Il sistema di difesa antimissili balistici THAAD (Terminal High Altitude Area Defense) statunitense gli specialisti per usarlo inviati in Israele ‘contro la minaccia iraniana’. Domenica l’Iran aveva avvertito Washington di tenere le forze militari statunitensi fuori da Israele. Gli aiuti Usa a Israele nella storia. A costi attuali Washington ha dato a Israele aiuti per 310 miliardi di dollari valuta la stampa statunitense.
Relazioni militari tra Israele e Stati Uniti
Le relazioni militari tra Israele e Stati Uniti d’America si sono mantenute costantemente vicine in una situazione di reciproca assistenza in tutta la regione del Medio Oriente. A volte ufficiali e aperte, a volte nascoste e coperte dal segreto. Israele, uno dei più importanti acquirenti e utilizzatori di attrezzature militari statunitensi. Una sorta di Pentagono bis. Sui destinatari finali di tanto arsenale, l’attualità ci insegna tragicamente. Acquisto di armamenti micidiali ma non soltanto.
Un difficile inizio
Fine della seconda guerra mondiale e priorità Usa: «la minaccia sovietica, la nascita di Israele con il piano di partizione della Palestina e l’accesso al petrolio». Ancora eredità dell’accordo di spartizione coloniale europea anglo francese Sykes-Picot. Durante i primi vent’anni successivi alla dichiarazione d’indipendenza israeliana la politica estera Usa in Medio Oriente cercò di frenare una corsa agli armamenti nel Vicino Oriente nella parallela prevenzione della diffusione dell’influenza sovietica.
Armi ufficiali e quelle sottobanco
Il principale patrono militare israeliano all’epoca era la Quarta Repubblica francese, (caccia Dassault e 452 Mystère). Inizialmente, il Governo federale USA ha resistito alle pressioni provenienti sia di Israele che dai paesi del mondo arabo presenti nella regione. Alla fornitura di aerei da combattimento dall’Unione Sovietica all’Iraq e alla Repubblica Araba Unita (dal 1958) gli USA hanno accettato di vendere a Israele il missile terra-aria Raytheon MIM-23 Hawk con il pretesto che si trattava di “arma puramente difensiva”. Da allora sempre ‘solo difesa’. Con più eccezioni che regole.
Anni ’60 e John F. Kennedy
Durante i primi anni 1960 la presidenza di John Fitzgerald Kennedy ha cercato di stabilire un accordo regionale sulla limitazione delle armi in Medio Oriente. Ma poi si è scoperto che gli Stati Uniti fornivano armi ad Israele attraverso la Germania Ovest fin dal 1962, e che esisteva un accordo segreto per 80 milioni di dollari in armamenti allo Stato ebraico. Il resto dell’accordo fu divulgato dagli stessi USA, consegnando carri armati Patton usati in Vietnam, e l’aereo da attacco Skyhawk.
Guerra del Kippur
Durante la guerra del Kippur nel 1973 gli Stati Uniti organizzarono un ponte aereo, ‘Operazione Nickel Grass’, per fornire armi e rifornimenti all’alleato in difficoltà; più di 22.000 tonnellate di carri armati, artiglieria, e varie munizioni. L’operazione è stata accompagnata dal trasporto marittimo di circa 33.000 tonnellate di materiale e il trasferimento di 40 ‘F-4 Phantom’, 36 ‘Douglas A-4 Skyhawk’ e 12 ‘Lockheed C-130 Hercules’ per sostituire rapidamente le sopravvenute perdite di guerra israeliane.
Con Reagan, Israele come la Nato
Gli aiuti diventano cooperazione militare sotto la presidenza di Ronald Reagan negli anni 1980. Nel 1983 le due parti costituiscono un gruppo militare congiunto (Joint Political Military Group, JPMG) il quale si riunisce da allora due volte l’anno. Nel 1984 iniziano le esercitazioni militari aeree e marittime e gli USA costruiscono loro arsenali su territorio alleato (le “war reserve stock”, WRS). Nel 1987 gli Stati Uniti concedono a Israele lo status privilegiato di ‘alleato maggiore’ non-NATO ma uguale
Controversie inevitabili
Le strette relazioni militari non hanno escluso controversie e polemiche. Gli aiuti militari Usa potrebbero essere utilizzati solo ed esclusivamente per scopi di sicurezza interna o comunque strettamente difensivi. Bombe a grappolo durante la guerra del Libano (1982) e Libano (2006), o le bombe da una tonnellata su Gaza difficili da giustificare. Regole saltate. A cominciare da Washington, con la destra messianica ebraica che vorrebbe cancellare accordi per potere andare oltre in Cisgiordania.
Una valanga di armi e di miliardi
Aiuti militari e appalti. In termini di soldi totali ricevuti Israele è il più grande beneficiario cumulativo di assistenza militare da parte degli Stati Uniti dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, seguito a ruota da Vietnam, Egitto, Afghanistan e Turchia. Secondo il servizio di ricerca del Congresso, tra il 1998 e il 2005 gli USA rappresentavano la stragrande maggioranza degli accordi di trasferimento di armi da parte di Israele. Ma siamo agli spiccioli rispetto all’attualità.
Flotta aerea d’attacco e da paura
Israele possiede la più grande flottiglia aerea di F-16 Fighting Falcon al mondo al di fuori dell’United States Air Force. 362 unità in formazione attiva, oltre a 106 altri McDonnell Douglas F-15 Eagle. Israele è stato inoltre il primo paese al di fuori degli USA a ricevere l’F-35 e si aspetta un totale di 50 unità e due squadroni completi già dal 2022. Nel 2024, anniversario della guerra in corso, Israele spenderà circa 31 miliardi di dollari per la difesa. Una cifra che è dell’87% superiore a quella del 2023.
Usa-Israele o Israele-Usa?
Secondo la Brown University da ottobre 2023 a ottobre 2024 gli Stati Uniti hanno erogato a Israele aiuti militari per 17, 9 miliardi di dollari. Secondo uno studio del Council on Foreign Relations, Israele è il Paese che in assoluto nel dopoguerra ha ricevuto più soldi dagli Stati Uniti per spese militari. A costi attuali Washington ha erogato aiuti per 310 miliardi di dollari. In questa fase, al di là dell’emergenza, eroga un fisso di 3,8 miliardi di dollari all’anno, frutto della cosiddetta ‘misteriosa alleanza’.
Infatti non esiste un patto scritto di difesa tra Tel Aviv e Washington, come col Giappone o con altri alleati europei. Eppure, a parere di molti diplomatici, Israele e USA per certi versi sembrano un unico Paese.
16/10/2024
da Remocontro