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“Per dare un segnale la destra cambi guardasigilli”: l’intervista a De Magistris

“Per dare un segnale la destra cambi guardasigilli”: l’intervista a De Magistris

Parla l'ex pm e fondatore di Unione popolare, Luigi De Magistris: "Per dare un segnale la destra cambi guardasigilli".

Nel giorno delle commemorazioni per le vittime delle stragi di via D’Amelio, dilagano le polemiche. Luigi de Magistris, ex pm e leader di Unione popolare, secondo lei a che punto è la lotta alla mafia?
“Credo che negli ultimi anni nel nostro Paese ci sia un calo evidente e molto forte dell’attenzione e della tensione morale. Del resto la strategia delle mafie, lanciata per prima dalla ‘Ndrangheta e ripresa poi anche da Cosa Nostra dopo le stragi del ‘92 e del ‘93, di mimetizzarsi sempre più nel cuore dell’economia e delle istituzioni, abbandonando la strategia d’attacco, si sia ormai largamente consolidata. Questo da una parte fa apparire all’opinione pubblica le mafie come non più un’emergenza e una priorità, poi invece il livello di inquinamento del tessuto istituzionale, politico ed economico, è sempre maggiore. Me lo lasci dire, a mio parere negli ultimi anni le mafie si sono notevolmente rafforzate, con buona pace di chi sostiene il contrario”.

Dopo le dichiarazioni di Nordio sul concorso esterno, la Meloni, forse temendo contestazioni, ha deciso di recarsi alle celebrazioni ufficiali ma non a quelle serali organizzate dalla destra. Ha fatto bene?
“Ormai da diversi anni gran parte delle istituzioni e dei personaggi politici non hanno accesso a via D’Amelio. Questo perché il popolo delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino e delle associazioni, considerano molti esponenti della politica molto tiepidi nei confronti della lotta alle mafie, indifferenti se non complici e collusi. La Meloni è venuta e ha fatto la visita istituzionale e dopo è andata via perché non c’è feeling con il fronte dell’antimafia sociale. Fratelli d’Italia e le destre hanno al loro interno troppe storie che dimostrano che non c’è la volontà di andare a colpire al cuore le mafie. Basti pensare che il cofondatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo stesso reato che il ministro della Giustizia Carlo Nordio vuole cancellare. Se la Meloni vuole dare un segnale per affermare il suo impegno nella lotta alle mafie, farebbe bene a cambiare il suo guardasigilli”.

Che effetto le fa sentire esponenti di Forza Italia, partito co-fondato da Dell’Utri già condannato in via definitiva per concorso esterno, parlare di lotta alla mafia?
“Intanto la lotta alla mafia più che a parole, la si affronta con i fatti. Fin’ora la storia di Forza Italia, di questa maggioranza e di questo governo, ci dicono altro. Le ricordo che da quando si sono insediati parlano solo di limitare le intercettazioni telefoniche, eliminare l’abuso d’ufficio e il concorso esterno, annichilire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Per non parlare di quanti esponenti della maggioranza hanno pendenze o condanne definitive proprio per concorso esterno, penso a Nicola Cosentino e Giancarlo Pittelli solo per fare due nomi. Si può parlare di tutto ma sentire Forza Italia e i suoi vertici ergersi a baluardo dell’antimafia, francamente non si può sentire”.

20/07/2023

Abbiamo ripreso l'articolo

da La Notizia

di Davide Manlio Ruffolo