07/11/2025
da Remocontro
Escalation militare, la Polonia prepara i corsi per i cittadini. Il piano prevede di addestrare fino a 500.000 volontari entro la fine del prossimo anno. Formazione difensiva volontaria ‘In prontezza’ (Gotowosci in polacco).

Tra ‘prontezza’ ed allarmismo
«La sicurezza comincia da ciascuno di noi. Siamo tutti chiamati a prenderci cura della nostra patria», ha dichiarato Kosiniak-Kamysz precisando che quest’anno sono state formate, in varie modalità, 50.000 persone, alcune delle quali sono entrate nell’esercito. «132 unità, principalmente tra le Forze di difesa territoriale, sono pronte a formare giovani, adulti e anziani». Lo ha dichiarato ieri in mattinata il vicepremier e ministro della Difesa nazionale Władysław Kosiniak-Kamysz
‘In prontezza’, Gotowosci in polacco
La Polonia presenta il programma nazionale di formazione difensiva volontaria che Giuseppe Sedia ci racconta nei dettegli sul manifesto. «Agli studenti che studieranno in università civili e si prepareranno anche a diventare riservisti, verranno erogate borse di studio di 1.000 złoty al mese (circa 235 euro)», ha poi precisato il numero uno dei ‘Ruralisti democristiani’ del Partito popolare polacco (Psl), alleato del premier Donald Tusk alle camere. Più dettagli dal vice ministro Cezary Tomczyk: «Negli ultimi sei mesi abbiamo formato gli istruttori, ora, a novembre e dicembre, vogliamo formare circa 20.000 persone. Nel 2026 puntiamo a formare circa 400.000 cittadini. Ogni cittadino potrà scegliere il corso che lo interessa: formazione di base, primo soccorso, sopravvivenza o cybersicurezza».
‘Famiglia in uniforme’
Aumentare la mobilitazione militare. Tomczyk ha anche riferito della ripresa dei lavori parlamentari sulla «Carta della famiglia in uniforme», un programma che offrirà sconti e agevolazioni alle famiglie dei soldati e delle altre forze dell’ordine operanti nel Paese. Il programma ‘In prontezza’ è in linea con le dichiarazioni fatte da Tusk durante un intervento al Sejm, la camera bassa del parlamento polacco, a marzo scorso: «La Polonia ha bisogno di un esercito di mezzo milione di persone, ma prima deve formare coloro che non vanno nell’esercito e renderli dei soldati a pieno titolo in caso di conflitto».
- L’esercito polacco oggi conta 212.000 soldati. 147.000 sono militari professionisti, 36.000 appartengono alle Forze di difesa territoriale e 16.300 prestano servizio militare volontario di base. Entro il 2035 la Polonia vorrebbe avere 300.000 soldati.
Tra divisa e militanza
Anche se la carriera militare dovesse diventare più desiderabile agli occhi della popolazione è il potenziale demografico della Polonia a costituire l’ostacolo maggiore al raggiungimento di tale obiettivo, il quale resterebbe comunque ben lontano dei numeri di cui ha parlato Tusk, denuncia addirittura un generale. «L’esercito dovrebbe concentrarsi sul reclutamento e sulla formazione di soldati pronti a combattere; la formazione dei civili sul primo soccorso o sulla gestione delle crisi è competenza del ministero dell’Interno», redarguisce certa fretta politica il generale Roman Polko intervistato dalla principale agenzia di stampa polacca. «L’esercito non può accettare passivamente ogni compito, e il ministro della Difesa nazionale dovrebbe conoscere il proprio ambito di responsabilità». Tradotto, ‘la propaganda politica si dia una calmata’.
Mobilitazione e ruolo in guerra
- Dal mese scorso i centri militari di reclutamento hanno iniziato a inviare alla popolazione la ‘Carta di mobilitazione’. Si tratta di un documento ufficiale che assegna ad alcuni cittadini un ruolo militare o lavorativo in caso di mobilitazione o guerra. Tali carte non vengono spedite soltanto ai riservisti o funzionari del personale in uniforme ma anche a specialisti in medicina, logistica, informatica, telecomunicazioni, nonché agli altri civili destinati a supportare settori strategici dello Stato. L’invio della Carta non corrisponde ad una vera e propria ‘chiamata alle armi’, ma impone comunque al destinatario -ove ritenuto necessario-, di presentarsi nel luogo indicato dal centro militare competente con i propri documenti e beni personali.

