I propositi del neo segretario Nato Mark Rutte per il nuovo anno e il nostro futuro. L’ex premier olandese nel primo discorso di peso fatto al ‘Concert Noble’ di Bruxelles. Quasi a farci rimpiangere Stranamore-Stoltenberg. Adesso ‘l’Olandese tonante’ viene e dirci che dobbiamo “passare a una mentalità da tempo di guerra”. Una speranza di Natale meglio di Papa Francesco.
Dopo i 100 miliardi del lituano, la Nato olandese
Ieri vi avevamo raccontato della proposta del Commissario Ue Andrius Kubilius, lituano, di moltiplicare per dieci la spesa Ue per la Difesa. Ora tocca all’olandese Mark Rutte, noto falco del rigore, dei tagli di spesa, dell’austerità. ‘Ultimo giapponese del rigore’, lo chiama Andrea Muratore su InsideOver, quando nel 2020 con l’Europa travolta dal Covid-19, tergiversò prima di aprire alla restrizione dei vincoli comunitari sul debito. Un uomo di trasparente spinta umanitaria che ora si conferma alla guida della Nato garante di sicurezza e pace, ci dicevano sino a ieri.
Ora alla guida della Bruxelles atlantica chiede più spesa per armi e infrastrutture militari, ma non ha smesso di pensare al ‘fardello delle risorse pubbliche indirizzate al Welfare’, delle garanzie sociali –dalla sanità alle pensiono-, da cui togliere i soldi per armarci.
L’Europa sociale ‘spendacciona’
L’Europa, sostiene Rutte, “spende il 25% per la salute e la previdenza sociale e per le pensioni”, mentre per il riarmo “abbiamo bisogno solo di una piccola frazione di quella cifra”. Militari disarmati e pensionati spendaccioni. E per Rutte, il vanto dell’Europa che mantiene ancora il record di civiltà nella previdenza sociale, fin che politici come lui lo consentiranno, diventa demerito da denunciare usando trucchi contabili e disonesti, mettendo a confronto dati incomparabili tra loro. Purtroppo la “dottrina Rutte” circola da mesi nei social italiani, soprattutto nel centro liberale’ modello americano. Sponsor l’economista dell’Università Washington a Saint Louis, tale Michele Boldrin, che usa a raffica l’ex Twitter degradato a X di Musk. E questo già la dice tutta.
Campare solo a difesa dell’Occidente
La presa di posizione di Rutte sostiene di fatto la necessità di dover giustificare la spesa pubblica solo se produttiva con la visione d’insieme geopolitica fondata sulla necessità di tutelare l’Occidente dai suoi avversari. E se non servi, muori. Rutte ricorda nel suo discorso la minaccia russa, il riarmo cinese, l’instabilità globale. Evoca l’innalzamento della spesa militare come giustificato dalla necessità di far fronte a sfide sempre più cogenti. Ma forse il vero portato del suo intervento è in un altro passaggio del discorso, il sospetto di Andrea Muratore.
Povera industria della Difesa maltrattata!
Rutte sostiene che “la nostra industria della difesa, qui in Europa, è stata svuotata da decenni di sotto investimenti e ristretti interessi industriali nazionali”, figli di un’epoca in cui il nostro continente era in pace e la difesa era diventata un optional”. Ora lui e purtroppo molti altri, anche a Mosca, decidono che il clima politico anche in Europa è quello di guerra. Ed ecco che “la nostra industria è troppo piccola, frammentata e lenta”. Per gestire la corsa dell’Europa all’economia di guerra.
Più armi, più soldi spesi meglio
La spesa per la Difesa europea andrebbe innanzitutto razionalizzata, evitando sprechi, doppioni (due caccia di sesta generazione, due diversi carri armati e svariate iniziative di difesa aerea in sviluppo, ad esempio) ed egemonie di singoli Paesi e aziende, la critica –questa ragionevole-, e non solo di Rutte. Che insiste nei dettagli: acquisti comuni di armamenti da Usa e Regno Unito coi fondi comuni europei, ad esempio. Chi sa cosa ne pensa Ursula von der Leyen? Poi concede che si potrebbero avere più cannoni anche senza imporre meno pensioni. Colpa di troppa pace che ha disabituato la società attuale a «tempi difficili come quelli odierni».
15/12/2024
da Remocontro