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Amnesty: indagate i raid di Israele a Gaza come crimini di guerra

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Davanti agli occhi. Onu: 1,8 milioni di palestinesi stipati in 40 chilometri quadrati, l’11% della Striscia. L’esercito israeliano recupera un ostaggio. I coloni uccidono un palestinese in Cisgiordania. Violento attacco a Tulkarem: 5 vittime

Si sono radunati quasi in riva al mare, prima a centinaia poi a migliaia, hanno di nuovo montato le loro tende sperando di sfuggire ai bombardamenti e ai combattimenti nell’area tra Deir al Balah e Khan Yunis dove avanzano i reparti corazzati israeliani con l’appoggio dell’aviazione. L’offensiva militare israeliana è interminabile. I civili di Gaza speravano che dal Cairo arrivasse finalmente l’annuncio del cessate il fuoco. Le cose ancora una volta sono andate diversamente e l’ottimismo artificiale degli Stati uniti sull’andamento «positivo» delle trattative non convince chi ogni giorno deve lottare per mangiare e cercare di rimanere vivo.  «Scappando continuamente siamo arrivati al mare, la prossima volta dovremo entrare in acqua per salvarci» commentava ieri con amarezza Aya Yazji, una sfollata intervistata da una agenzia di stampa. «Ci dicono che i colloqui procedono e che un accordo è vicino, poi tutto cade come polvere – ha aggiunto la donna – I negoziatori sanno che ogni giorno più famiglie vengono spazzate via dai bombardamenti israeliani? Il mondo capisce che ogni giorno ci costa vite umane?».

Almeno 41 palestinesi ieri sono stati uccisi dagli attacchi israeliani a Gaza, riferiscono dal ministero della Sanità. Decine i feriti, che non si sa più dove portarli. L’avanzata dei mezzi corazzati ha messo sotto pressione ulteriormente l’ospedale Al Aqsa di Deir al Balah. L’ordine di evacuazione lanciato domenica ha spinto centinaia di pazienti, personale medico e sfollati a fuggire in preda al panico. Dei circa 650 ricoverati, solo 100 rimangono in ospedale, di cui sette in terapia intensiva. Tra il 16 e il 25 agosto 2024, l’esercito israeliano ha emesso cinque ordini di sfollamento nella zona centrale di Gaza, in particolare a Deir Al-Balah e le aree circostanti: tutte erano state precedentemente designate come parte della cosiddetta zona di sicurezza umanitaria. Le Nazioni unite stimano l’88,5% del territorio di Gaza sia stato sottoposto a ordini di sfollamento. «Circa 1,8 milioni di palestinesi sono stipati in un’area di 40 chilometri quadrati, ossia l’11% di Gaza, nella zona di Mawasi la densità è sbalorditiva: 45.000 persone per chilometro quadrato» spiega Samir Zaqout, il direttore della ong per i diritti umani al Mezan che avverte: «qualsiasi singolo attacco in quell’area potrebbe uccidere centinaia di palestinesi in una volta».

A questo proposito Amnesty International, con una indagine pubblicata ieri, afferma che lo scorso maggio, le Forze armate israeliane non hanno preso le necessarie precauzioni per ridurre al minimo i danni agli sfollati mentre realizzavano attacchi contro comandanti e combattenti di Hamas e del Jihad islami nel sud della Striscia. Entrambi gli attacchi, sostiene Amnesty, dovrebbero essere indagati come crimini di guerra. Il 26 maggio, riferisce l’ong, due attacchi aerei sul Kuwait Peace Camp, a Tal al-Sultan (Rafah), hanno ucciso almeno 36 persone, tra cui sei bambini. Solo quattro delle vittime erano combattenti, tra cui due comandanti di Hamas. L’attacco è stato compiuto con due bombe guidate GBU-39 di fabbricazione statunitense che esplodendo proiettano frammenti mortali su un’ampia area. Da qui l’elevato numero di vittime. Il 28 maggio, nel secondo incidente indagato, l’esercito israeliano ha sparato almeno tre colpi con un carro armato in una località nell’area di al-Mawasi (Rafah), designata come zona umanitaria. Le cannonate hanno ucciso 23 civili, tra cui 12 bambini, sette donne e quattro uomini. Gli obiettivi apparenti dell’attacco erano un combattente di Hamas e uno del Jihad ma le munizioni, usate in un’area piena di sfollati, non potevano non causare una strage di civili.

A Gaza ieri è stato recuperato Qaid Farhan Alkadi, un palestinese beduino con cittadinanza israeliana, preso in ostaggio il 7 ottobre. L’esercito israeliano ha detto di aver messo in atto una «operazione coraggiosa e complessa» con l’utilizzo di truppe di unità scelte e sulla base di «precise informazioni di intelligence», per trovare Alkadi in un tunnel nella zona meridionale di Gaza. L’uomo, hanno aggiunto i media israeliani, sarebbe riuscito a fuggire da solo prima dell’arrivo dei soldati che l’hanno trovato. Le sue condizioni di salute sono buone. Sono poco più di 100 gli ostaggi ancora a Gaza, un terzo dei quali morti secondo le informazioni in possesso di Israele.

In Cisgiordania i coloni israeliani appaiono sempre di più fuori controllo. Lunedì sera, mentre a Nur Shams (Tulkarem) un drone uccideva cinque militanti di Hamas, un civile palestinese Khalil Khalawi, è stato ucciso dai proiettili sparati da coloni entrati nel villaggio di Wadi Rahal (Betlemme) dopo il lancio di sassi da parte di ragazzi palestinesi contro auto israeliane. Il capo del consiglio municipale di Wadi Rahhal, Hamdi Ziadeh, ha riferito che i coloni hanno attaccato diverse abitazioni vicino alla scuola e che i soldati, giunti poco dopo, non hanno fatto nulla per proteggere gli abitanti del villaggio.

Durante la prima metà del 2024, i coloni hanno uccisi 7 palestinesi. Con Khalil Khalawi il numero dei palestinesi colpiti a morte dal 7 ottobre da soldati e coloni israeliani è salito a 651.

28/08/2024

da Il Manifesto

Michele Giorgio

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