10/10/2025
Oggi, 10 ottobre, ho ricevuto questa email e la voglio condividere con tutti i nostri lettori, è la Giornata mondiale contro la pena di morte, un’occasione importante per riflettere e agire.
Mai come oggi questa data assume un significato urgente e drammatico, soprattutto in seguito ai dati che abbiamo raccolto dal nostro ultimo lavoro di ricerca in Iran dove sono già state eseguite oltre 1.000 condanne a morte nei primi nove mesi del 2025. Si tratta del numero più alto registrato nel Paese negli ultimi 15 anni, superando persino le 972 esecuzioni effettuate in tutto il 2024. Queste esecuzioni avvengono spesso dopo processi gravemente iniqui, in cui le confessioni estorte con la tortura sono ammesse come prove e i processi condotti senza un’adeguata difesa legale.
Dalle nostre analisi è evidente come, negli ultimi mesi, le autorità iraniane abbiano fatto ricorso alle esecuzioni per consolidare il potere, reprimendo ogni forma di dissenso e confermando che la pena capitale continua a essere usata come mezzo di controllo e intimidazione.
Ma il problema non riguarda solo l’Iran che comunque insieme all’Arabia Saudita e all’Iraq, si conferma tra i paesi che più ricorrono a questa pratica. Secondo il nostro ultimo rapporto globale sulla pena di morte, nel 2024 sono state registrate almeno 1.518 esecuzioni in 15 paesi, il numero più alto dal 2015. Si tratta di un aumento del 32% rispetto all’anno precedente e questo dato non include le migliaia di esecuzioni che si ritiene avvengano ogni anno in Cina, dove le cifre sono tenute segrete dallo Stato.
Negli Usa le 34 condanne a morte eseguite in dieci stati degli Usa nei primi nove mesi del 2025 costituiscono un aumento di oltre un terzo rispetto ai dati del 2024.
Eppure, nonostante questi numeri, c’è anche un segno di speranza. A fine 2024, 145 paesi avevano abolito la pena di morte per legge o nella pratica, e 113 di questi in modo totale. La direzione della storia è chiara: la pena di morte sta diventando sempre più inaccettabile agli occhi del mondo. Ma per arrivare a un’abolizione completa e universale serve ancora il nostro impegno per essere più forti, giorno dopo giorno.
Oggi, più che mai, voglio chiederti di stare dalla parte dei diritti umani e dire NO a una punizione crudele, inumana e degradante.
Grazie per quello che fai, oggi e ogni giorno.Un caro saluto,