Con l’avanzata delle truppe russe che prosegue senza sosta lungo tutta la linea del fronte e di fronte ai timori su come cambierà la politica statunitense nei prossimi mesi, Joe Biden è più deciso che mai a sostenere l’Ucraina. A renderlo molto chiaro, dopo che all’inizio della settimana il leader democratico ha approvato nuove forniture militari urgenti per Kiev, è il consigliere uscente per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan.
Quest’ultimo ha dichiarato che “nei prossimi due mesi l’amministrazione Biden invierà un segnale al Congresso americano per far capire che vorremmo vedere fondi aggiuntivi per l’Ucraina nel 2025, in modo che Kiev abbia l’opportunità di raggiungere una posizione il più forte possibile in vista dei negoziati” con la Russia di Vladimir Putin. Le recenti mosse del presidente americano uscente sembrano sempre più una corsa contro il tempo per blindare il supporto a Volodymyr Zelensky, almeno per tutto il prossimo anno, in modo da impedire al prossimo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, di disimpegnarsi rapidamente dal conflitto ucraino.
Biden corre in soccorso di Zelensky: chiederà una pioggia di miliardi al Congresso per blindare il supporto Usa a Kiev
Un impegno che il presidente uscente appare determinato a portare a termine prima della sua uscita di scena definitiva, cercando di rinsaldare l’alleanza con l’Unione europea – letteralmente terrorizzata all’idea di trovarsi da sola a contrastare l’esercito di Putin – in chiave anti-russa. A prova di ciò vi è l’incontro tra il segretario di Stato americano uscente, Antony Blinken, e l’alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue, Josep Borrell, insieme al suo sostituto designato, Kaja Kallas.
Durante l’incontro, il fidato alleato di Biden ha ribadito la necessità di “riaffermare la forza del partenariato transatlantico con l’Unione europea e discutere su come contrastare l’aggressione della Russia contro l’Ucraina al fine di rafforzare la pace e la stabilità nel mondo”. Borrell ha risposto affermando che “la partnership tra l’Ue e gli Stati Uniti è indispensabile per la sicurezza e la stabilità dei continenti europeo e americano, nonché del mondo intero”, esprimendo la speranza che la situazione non cambi con l’ormai imminente avvento dei repubblicani alla Casa Bianca.
L’Ucraina allontana i negoziati: “No a concessioni territoriali alla Russia”
Mentre continuano i combattimenti al fronte e la Russia avrebbe conquistato altri due villaggi nel Donbass, anche da Kiev si inviano messaggi all’indirizzo di Trump. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, in un’intervista a Repubblica ha provocato il tycoon affermando che Donald “è un politico che punta a essere il numero uno. I progetti ipotizzati in queste ore si basano tutti sul concedere qualcosa alla Russia, ma sono suggestioni di Putin. Se Trump gli andasse dietro, diventerebbe il numero due. E non credo che possa accettarlo”.
Poi, entrando nello specifico, ha spiegato che le ipotesi relative all’accettazione di un cessate il fuoco in cambio della concessione alla Russia dei territori occupati e dell’ingresso immediato dell’Ucraina nella Nato sono “pure ipotesi perché si presuppone che l’Ucraina debba per forza concedere qualcosa. Gli obiettivi di Putin sono la distruzione dell’Ucraina e il dominio in Europa, quindi perché dovrebbe accettare l’accordo? Non credo che il paese aggredito debba fare concessioni e smettere di resistere. Stiamo combattendo da tre anni e ora dovremmo rinunciare alla nostra sovranità? Sfortunatamente non vedo la stessa discussione su cosa la Russia dovrebbe concedere o pagare. È un po’ strano, no?”.
Per questo, come già fatto da Zelensky nei giorni scorsi, Podolyak tenta di allettare il presidente eletto degli Usa spiegando che una pace giusta è possibile perché “abbiamo sviluppato competenze militari e possiamo offrire a Trump una parziale sostituzione dei contingenti americani in varie regioni, prima di tutto in Europa. Abbiamo inoltre giacimenti di minerali rari, come litio e titanio, che possiamo sfruttare insieme. L’approccio razionale è obbligare la Russia ad accettare condizioni appropriate, non chiedere o negoziare, ma obbligare”.
Una linea di pensiero sostenuta pienamente dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, secondo cui “solo il governo ucraino può decidere di avviare colloqui con la Russia per porre fine a tutto questo. Ma devono affrontare la questione da una posizione di forza, ed è per questo che dobbiamo continuare a fornire aiuti alla difesa in Ucraina per assicurarci che siano in quella posizione di forza quando arriverà quel giorno”.
Ma non è tutto. Rutte, con un evidente messaggio a Trump, aggiunge che “la Nato ha bisogno degli Usa, come gli Usa hanno bisogno della Nato”, poi in riferimento all’Ucraina conclude spiegando che “abbiamo già chiarito che il loro futuro sarà nella Nato” perché si tratta di “un percorso irreversibile” per il quale “stiamo già predisponendo un ponte con la promessa di 40 miliardi di dollari”.
14/11/2024
da La Notizia