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186mila morti a Gaza se non finisce l’offensiva di Israele

186mila morti a Gaza se non finisce l’offensiva di Israele

Cifre da brivido, e non sono azzardi ma bilanci severi e documentati da ‘The Lancet’. 186 mila morti nella Striscia del massacro, dai 40mila già ufficialmente sepolti sino ad oggi (oltre i cadaveri mai recuperati dalle macerie, forse 10mila). Ma gli oltre 80mila feriti, ed i malati, ed i bambini denutriti: se non torna a funzionare la sanità sarà davvero genocidio.  186mila morti se non avrà fine l’offensiva di Israele nella Striscia

Sanità minima tra il vivere e il morire

L’autorevole rivista medica inglese The Lancet, pubblica una lettera di tre esperti con una stima su quelle che potrebbero essere le vittime reali a Gaza. Il dato ufficiale è, al momento, di quasi 40 mila persone uccise. Cifra contestata dalle autorità israeliane ma ritenuta accurata dagli stessi servizi segreti di Israele oltre che dall’Onu, dall’Oms e Ong presenti nella Striscia. Ora il ministero della Salute di Gaza ora riporta separatamente il numero di corpi non identificati tra il bilancio totale delle vittime. Al 10 maggio 2024, il 30% dei 35.091 decessi non erano identificati. In generale, il numero di decessi è probabilmente sottostimato. È frequente, ad esempio, che non tutti i nomi delle vittime identificabili siano inclusi nell’elenco del Ministero. L’Onu stima inoltre che le persone ancora sepolte sotto le macerie siano almeno 10mila, il che avvicinerebbe il numero dei morti a Gaza a 50mila persone.

Ma molti di più i morti che verranno

Si prevede che il numero totale di morti sarà molto più elevato considerando l’intensità del conflitto: «la distruzione delle infrastrutture sanitarie; la grave carenza di cibo acqua e ripari oltre all’impossibilità della popolazione di fuggire in luoghi sicuri e la perdita di finanziamenti per l’UNRWA, una delle pochissime organizzazioni umanitarie ancora attive nella Striscia di Gaza». Nei conflitti recenti, ricorda The Lancet, le morti indirette vanno da tre a 15 volte il numero di morti dirette. Applicando una valutazione prudente e visti i quasi 40mila decessi sinora registrati, «è ragionevole stimare che fino a 186.000 o anche più decessi potrebbero essere attribuibili all’attuale conflitto a Gaza. Utilizzando il dato della popolazione della Striscia di Gaza del 2022 di 2.375.259, ciò si tradurrebbe nel 7,9% del totale».

‘Corte di Giustizia’ se esiste una giustizia

Le misure provvisorie stabilite dalla Corte internazionale di giustizia nel gennaio 2024, richiedono a Israele di «adottare misure efficaci per prevenire la distruzione e garantire la conservazione delle prove relative alle accuse di atti nell’ambito della Convenzione sul genocidio», ricorda Mauro Del Corno sul Fatto Quotidiano.   «Gaza non può più perdere altri ospedali», avverte il capo dell’Organizzazione della sanità. E occorre farli funzionare. «80mila litri di gasolio al giorno. Non una goccia di meno. È il fabbisogno energetico dei servizi sanitari di Gaza» avverte la prestigiosa rivista medica The Lancet. «Altrimenti i generatori dei pochi ospedali funzionanti (in minima parte) e le ambulanze si fermeranno e sarà la catastrofe.

Cessate il fuoco lontano

Il cessate il fuoco invece è lontano -avverte Michele Giorgio sul Manifesto-, malgrado i progressi dopo la decisione presa da Hamas di negoziare il rilascio degli ostaggi israeliani anche senza la garanzia di un cessate il fuoco permanente. Si tratta di una rinuncia importante perché il movimento islamico per mesi ha ripetuto di volere la tregua definitiva. I mediatori – Qatar ed Egitto – da parte loro assicurano che fintanto che i negoziati saranno in corso, il cessate il fuoco rimarrà in vigore. Ma non è ciò che pensa il governo israeliano. Netanyahu ha diffuso un elenco di cinque condizioni, tra cui quella che l’accordo dovrà consentire a Israele, dopo la liberazione degli ostaggi, di tornare a combattere fino alla distruzione di Hamas, riferisce Haaretz. Condizioni che critica anche il leader dell’opposizione Yair Lapid, perché rischiano di compromettere l’esito dei negoziati in un momento cruciale.

La feroce destra religiosa ebraica

Con ogni probabilità Netanyahu ha voluto rassicurare i suoi alleati di estrema destra che minacciano di far cadere il governo se sarà fermata l’offensiva a Gaza. Secondo il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich «Questo è il momento di schiacciare e distruggere il nemico. Fermarsi ora, poco prima della fine, è una follia insensata che vanificherebbe i risultati faticosamente raggiunti durante la guerra». Il suo collega Itamar Ben-Gvir ha aggredito verbalmente Netanyahu ammonendolo dal prendere decisioni da solo sulla guerra. Difficile che Ronen Bar, il capo dei servizi segreti interni (Shin Bet), che doveva partire per il Cairo, abbia ricevuto il mandato di arrivare a un accordo con Hamas sugli ostaggi.

Direttiva Annibale

Due giorni fa, sempre Haaretz, ha ricordato che il 7 ottobre, il giorno dell’attacco del movimento islamico nel sud di Israele, i vertici militari ordinarono di sparare contro i propri soldati e civili per evitare che venissero portati nella Striscia di Gaza. Fu applicata quella che è nota in Israele come la Direttiva Annibale.

09/07/2024

da Remocontro

rem

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