grande fragilità della resistenza ucraina dopo due anni di guerra». Ma non solo. I conti dispari di Parigi con Mosca sul fronte africano rispetto agli ex domini coloniali, ultimo il caso del Niger. Mentre il contesto politico attorno al conflitto indiretto tra Russia e Stati Uniti sta trasformando gli equilibri geopolitici del continente. Con la Francia de la ‘Force de Frappe’ (la forza di dissuasione nucleare), che non disdegnerebbe subentare al comando di Washington impegnato altrove (Medio Oriente, Cina), e segnato dall’incertezza su chi sarà il prossimo comandante in Capo.

‘Formato Weimar’ dopo le notizie Usa

Il leader francese corre a Berlino e parla con Varsavia. Di corsa una ‘riunione formato Weimar’ – Germania, Francia, Polonia – chiede il premier polacco Donald Tusk. Durante il suo recente incontro con Biden, Tusk sarebbe stato informato «dell’enorme allarme che agita l’intelligence americana sulla situazione in Ucraina». Peggio di quanto ci raccontano, mentre l’intelligence Usa, tra verità e malizia, aggiunge una imprecisata volontà di rivalsa russa «in tutta l’area dell’Est Europa». Forse a contestare qualche base Nato malignamente troppo a ridosso dei confini russi. Ma di questo non si è mai colta parola, salvo -adesso- quella non troppo trasparente della Cia.

Chi guida i missili occidentali in uso a Kiev?

Macron a Berlino a convincere Scholz a dare i suoi missili Taurus a Kiev. Le sollecitazioni Usa dopo gli eventi attorno al gasdotto Nord Stream non sono particolarmente apprezzate a Berlino. Ma anche con Macron i rapporti non sono più quelli di un tempo. Con sgarbi anche pesanti dalla Francia sorprendentemente napoleonica. E Scholz con più garbo apparante restituisce. «Nessun Taurus tedesco per non essere costretti a mandare nostri tecnici militari a puntarli: ciò che fanno i britannici e i francesi sul controllo degli obiettivi presi di mira dai loro missili in Ucraina». Clamoroso sputtanamento ad ammonire.

Se il New York Times la pensa come il Papa

Valutazione più nostrana con Massimo Nava, a lungo corrispondente da Parigi per il Corriere della Sera e firma di Remocontro. Articolo del NYT di alcuni giorno fa in prima pagina: «Alti funzionari dell’intelligence hanno avvertito che, senza ulteriori aiuti americani, l’Ucraina rischia di subire continue perdite sul campo di battaglia, poiché la Russia si affida a una rete di fornitori critici di armi e aumenta la fornitura di tecnologia dalla Cina. Difficile immaginare come l’Ucraina sarà in grado di mantenere i progressi estremamente combattuti che ha fatto contro i russi, soprattutto alla luce dell’aumento sostenuto della produzione di munizioni russe e degli acquisti dalla Corea del Nord e dall’Iran».

Certamente, i funzionari americani immaginano un maggior sostegno militare e di conseguenza un prolungamento della guerra nella speranza che l’Ucraina possa resistere per potere negoziare da posizioni meno disastrose, valuta Nava. «Ma la considerazione che la sconfitta di questo passo sarà inevitabile sembra sfuggire a tanti nostri commentatori nostrani». Anche al suo amico francese Macron, salvo che quello di Parigi non sia solo un diversivo per allungare i tempi dei fatti. Anche se con azzardi pericolosi.

16/03/2024

da Remocontro

Ennio Remondino

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