Si terrà domani 22 luglio in Prefettura ad Arezzo, dopo l’annuncio dello stato di agitazione da parte dei sindacati NurSind, Nursing Up e Unione Sindacale di Base, il tentativo di conciliazione con la ASL Toscana Sud Est.
Diversi gli aspetti che hanno convinto le tre organizzazioni sindacali a compiere questo passo. “I problemi maggiori riguardano le gravi carenze di personale, soprattutto Infermieristico e Oss - spiegano Claudio Cullura, Valentina Galesi e Danilo Malatesta di NurSind, Edgardo Norgini, Marco Marocco e Massimiliano Paolucci di Nursing Up e Stefano Corsini, Giulia Malvezzi e Sabrina Geri di Usb - che hanno raggiunto livelli allarmanti e si ripercuotono sulla qualità dell'ambiente lavorativo e delle cure. Un mix che non consente una adeguata conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Inoltre registriamo ormai da troppo tempo una forte pressione lavorativa, la non certezza di adeguati recuperi e migliaia di ore e ferie arretrate accumulate, anche con riferimento al mancato accordo sulla Banca delle ore. Il tutto senza dimenticare il massiccio ricorso alle prestazioni aggiuntive per il mantenimento di un minimo livello di servizi, la sistematica riduzione degli schemi di servizio che abbassa pericolosamente la qualità delle cure. C’è poi l’aspetto della non adeguata programmazione dei fabbisogni che, se da una parte risulta certamente insufficiente per il personale infermieristico, è totalmente sbagliata per quello Oss, dove sono previsti solamente 6 ingressi nel corso del 2024”.
Le denunce delle tre organizzazioni sindacali riguardano, infatti, anche la pericolosa e cronica mancanza del personale Oss, che porta a un aggravio di lavoro per il restante personale, nonché al fatto che a sopperirne la carenza è sempre più spesso chiamato il personale infermieristico, generando fenomeni diffusi si demansionamento.
Vengono anche segnalati il ricorso sempre più frequente allo spostamento continuo e incontrollato di personale da un reparto ad un altro, per sopperire alle carenze, anche durante lo stesso turno lavorativo, l’utilizzo delle ‘Pronte disponibilità’ come ulteriore strumento di compensazione delle assenze, e gli spostamenti di servizi e strutture a seguito della riorganizzazione dovuta ai lavori del PNRR effettuati senza tener conto delle esigenze e della sicurezza del personale sanitario, amministrativo e dell’utenza e il ricorso a personale in somministrazione. “Siamo consapevoli - le parole dei rappresentanti delle tre Organizzazioni Sindacali - che la programmazione dei turni di servizio per il mese di giugno è stata difficile, e ancor più difficile per il mese di luglio, dove si registrano ancora assenze negli schemi di servizio.
Riteniamo che la situazione possa ulteriormente aggravarsi pericolosamente ad agosto, quando verosimilmente si verificherà il picco di assenze dovuto anche alla fruizione dei congedi parentali”. “L’Azienda - concludono Claudio Cullurà, Valentina Galesi e Danilo Malatesta di NurSind, Edgardo Norgini di Nursing Up e Stefano Corsini, Giulia Malvezzi e Sabrina Geri di Usb - non ha dato risposte a nessuno di questi aspetti, da noi puntualmente sollevati. Ecco perché la proclamazione dello stato di agitazione si è rivelato inevitabile”.