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Ucraina, Montanari: “Putin è fuori controllo, ma sostituirlo è un azzardo”

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È iniziata la missione di pace a Mosca del cardinal Zuppi. Tomaso Montanari, rettore dell’università per gli stranieri di Siena, secondo lei ci sono i presupposti per porre fine al conflitto?
“I presupposti ci sono tutti e non capisco come si faccia a non vederlo. Questa guerra conviene soltanto ai mercanti di armi mentre non conviene né al popolo ucraino né a quello russo. E non credo convenga neanche a Putin visto quant’è successo. Un accordo di pace giusto o almeno accettabile è nella natura delle cose ma sarà comunque un compromesso tra l’aggressore e l’aggredito. Bisogna capire se c’è la volontà di chiudere le ostilità da parte di coloro che si afforntano sul campo come anche di coloro che restano a guardare, mi riferisco soprattutto a Stati Uniti e Cina dai quali dipende la pace non meno da quanto dipenda da Ucraina e Russia”

Come mai l’occidente continua a parlare solo di sanzioni e forniture militari a Kiev ma non di pace?
“Credo che non bisogna farsi illusioni davanti a queste aperture ma non bisogna neanche congelarle e screditarle come viene fatto dai leader occidentali. Penso al profeta Isaia che dice ‘come sono belli i piedi del messaggero che annuncia la pace’ e da cristiano provo grande orrore davanti al Patriarca Kirill che benedice le truppe con le icone sacre e a Biden che si professa cattolico ma che non spende una parola per la pace. A mio avviso stiamo perdendo il senso delle cose. Io credo che ogni apertura sia preziosa, anche se strumentale, e che debba essere presa sul serio così da farla crescere fino a portare a un risultato tangibile. Detto questo da Putin non mi aspetto nulla perché è un tiranno e un despota sanguinario ma mi aspetterei qualcosa dalle democrazie occidentali che a parole dicono di combattere dei valori, il primo dei quali dovrebbe essere la pace, mentre nei fatti fanno altro”.

Ieri la Meloni ha ribadito che continueremo a sostenere l’Ucraina sia militarmente, con l’invio di altre armi, che politicamente, sostenendo il suo ingresso nell’Ue e nella Nato. Come giudica le posizioni del governo?
“Questo governo si muove come si muoveva il governo Draghi, in tal senso non vedo alcuna differenza e questo a mio avviso è un problema, e come tutto il resto dell’occidente. Un atteggiamento che è la negazione di uno dei valori che diciamo di voler tutelare ossia il pluralismo del pensiero occidentale. In questo momento far entrare l’Ucraina nella Nato o nell’Ue, anche solo dirlo, significa esasperare le cose e gettare benzina sul fuoco. Onestamente non credo alla volontà di pace da parte di questo governo che ha fatto ministro della Difesa il lobbista principale del mercato d’armi italiano”.

Intanto continua il dibattito sul tentato golpe di Prigozhin. Secondo lei come ne esce Putin?
“Credo sia davvero molto difficile dare un giudizio netto e sensato. Neanche gli analisti e i servizi segreti occidentali ci stanno riuscendo. Ricordo che Churchill diceva che la Russia è ‘un enigma avvolto in un mistero’ e questo spiega bene la difficoltà nel capire cosa stia succedendo in queste ore. Penso che ci siano delle difficoltà che non derivano dalla mancanza di notizie ma relative alla distanza culturale che c’è tra occidente e Russia. Detto questo e usando i parametri occidentali, a me pare che Putin esca molto indebolito davanti a una colonna di mezzi che si ferma a 200km da Mosca senza riuscire a fermarli o a volerli fermare con l’aviazione. Certo non c’è stato l’assalto al Cremlino ma quanto accaduto è andato in onda in mondovisione. Per giunta vorrei ricordare che la presidenza russa non si fonda su valori democratici e civili ma sull’esercizio della forza”.

Per Biden e Zelensky, ormai lo Zar ha le ore contate. Ma se fosse vero, con il leader del Cremlino spalle al muro non dovremmo temere una reazione veemente?
“Bisogna essere molto chiari e precisi con le parole. In Italia chiunque parli di pace e provi ad avere un pensiero razionale, viene accusato di essere filo-putiniano. Questo è gravissimo e ne parlo con cognizione di causa perché dopo l’ammutinamento della Wagner la mia fotografia è stata inserita in un collage di foto in cui si faceva ironia chiedendo: ‘ora che Putin è in difficoltà, cosa dite?’. Ma hanno sbagliato bersaglio perché io non lo sono. Vorrei ricordare che ho dato una laurea honoris causa a una delle più forte oppositrici di Putin. Con la mia università abbiamo dato spazio e tradotto tutte le voci di dissenso. Inoltre ho sempre detto di Putin tutto il peggio possibile. La realtà è che al vero amico di Putin in Italia abbiamo dedicato i funerali di Stato. Detto questo il problema di Putin, come quello che fu per Gheddafi e Saddam Hussein, è che in astratto il suo abbandono del potere sarebbe un bene per l’umanità ma nessuno può garantire che chi lo sostituirebbe migliorerebbe la situazione. Tra l’altro non è che la guerra l’ha scatenata solo Putin, per il quale ci tengo a ribadire che non ho la benché minima simpatia, ma un intero sistema di cui lui fa parte. L’occidente deve capire che non dobbiamo puntare a rovesciare Putin e se questo è il vero obiettivo di Biden, allora è un disastro sia perché la Russia è una potenza nucleare e sia perché di fatto la guerra non finirà finché Putin sarà al potere”.

29/06/2023

Abbiamo ripreso l'articolo

da La Notizia

di Davide Manlio Ruffolo