Il leader di Iv Matteo Renzi ripropina l’elezione diretta del premier. Dopo la cena dei suoi al Twiga con la Santanchè.
Conviene mettere i puntini sui puntini sulle i di Matteo Renzi. Non è tanto per il peso politico – pressoché nullo – del suo partito che galleggia tra le macerie del Terzo polo ma perché un Matteo Renzi che convoca una conferenza stampa in Senato per dichiarare di essere “l’unica vera forza di opposizione” è uno spettacolo che merita di non rimanere impunito.
Il leader di Italia Viva si inventa un ritrovo con i giornalisti a poche ore dalla polemica che ha investito il suo partito personale per l’allegra cena al Twiga con Daniela Santanchè di Boschi, Bonifazi e Nobili. Renzi non elude il punto ma come al solito finge. Simula serenità, nonostante abbia fatto il tavolo a quattro con i suoi parlamentari nelle private stanze: “A me non interessa dove va a cena Bonifazi – dice Renzi – come non mi interessa dove va a cena Richetti”.
IL LEADER DI IV MATTEO RENZI RIPROPINA L’ELEZIONE DIRETTA DEL PREMIER. DOPO LA CENA DEI SUOI AL TWIGA CON LA SANTANCHÈ
Il nome di Richetti non è un caso: Renzi velenosamente fa riferimento all’accusa di molestie nei confronti del deputato calendiano. È il solito Renzi, vendicativo e pronto a mischiare personale e politico pur di cavare un ragno dal buco. Dice il leader di Italia Viva: “Mi interessa che quando vanno in aula portino avanti gli interessi degli italiani. Immaginare di imbastire una polemica sulle cene, è la stagione del grillismo di prima maniera. Parafrasando Pasolini si potrebbe dire ‘il grillismo degli anti-grillini’. Spero che la prossima volta – aggiunge – le sentenze della Corte Costituzionale abbiano lo stesso spazio delle cene di Bonifazi”.
Peccato che il senatore fiorentino sia talmente sbadato da non aver colto che è proprio l’atteggiamento dei suoi in Aula (prima della cena elegante con la ministra) ad avere acceso la polemica. La motivazione ufficiale della conferenza stampa è una nuova idea vecchia come Renzi. Il padrone di Italia Viva rispolvera il “sindaco d’Italia” incalzando Giorgia Meloni sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio: “Meloni non ha avuto la forza di fare.
Chiacchiera, chiacchiera, ha un grande consenso ma fa melina”, insiste il leader di Italia Viva presentando una proposta che, sottolinea, “sulla carta ha la maggioranza”. E non manca, ovviamente, la stoccata all’ex amico Carlo Calenda: “Ricordo anche che era nel programma del terzo polo”, aggiunge Renzi. Noi ci permettiamo di ricordargli che il cosiddetto Terzo polo è finito nel bidone dell’umido.
SU SALARIO MINIMO, FISCO E GIUSTIZIA L’EX PREMIER HA VOTATO CON LA MAGGIORANZA. MA ORA SI TRAVESTE DA ANTI-MELONI
A Calenda, Renzi dedica diversi attacchi nonostante gigioneggi dicendo che “su cosa pensa Calenda è giusto chiedere a Calenda, anche se lui spesso si esercita a dire quello che penso io” Sull’elezione diretta del premier è nel programma, poi si può cambiare idea. Sulla commissione Covid Azione ha votato a favore, poi non siamo una caserma si può anche votare no”, ha detto il senatore di Italia Viva.
Divisioni in vista anche sulla candidatura di Marco Cappato nelle elezioni suppletive nel seggio lasciato libero da Silvio Berlusconi: “La candidatura per il collegio Monza-Brianza la decideremo a settembre. Marco Cappato è capace di grandi battaglie, non sempre le condivido, dobbiamo però capire se l’obiettivo è vincere o partecipare. Se è partecipare Cappato ha un grande capacità, se l’obiettivo è vincere non lo so. Dovete chiedere al Pd. Noi decideremo negli organi all’inizio di settembre ascoltando il territorio”, ha detto Renzi.
La chiusura da brividi è il leader di Italia Viva che dichiara: “Siamo gli unici che fanno una opposizione seria e non ideologica, che non portano le badierine in piazza, ma le nostre proposte di legge”. Su Giustizia, fisco e salario minimo Renzi è in maggioranza da un bel pezzo. Lo sanno quasi tutti, manca solo lui.
02/0/2023
Abbiamo ripreso l'articolo
da La Notizia