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Alzare le tasse ai super ricchi non li fa scappare

Alzare le tasse ai super ricchi non li fa scappare

Economia 

02/10/*2025

da Valori

Luca Pisapia

Di norma i super ricchi non scappano davanti a tasse più alte: lo dimostra uno studio del Conseil d'analyse économique francese

La vulgata neoliberale è sempre molto tenera con i ricchi che, poveretti, devono sobbarcarsi l’onere di tenere in piedi il Paese. E così da anni fior di economisti, editorialisti e buffoni di corte assortiti ci raccontano che l’unico modo per tenerseli stretti questi poveri super ricchi è abbassare loro le tasse. Già faticano così tanto a mantenere i privilegi in cui sono nati – e lo fanno per noi, ricordiamocelo sempre – che se a qualche improvvido comunista venisse in mente di alzare loro le tasse questi super ricchi tanto bistrattati giustamente scapperebbero dal Paese. Un Paese core ingrato, come minimo.

Addirittura, come abbiamo raccontato su Valori, è bastato diffondere la bufala dell’esodo dei milionari dal Regno Unito, rilanciata a più non posso dai media, perché il governo laburista abbassasse le tasse ai super ricchi. Ovviamente non era vero che stessero scappando, ma tanto è bastato. Perché come vedremo non è vero che alzare le tasse ai super ricchi li fa scappare, anzi. Ma la vulgata corrente ce lo racconta ogni giorno in maniera così enfatica che alla fine qualcuno – anche e soprattutto a sinistra, che la destra coi ricchi ci banchetta da sempre – ci crede davvero.

L’effetto marginale della fuga dei ricchi per colpa delle tasse

A confutare questa fandonia ci pensa, per fortuna, addirittura il Conseil d’analyse économique (Cae) francese. Un think tank che non è certo composto da pericolosi bolscevichi. Ma è formato, su nomina presidenziale e governativa, dai più importanti economisti francesi. Economisti di diversa estrazione, ma in maggioranza sempre e comunque di formazione neoliberale. Bene. Innanzitutto lo studio del Cae racconta che «le famiglie con alti redditi da capitale emigrano assai raramente dalla Francia». Nello specifico, afferma che solo lo 0,2% dell’1% più ricco della popolazione francese emigra ogni anno.

Poi prende in esame due provvedimenti recenti. Quello di François Hollande che ha aumentato le imposte sui redditi da capitale nel 2013. E quello di Emmanuel Macron che ha diminuito le tasse ai super ricchi nel 2017. Il risultato finale, combinando i tassi di uscita e i tassi di rientro, racconta che il fenomeno della fuga dei ricchi è rimasto molto marginale. Gli economisti del Cae, che hanno preso in esame anche uno studio svedese che dimostrava la stessa cosa, sono così giunti a questa conclusione. «Un aumento di un punto percentuale dell’onere fiscale sulle persone con un elevato patrimonio netto si tradurrebbe in una diminuzione annuale della popolazione ad alto patrimonio netto residente in Francia ai fini fiscali compresa tra lo 0,003 e lo 0,03%». I ricchi non scappano.

I ricchi preferiscono evadere le tasse invece di scappare

Un altro aspetto assai rilevante dello studio è che i super ricchi preferiscono evadere le tasse piuttosto che andarsene. Ora, in realtà il Cae preferisce la parola “ottimizzare” rispetto a “evadere”. E racconta di quelle “strategie di ottimizzazione” per pagare meno tasse che, chissà perché, riescono sempre bene ai poveri ricchi e quasi mai ai poveri cristi. Bene, secondo gli economisti francesi «il dibattito pubblico, concentrandosi sull’esilio fiscale, sta quindi indubbiamente prendendo di mira il bersaglio sbagliato. Oltre alla questione dell’espatrio, riteniamo essenziale riorientare il dibattito su altri modi in cui le persone con un patrimonio netto elevato possono rispondere alla tassazione. In particolare sulle strategie di ottimizzazione per eludere le tasse». Più chiaro di così.

Il caso italiano e il “modello Milano”

Ora, speriamo che questo studio sia letto anche nel nostro Paese. Così magari in un prossimo governo di centro-sinistra – sempre che ci sarà mai un prossimo governo centro-sinistra – si prenderanno i provvedimenti adeguati. Anche se è molto difficile che questo accada. Perché ad esempio una manovra assurda come il dumping fiscale, ovvero la tassazione in vigore assai agevolata per i patrimoni che rientrano dall’estero, fu introdotta nel 2017 proprio dal governo di centro-sinistra di Paolo Gentiloni. Anche allora raccontando che serviva a far tornare in Italia in poveri ricchi che nel frattempo erano scappati spaventati dalle tasse.

L’attuale governo di estrema destra, che dei più ricchi è naturalmente amico, si è infatti poi limitato a renderlo ancora più vantaggioso nel 2024. Come sempre in questo Paese la destra si trova a fare con poca fatica delle politiche reazionarie che le sono state servite su un piatto d’argento dalla sinistra. Ma del fatto che il dumping fiscale, o flat tax per i super ricchi, sia deleterio per il Paese se ne è accorto pure il Corriere della Sera. In un recente articolo lo ritiene responsabile della bolla immobiliare che ha devastato Milano. E che ha portato alle recenti inchieste che hanno scoperchiato tutto il marcio del “modello Milano”. Insomma, tassare i ricchi non solo non li fa fuggire, ma farebbe vivere meglio tutti quanti.

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