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Bersaglio russo e ostaggio Nato, Ucraina rischio tracollo

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Agenzia ANSA: Biden in Germania ‘L’inverno sarà difficile, mantenere il sostegno a Kiev’. A fine presidenza i conti gravi sul fronte ucraino. «Da Kursk al Donbass si aggrava la situazione per le forze ucraine». Mentre il presidente ucraino Zelensky insiste col suo “Piano per la vittoria”, e le truppe ucraine continuano a perdere terreno su tutti i fronti Mentre quel pezzetto di Russia conquistato a Kursk, rischia di essere l’errore chiave dei due anni di guerra.

 

Ritirate in ritardo difficili da confessare

«L’Alto comando ha concesso di effettuare una manovra per ritirare le unità da Vuhledar al fine di preservare il personale e l’equipaggiamento militare e occupare una posizione per ulteriori azioni», la versione ufficiale ucraina. Prima di questo, il portavoce dell’autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk aveva detto all’agenzia Ria Novosti che la bandiera russa era issata sull’edificio del comune. Il colonnello Ivan Vinnik a capo della difesa, è stato rimosso. Ritirata ritardata su ordini superiori per non dover spiegare la sconfitta mentre Zelensky era negli Stati Uniti. Guerra d’immagine per vendere meglio la propria politica e ottenere altri armamenti in cerca di soldati per usarli.

Russia all’attacco prima del gelo inverno

Dettagli, villaggio per villaggio conquistato. Sintesi strategica: Nella regione di Donetsk i russi sono ormai alle porte di Kurakhovo, a sud di Pokrovsk e a est di Marynka e sono penetrati con le avanguardie ad Alexandropol, sostiene Analisi Difesa. E non va meglio per gli ucraini a nord, nelle regioni di Luhansk e Kharkiv dove i russi continuano a premere su Kupyansk e per cacciare gli ucraini dalla sponda orientale del fiume Oskol. Un rapporto dello stato maggiore ucraino citato il 5 ottobre da RBC-Ucraina rileva che i russi stanno incrementando il numero di attacchi in direzione di Kupyansk, nella regione ucraina di Kharkiv. In realtà i russi sembrano premere lungo tutti i fronti.

Russia sul fronte di Kursk

Le cose non vanno meglio nella regione russa di Kursk dove le truppe ucraine continuano a perdere terreno e i russi avanzano lungo i fianchi dello schieramento nemico e soprattutto lungo il confine minacciando di accerchiare le forze di Kiev spinte più in profondità in territorio russo. I soldati russi “liberano ogni giorno uno o due insediamenti” nella regione riferisce Komsomolskaya Pravda. Secondo il capo di stato maggiore delle forze armate ucraine, la Russia ha trasferito circa 50.000 militari nella regione di Kursk. In precedenza il presidente Zelensky aveva riferito il 19 settembre che le forze russe messe in campo nella regione di Kursk contavano 40.000 militari. Non tolti dall’attacco nel Donbass.

Catastrofe militare e tragedia umana

Dall’attacco ucraino iniziato il 6 agosto gli ucraini hanno perduto un gran numero di cingolati da combattimento CV-90, Marder e M-2 Bradley come ha raccontato Forbes. Armamenti occidentali. Mentre le perdite delle forze ucraine nella regione russa di Kursk dall’inizio dell’offensiva di Kiev, avrebbero raggiunto i 21.550 soldati tra morti e feriti con la distruzione di 139 carri armati secondo i dati forniti il 10 ottobre dal ministero della Difesa russo. Nell’ultima settimana di settembre, i russi hanno lanciato sull’Ucraina quasi 900 bombe d’aereo, oltre 300 droni kamikaze Shahed e più di 40 missili: lo ha dichiarato il presidente ucraino su Telegram, citato da Ukrinform.

Colpi di droni ucraini in profondità

La schiacciante potenza di fuoco russa, i bersagli dei raid ucraini con droni contro depositi di munizioni. Negli ultimi giorni missili Storm Shadow/SCALP EG hanno colpito depositi e retrovie russe ad Avdiivka, nella regione di Donetsk e probabilmente le stesse armi lanciate dai velivoli Su-24M hanno incendiato il 7 ottobre un deposito di carburante a Feodosia, in Crimea, in fiamme da 5 giorni. Attacchi a cui i russi hanno replicato colpendo ancora con missili ipersonici Kinzhal la base aerea di Starokostantinov nell’Ucraina Occidentale, che ospita i pochi velivoli Su-24M rimasti operativi e gli F-16 rimasti (5 anche da fonti russe 2 sono stati distrutti al suolo negli attacchi missilistici)

Prospettive ravvicinate

Indiscrezioni da fonti sia russe che ucraine indicano che il comando russo starebbe accumulando quattro complessi di forze per scatenare un’offensiva simultanea su diversi fronti, per provocare il collasso delle difese ucraine a corto di truppe, munizioni e difese aeree e con diversi reparti bloccati nella regione russa di Kursk. Difficile comprendere se si tratti di un rischio reale o se invece le forze russe continueranno a sostenere l’attuale sforzo offensivo con progressi costanti e quotidiani. Ambienti NATO e centri studi filo-ucraini sostengono che Mosca non dispone delle riserve per scatenare pesanti offensive a cause delle rilevanti perdite subite secondo Kiev e gli anglo-americani.

Pentagono quasi pentito

Pesanti perdite russe a settembre, ma il Pentagono afferma senza mezzi termini che questo tributo di sangue russo non fa comunque presagire una vittoria dell’Ucraina, che sta anch’essa subendo enormi perdite: un alto funzionario militare statunitense ha affermato che il Pentagono si aspetta che la Russia continui a fare “guadagni incrementali” lungo il fronte. Le analisi occidentali hanno sbagliato almeno due volte: una prima, quando tra i vertici del Pentagono e della NATO davano all’Ucraina due o tre settimane di sopravvivenza; una seconda, quando sognavano che le sanzioni internazionali, avrebbero messo in ginocchio l’apparato militare di Mosca.

Altra fonte, le perdite russe

Mosca perde uomini e mezzi ma Kiev non può vincere la guerra, sostiene Paolo Mauri su InsideOver. Il Pentagono ha affermato recentemente che la Russia ha perso circa 600mila soldati dall’inizio del conflitto. Da agosto, quando è cominciata la controffensiva ucraina nella regione di Kursk, Mosca ha continuato a conquistare territorio nella regione di Donetsk. Ma le difficoltà ucraine sono fisiologiche: anche Kiev non ha ordinato una mobilitazione generale e l’operazione su Kursk ha drenato truppe fresche per il fronte meridionale, determinando a volte buchi nelle linee di difesa e soprattutto la mancanza di avvicendamento, con conseguente usura del personale e dei mezzi.

Russia, perdite soprattutto navali

La Russia ha visto 32 navi della sua flotta del Mar Nero danneggiate o distrutte, insieme a due terzi del suo stock di carri armati. Le perdite più gravi sono sicuramente quelle navali: la “guerriglia” marittima ucraina ha eliminato assetti navali che hanno costretto la Russia a ridurre la presenza della flotta negli specchi d’acqua prossimi al territorio ucraino, e soprattutto hanno scongiurato una qualsiasi azione anfibia, levando di fatto una possibilità tattica allo Stato maggiore russo e scongiurando la possibile presa di Odessa e il ritorno sulla riva destra del fiume Dnepr. Da parte ucraina, deficit di personale e l’operazione su Kursk ha ulteriormente peggiorato questa situazione.

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