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Antifascista terrorista, Orbán coglie al volo l’ideona di Trump

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Politica Estera

20/09/2025

Il Manifesto

Valerio Renzi

Odio di ricino. La nuova ondata di maccartismo scatenata dall’omicidio di Charles Kirk ha già attraversato l’Atlantico

La nuova ondata di maccartismo scatenata dall’omicidio di Charles Kirk ha già attraversato l’Atlantico. Viktor Orbán ha deciso di seguire le orme di Donald Trump e dichiarare “Antifa” (qualsiasi cosa voglia dire esattamente), come un’organizzazione terroristica. Il primo ministro ungherese ha dichiarato che si tratta di «una vera e propria organizzazione terroristica». «Sono venuti anche in Ungheria, hanno picchiato persone per strada, poi sono diventati membri del Parlamento europeo e da lì ci danno lezioni sullo stato di diritto», ha aggiunto, e ovviamente il riferimento è all’eurodeputata di Avs Ilaria Salis.

MA NON C’È SOLO l’Ungheria. Anche in Olanda si discute di mettere fuori legge “Antifa”. La Camera bassa del parlamento olandese ha approvato la proposta dell’estrema destra di Geert Wilders, che con un ordine del giorno ha chiesto di classificare come organizzazione terroristica l’estrema sinistra “Antifa”. A votare a favore anche i liberali del Partito popolare per la libertà e la democrazia. Esulta il leader del partito, che da qualche mese si trova all’opposizione del governo di centrodestra, che per l’ennesima volta ha ceduto alle pressione di Wilders.

Le dichiarazioni di Orbán arrivano a poche ore dal tweet del portavoce del suo governo Zoltan Kovacs che – per rispondere a Salis che informava sullo stato della richiesta dell’Ungheria di toglierle l’immunità parlamentare – ha scelto di indicare le coordinate del carcere di Márianosztra, dove l’esponente della sinistra è già stata detenuta. Un messaggio minaccioso che a Bruxelles non è passato inosservato: il prossimo 23 settembre la commissione Juri è chiamata a esprimersi sulla richiesta di revoca dell’immunità per l’europarlamentare italiana, poi toccherà alla plenaria dell’Europarlamento esprimere il voto decisivo a ottobre.

Il relatore in commissione è il popolare spagnolo Vazquez Lazara, che nella sua relazione ha scelto di sostenere la richiesta ungherese, ma il Ppe è forte imbarazzo all’idea di consegnare la collega alla giustizia magiara, soprattutto per il comportamento del governo di Orbán che continua a politicizzare il caso, e a esprimersi nei termini di una vera e propria vendetta politica.

INTERROGATO IN PROPOSITO, il ministro degli Esteri, vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani ha scelto parole prudenti ma di distanza. «Non credo che la Salis sia una terrorista. Ha idee molto diverse dalle mie, c’è un processo che la riguarda, ma non mi risulta che sia una terrorista», ha spiegato Tajani, per poi aggiungere che non sta a lui «fare commenti sulle scelte di altri Stati».

Era il 31 maggio del 2020 quando per la prima volta Donald Trump annunciava: «Gli Stati Uniti d’America designeranno l’Antifa come organizzazione terroristica». Il paese era attraversato dalle sommosse e le proteste seguite all’omicidio di George Floyd, centinaia di migliaia di persone scendevano in strada contro la brutalità e la violenza della polizia e il razzismo di Stato e Trump annunciava le maniere forti. L’allora direttore dell’Fbi Christopher Wray fece notare che non essendo “Antifa” una struttura gerarchica non era possibile attribuirgli i criteri necessari per la designazione di terrorist organization. Nel suo secondo mandato Trump ha scelto di riempire l’amministrazione federale di suoi fedelissimi. È il caso di Kash Patel, che oggi guida l’Fbi e c’è da scommettere che le cose andranno diversamente rispetto a cinque anni fa.

OGGI COME IERI LA PAURA è che dietro la messa al bando di “Antifa”, che è una sigla generica dietro la quale si possono etichettare collettivi e gruppi del variegato universo della sinistra radicale, si possa colpire chiunque non rinunci a protestare. Le prove generali sono state fatte contro il movimento pro Palestina nei campus universitari. Ora, dopo l’omicidio di Charles Kirk, ucciso da un ventenne cresciuto in una famiglia repubblicana e amante delle armi pesanti, radicalizzatosi online apparentemente senza avere nessun rapporto con nessun gruppo o ideologia di sinistra, l’amministrazione si appresta a mettere nel mirino chiunque si possa definire “Antifa”.

L’ESTREMA DESTRA europea spera forse nell’effetto contagio, provando a limitare gli spazi di libertà e agibilità politica per la sinistra radicale, facendo sue le accuse di terrorismo e le proposte di messa al bando del “nemico” ideologico. Ora popolari e conservatori dovranno decidere quanto farsi dettare l’agenda dalla destra Maga, cedendo alle richieste di Orbán che vuole riportare in catene l’eurodeputata della sinistra Ilaria Salis, liberata grazie al voto di preferenza di 176.000 cittadini italiani.

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