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Il governo fa cassa con il caro benzina: 2,2 miliardi per lo Stato grazie all’esodo estivo

Il governo fa cassa con il caro benzina: 2,2 miliardi per lo Stato grazie all’esodo estivo

Grazie all'esodo estivo e al caro benzina, il governo fa cassa: l'aumento dei costi del carburante frutta 2,2 miliardi allo Stato.

Il prezzo della benzina aumenta e il governo incassa. Già, perché l’impennata dei costi del carburante con l’esodo estivo non impatta solamente sulle tasche degli italiani (in negativo), ma anche – stavolta in positivo – su quelle dello Stato. Che grazie all’esodo estivo può incassare, tra Iva e accise, più di due miliardi di euro. 

Le tariffe sono tornate a salire nelle ultime settimane, soprattutto in autostrada, dove è stata superata la soglia dei due euro al litro per la benzina. Si sono addirittura registrati picchi, come nel caso dell’A8 Milano-Varese, con la benzina venduta a 2,7 euro al litro. 

Di fronte agli aumenti, che ricordano da vicino quelli del marzo del 2022 (dovuti alla crisi energetica), il governo però non fa nulla. Il taglio delle accise introdotto dal governo Draghi non solo è stato cancellato dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, ma ora non se ne parla neanche più, nonostante gli incrementi dei costi per benzina e diesel. Ma c’è di più, perché in realtà il governo sta incassando grazie al caro benzina. Insomma, il governo fa cassa sui cittadini. E il tutto mentre la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, promette le vacanze accessibili a tutti.

CARO BENZINA, LO STATO INCASSA 2,27 MILIARDI

A fare i conti è Assoutenti: il calcolo si basa sull’ipotesi di 15 milioni di automobili a benzina e gasolio in circolazione sulle autostrade, con una media di tre pieni per gli spostamenti vacanzieri e il successivo ritorno. Secondo queste stime, lo Stato riuscirebbe a incassare 2,275 miliardi di euro grazie a Iva e accise.

Nello specifico, si tratterebbe di 1,51 miliardi provenienti dalle accise e 762 milioni grazie all’Iva. Attualmente Iva e accise pesano per il 55,6% su un litro di benzina e per il 51,8% sul diesel. Il dato è stato elaborato da Assoutenti basandosi sulla rilevazione del Mase nella settimana tra il 7 e il 13 agosto, con prezzo della benzina a 1,939 euro al litro e prezzo del gasolio a 1,827 euro al litro. 

Su ogni litro di benzina gli italiani pagano 1,077 euro di tasse: 0,728 di accise e 0,349 di Iva. Sul gasolio la tassazione pesa per 0,946 euro: 0,617 per le accise e 0,329 per l’Iva. Peraltro il prezzo dei carburanti è continuato a crescere nei giorni successivi, sfondando spesso la soglia psicologica dei due euro al litro per il self service in autostrada.

L’INUTILITÀ DEL CARTELLO DEI PREZZI DEL CARBURANTI

L’unico intervento finora messo in campo dal governo, peraltro già da qualche tempo e non di fronte all’impennata estiva dei prezzi, riguarda l’obbligo di esposizione del cartello con i prezzi medi di benzina e diesel. Una misura, entrata in vigore dal primo agosto, che non ha funzionato e non ha portato alcun beneficio per gli automobilisti: il costo è aumentato in due settimane di 4 centesimi al litro per la benzina e di 7 centesimi per il diesel. 

Come sottolinea Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, il governo “deve attivarsi” per introdurre “meccanismi automatici di riduzione di Iva e accise in occasione dell’incremento dei prezzi industriali”. Un intervento ritenuto necessario sia per alleggerire i costi per i rifornimenti delle famiglie, sia per evitare nuovi rincari sui prodotti alimentari a causa del maggior costo dei trasporti. La richiesta di Truzzi è di utilizzare gli extraprofitti, ottenuti proprio grazie al caro carburanti durante l’esodo estivo, per “tagliare subito le accise su benzina e gasolio”, come fatto lo scorso anno dal governo Draghi. 

16/08/2023

da La Notiizia

di Stefano Rizzuti