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All’ex Gkn un centro di soccorso. Salvetti: “Fare comunità è essenziale”

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SOLIDARIETÀ OPERAIA. La convergenza nella lotta aiuta a catalizzare gli sforzi: "Qui 25 squadre di volontari fra Brigate di solidarietà attiva, Casa del popolo di Quinto, i ragazzi del Lebowski e quelli del cantiere sociale k100 Cienfuegos, ci sono anche i lavoratori migranti in sciopero di Mondo Convenienza". Oggi assemblea con i soccorritori e contro i licenziamenti:"Teniamo tutto insieme".

“Le braccia ci sono, la buona volontà è tanta, a mancare sono le attrezzature, a partire dalle idrovore necessarie per liberare dall’acqua le strade ancora alluvionate”. Nella ex Gkn, fabbrica simbolo di una indomita resistenza operaia, Dario Salvetti è al lavoro per coordinare le squadre di soccorso volontarie che da ogni parte dell’area metropolitana fiorentina sono accorse a Campi Bisenzio per aiutare la popolazione alluvionata.

“Come sempre c’è tanta generosità – racconta – ma senza un coordinamento efficace corriamo il rischio di ‘ingolfare’ la macchina dei soccorsi. Per questo ci stiamo adoperando per indicare con chiarezza di quanto abbiamo realmente bisogno. Soprattutto le idrovore, noi ne abbiamo una sola mentre troppe zone della città sono ancora sott’acqua. Domani per fortuna arriverà altro materiale, comunque ci sarà bisogno di spalare acqua e fango ancora per giorni”.

La convergenza nella lotta, la stessa che negli ultimi due anni ha portato tante realtà ad incrociare le iniziative del Collettivo di Fabbrica, è ancora una volta un fattore decisivo per catalizzare gli sforzi: “Ci sono all’opera 25 squadre di volontarie e volontari fra Brigate di solidarietà attiva, Casa del popolo di Quinto, i ragazzi del Lebowski e quelli del cantiere sociale k100 Cienfuegos – spiega Salvetti – ci sono anche i lavoratori migranti in sciopero di Mondo Convenienza.

Come sempre, queste situazioni hanno il potere di ‘fare comunità’, di mettere in moto una solidarietà concreta nei confronti di chi è stato come investito da una valanga. Ma questo non deve succedere solo quando l’emergenza ti esplode in faccia, dovrebbe essere la quotidianità. Quando c’è stata l’alluvione in Romagna noi siamo andati a dare una mano dove c’era più bisogno, siamo stati a Conselice. In quei giorni, parlando con tante famiglie alluvionate, l’abbiamo detto: ‘oggi è successo a voi, domani potrebbe toccare a noi’. Ed è accaduto proprio così”.

Nella giornata del 5 novembre c’era in programma un’assemblea con il movimento internazionale delle imprese recuperate. “La stavamo organizzando da mesi – ricorda Salvetti – per dare conto della nostra esperienza di una fabbrica di 80mila metri quadrati che sta lottando per conquistare una reindustrializzazione nel segno della compatibilità ecologica.

Così domani ci saranno con noi le compagne e i compagni della Viome di Salonicco, che sono sotto sgombero e hanno fatto un grande sforzo per venire qui. Poi sono ripartiti i licenziamenti, allora l’assemblea era diventata anche contro i licenziamenti e la speculazione immobiliare.

Infine c’è stata l’alluvione, e allora servirà per fare il punto di quando sta accadendo intorno a noi, con le volontarie e i volontari delle squadre di soccorso, e contemporaneamente contro i licenziamenti. Teniamo tutto insieme”.

Mentre si attende con crescente preoccupazione la notte e l’annunciata nuova, forte perturbazione, da Salvetti arriva un ultimo appello: “Sappiamo, vediamo quanta amarezza ci sia fra le famiglie che hanno perso tutto e che non sanno cosa fare. A loro diciamo: non fatevi sopraffare dalla rabbia, piuttosto ‘coltivatela’, sarà importante per i giorni a venire, servirà a non dimenticare, come invece spesso succede”.

05/11/2023

da Il Manifesto  

Riccardo Chiari