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Il Bluff di Meloni sul salario minimo La controproposta di Meloni sul salario minimo: stipendi più alti già a gennaio

Il Bluff di Meloni sul salario minimo La controproposta di Meloni sul salario minimo: stipendi più alti già a gennaio

All'incontro con le opposizioni, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lancerà una controproposta sul salario minimo: ecco quale.

Giorgia Meloni prova a prendere in contropiede le opposizioni. In vista dell’incontro di oggi sul salario minimo, la presidente del Consiglio pensa a una controproposta che possa aprire una discussione con i proponenti della legge che introdurrebbe la soglia minima a 9 euro. 

L’idea di Meloni è semplice: dire no al salario minimo, ma rilanciare su un altro tema. Puntando sull’anticipazione delle tempistiche. Cosa vuol dire? La presidente del Consiglio dovrebbe dire ai leader delle opposizioni che la loro proposta di legge entrerebbe in vigore a novembre del 2024, mentre il governo vorrebbe aumentare gli stipendi già dal primo gennaio del 2024.

LA CONTROPROPOSTA DI MELONI SUL SALARIO MINIMO

L’obiettivo di Meloni è incontrare le opposizioni lanciando una controproposta, che possa cancellare quella sul salario minimo presentata dalle opposizioni unite con l’eccezione di Italia Viva. In sostanza Meloni vuole dimostrasi – soprattutto a livello di opinione pubblica – aperta all’ascolto, per poi comunque seguire un’altra direzione.

La presidente del Consiglio punta sulla riforma fiscale, che dovrebbe entrare in vigore proprio a gennaio. Meloni non sembra disposta ad accogliere realmente le proposte delle opposizioni, limitandosi a fingere di volerle ascoltare. Ma poi tirerà dritto, rilanciando l’ipotesi di un aumento di stipendio, probabilmente attraverso il taglio del cuneo fiscale (da confermare per il 2024) e la riduzione delle aliquote Irpef. Anche se va sottolineato che parleremmo, soprattutto in quest’ultima ipotesi, di aumenti in busta paga di pochi euro.

DALLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA AL RINNOVO DEI CONTRATTI

A questo si aggiungono altri elementi. A partire dall’estensione della contrattazione collettiva ai settori nei quali non esiste, come per il caso dei servizi fiduciari. Non solo, perché Meloni prometterebbe anche un rinnovo dei contratti scaduti, puntando sulla detassazione. Tutto da accompagnare con una lotta reale ai contratti pirata, sottoscritti da sindacati poco rappresentativi e molto spesso al di sotto della soglia minima dei 9 euro. 

11/08/2023

da La Notizia

di Stefano Rizzuti