ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Accusa di crimini di guerra: ira funesta israeliana e arroganza americana

Accusa di crimini di guerra: ira funesta israeliana e arroganza americana

«Giustizia senza eccezione». La procura della Corte penale internazionale vuole arrestare il premier israeliano Netanyahu e il ministro Gallant per sterminio e carestia a Gaza. Stessa richiesta contro tre capi di Hamas per la strage del 7 ottobre. Il procuratore della Corte penale internazionale Khan accusa Netanyahu e Gallant di «carestia e sterminio come politica di Stato». Biden: «Decisione oltraggiosa». Silenzio dell’Unione europea

Fine doppio standard, giustizia senza eccezione

«Oggi sottolineiamo ancora che diritto internazionale e leggi sui conflitti armati si applicano a tutti. Nessun soldato, comandante, leader civile – nessuno – può agire impunemente. Nulla può giustificare la privazione intenzionale a esseri umani, tra cui tante donne e bambini, dei beni di prima necessità necessari alla vita. Nulla può giustificare la presa di ostaggi o l’uccisione di civili».

Condanna a crudeltà contrapposte

Con questa dichiarazione finale, Karim Khan, procuratore della Corte penale internazionale, ha annunciato la richiesta dei cinque mandati d’arresto. Dopo tanti pacati avvertimenti snobbati e spesso irrisi, i colpi giuridico morali. «Se non dimostriamo la nostra volontà di applicare la legge in modo equo, se viene vista come applicata in modo selettivo, creeremo le condizioni per il suo crollo…». Che è esattamente quello che i praticanti della ‘legge del più forte’ vorrebbero (e quasi sempre riescono) imporre al mondo. In nobile ma forse ingenuo tentativo di affermare che le vite di tutti gli esseri umani hanno stesso valore. L’idealità altra per non sprofondare nelle melma delle relpolitik.

Peggio la reazione Usa prima di quelle israeliane

Solo dopo molte ore dall’annuncio di Khan i commenti dei principali leader mondiali, molti in grave imbarazzo. Primo fra tutti Joe Biden che avrebbe fatto meglio a pensarci sopra ancora più a lungo, prima di definire «oltraggiosa» la richiesta dei mandati d’arresto per Netanyahu e Gallant. La scusa è quella di una presunta equivalenza tra Israele ed Hamas che nessuno ha mai sostenuto. Responsabilità precise e personali, come recita la elementare cultura giuridica  che vale anche negli Stati Uniti. Il segretario di Stat Blinken a fare coro, parla di incontri mancati tra Procuratore e vertici israeliani, «Elementi che mettono in discussione legittimità e credibilità di questa indagine».

Israele tra sussulti e ancora poche grida

Poche ore prima della richiesta di incriminazione, uno di prossimi imputati, il ministro della difesa Gallant, aveva comunicato alla Casa Bianca l’intenzione di espandere l’operazione militare sulla città di Rafah, quella da cui – stima l’Onu – dal 6 maggio sono stati nuovamente sfollati 850mila palestinesi, «la metà di coloro che si erano rifugiati a sud, costretti dall’offensiva israeliana e dai suoi confusi e spesso mortiferi ordini di evacuazione», denuncia il Manifesto. Determinazione israeliana a proseguire nelle modalità ritenute criminali adottate sino ad oggi. Orgoglio arrogante assieme a reazioni scomposte del governo che svelano le tensioni interne che lacerano esecutivo, il Paese e l’alleato fedele d’oltre oceano.

I dettagli delle imputazioni

Contro i leader politici e militari di Hamas, Khan chiede mandati d’arresto per sterminio, omicidio, presa di ostaggi, stupro e altri atti di violenza sessuale, torture, trattamenti disumani nel contesto della prigionia. Per i due più alti esponenti del governo israeliano, Khan parla di «affamare i civili come arma di guerra; causare volontariamente grande sofferenza; uccidere volontariamente; compiere attacchi intenzionali contro i civili». E poi sterminio, persecuzione, atti disumani. Il tutto come parte di un piano: «Riteniamo che i crimini contro l’umanità imputati – continua Khan – siano stati commessi come parte di un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile palestinese, in accordo con la politica dello Stato».

Difesa politica a coprire colpe personali

Bezalel Smotrich, ministro delle finanze ed esponente dell’ultradestra religiosa scrive sull’ex Trwitter che «i mandati d’arresto sono i mandati d’arresto di tutti noi». Una ‘complicità’ collettiva per una assoluzione generale. La «rivendicazione» involontaria. Condanne anche dai leader di opposizione Gantz e Lapid e dal Forum delle famiglie degli ostaggi che rigettano «la simmetria tra i leader di Israele e i terroristi di Hamas». E contro la simmetria dispari delle vittime (1200 contro 35mila), reagisce anche Hamas che, chiedendo di non paragonate «la vittima al carnefice».

Intanto, massacro continua

Mentre eventuali ordini di cattura di fatto quasi inapplicabili almeno per gli uomini di Stato, sono ancora lontani (almeno un paio di mesi), a Gaza si continua a morire allo stesso modo di ieri, raccontano i testimoni sul campo. Nelle ore precedenti all’annuncio di Khan, l’uccisione di 106 palestinesi nei raid aerei israeliani nel nord e nel centro di Gaza (35.562 gli uccisi dal 7 ottobre). Altri 18 ieri nel campo di Jabaliya e a Beit Lahia.

Con la Croce rossa che prova a dare una buona notizia, la nascita del bimbo da una donna ripetutamente sfollata nell’ospedale da campo di Rafah, mentre un altro ospedale -come prima lo Shifa e il Nasser-  l’Al-Awda è circondato, di fatto sotto assedio.

21/05/2024

da Remocontro

rem

share