Sanità
Con la rimodulazione del Pnrr, l’acquisto di oltre 3.100 apparecchiature moderne come Tac, risonanze magnetiche, radiografie che andranno a sostituire quelle datate attualmente utilizzate negli ospedali italiani, slittano da dicembre 2024 a giugno 2026.
Per il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, “il differimento della scadenza massima prudenziale del Target M6C2-6” che riguarda la sostituzione delle apparecchiature ospedaliere “è reso necessario per rispondere ad alcune esigenze sollevate dalle Regioni/Province autonome. Il cronoprogramma del sub-investimento in questione, infatti, era stato costruito, in fase di prima programmazione, sulla base delle sole tempistiche dettate dall’adesione a convenzioni Consip per l’affidamento delle apparecchiature, senza tener conto dei lavori, in taluni casi necessari, per l’installazione delle grandi apparecchiature oggetto dell’obiettivo europeo”, ha spiegato Gemmato in commissione Affari sociali alla Camera rispondendo all’interrogazione presentata da Simona Bonafè (Pd) sul tema.
Quasi l’intero fabbisogno (3.133 su 3162) per la sostituzione dei macchinari ospedalieri indicato dalle Regioni avrebbe dovuto essere sostituito per metà settembre 2023 e per il resto entro la fine di quest’anno. Non è un problema da poco. All’ultimo rapporto del ministero della Salute (nel lontano 2017) risulta che in Italia in media negli ospedali pubblici e privati convenzionati il 36% dei macchinari ha più di 5 anni e il 32% oltre 10. Le ragioni sono note: attrezzature obsolete espongono il paziente a più radiazioni e a diagnosi meno precise. L’obsolescenza incide anche sui tempi di indisponibilità delle apparecchiature per l’aumento dell’incidenza dei guasti e malfunzionamenti con tac, risonanze e mammografi: ambulatori che si fermano e costi di manutenzione che crescono.
I 3.100 MACCHINARI PREVISTI AVREBBERO DOVUTO RIMPIAZZARE QUELLI ORMAI OBSOLETI ANCORA IN USO
Il ministero della Salute aveva chiesto alle Regioni quanti e quali macchinari con oltre 5 anni d’età hanno bisogno di sostituire negli ospedali pubblici. La risposta sono complessivamente 3.162 fra tac, risonanze magnetiche, angiografi, macchinari per scintigrafie, radiografie, ecografie e mammografi. L’Associazione italiana degli ingegneri clinici interpellata da Milena Gabanelli per Dataroom ha spiegato che non esiste un riferimento univoco su quella che dovrebbe essere l’età di riferimento dei macchinari e che, per ciascuna tipologia, occorre fare valutazioni specifiche ma di certo la differenza di radiazioni fra una Tac con meno di 10 anni di vita e una di ultima generazione arriva fino all’80%, una risonanza magnetica all’avanguardia dà una migliore qualità di immagini in tempi inferiori e un maggiore comfort, un mammografo con meno di 5 anni permette di effettuare biopsie in 3D più precise perché l’immagine viene ottenuta con la tomosintesi e i nuovi acceleratori lineari per la radioterapia irradiano la parte malata con più precisione salvando i tessuti sani.
LA RIMODULAZIONE DEL PIANO PRESENTA IL CONTO. PER LE NUOVE TAC E RISONANZE SE NE RIPARLA NEL 2026
Tutto rimandato Rimangono alcune certezze: il mancato acquisto dei macchinari intaserà per altri due anni le liste d’attesa già ingolfate, aumenterà sensibilmente i costi per manutenzioni e riparazioni e soprattutto aumenterà il divario tra i servizi offerti dalle cliniche private rispetto a quelle pubbliche. Il sottosegretario Gemmato promette la possibilità di un ‘upgrade tecnologico’ elle apparecchiature acquistate, ad invarianza del finanziamento complessivo concesso. Dimentica un piccolo particolare: tra due anni saranno “vecchie” esattamente come quelle che però avremmo potuto avere subito.
18/02/2024
da La Notizia