L’autorizzazione a Kiev a usare i missili Atacms contro la Russia non cambia la dinamica del conflitto perché alcuni limiti seminascosti restano. La decisione, presa da Joe Biden negli ultimi due mesi di presidenza, è presentata come risposta all’invio in battaglia di truppe nordcoreane. Alcuni limiti chiave per Zelensky, restano. E, benché complichi i calcoli di Donald Trump, denuncia Limes, il neoeletto ha comunque alcune opzioni per volgerla a proprio favore.
Dispetto di Biden a Trump, forse, ma cambia poco
Gli Stati Uniti autorizzano per la prima volta l’Ucraina a usare missili Atacms contro il territorio russo, ma non molte restrizioni tenute nascoste. Washington, ci svela Federico Petroni non ha dato un via libera indiscriminato. Restano alcuni limiti, con gli Stati Uniti che continuino ad avere voce in capitolo su dove e quando usare gli Atacms. «Sembra una decisione molto simile a quella dello scorso maggio, quando la Casa Bianca autorizzò l’utilizzo degli Himars, un sistema a più corto raggio, per la sola battaglia di Kharkiv».
Quindi, la reazione di Kiev
Da tempo il presidente Volodymyr Zelens’kyj chiede con insistenza di rimuovere il divieto. Tutti i divieti e tutti i limiti, ma così non è. Interrogato sulla notizia, il leader ucraino non si è diffuso in ringraziamenti, limitandosi a dire che non sono cose di cui parlare in pubblico, che non si fa male al nemico solo a parole e che “i missili parleranno da soli”. Priva di sollievo, la frase sibillina può intendere che le armi potrebbero essere impiegate altrove o che il braccio di ferro con gli americani continua.
Saliente di Kursk
Poi vanno considerate le giustificazioni statunitensi, molto mirate. La Casa Bianca dice di voler supportare le truppe ucraine nella regione russa di Kursk, occupata da agosto –errore strategico per la maggior parte delle valutazioni militari-, che stanno per essere investite dalla controffensiva di 50 mila soldati determinati a riconquistare l’area. Evitare una ritirata da Kursk potrebbe servire a usare la provincia come pedina di scambio in futuri negoziati, ma se ci fosse il crollo di quel fronte con truppe ucraine imprigionate in una sacca, allora sarebbe catastrofe.
Quei 10mila nordcoreani bersaglio?
La decisione americana è descritta anche come un messaggio alla Corea del Nord. Washington vuol farle sapere che pagherà un prezzo per aver inviato 10 mila soldati a partecipare alla controffensiva su Kursk, che le sue truppe sono vulnerabili e che non le conviene inviarne altre. Difficilmente gli Stati Uniti credono che ciò basterà a dissuadere P’yŏngyang, ma molto probabilmente temevano che non fare nulla avrebbe incoraggiato l’imprevedibile Kim a incrementare il supporto ai russi. Non è la portata militare e creare timori, ma l’eventuale portata politica del gesto nell’inquieto mar del Giappone e cinese.
Rappresagli russa sotto stimata
Inoltre, i funzionari americani non sembrano particolarmente preoccupati di una rappresaglia russa. Tempo fa, Vladimir Putin aveva detto che l’uso di armi occidentali contro il proprio territorio avrebbe comportato reazioni contro obiettivi in Europa. Motivo per cui anche l’intelligence, oltre al Pentagono e qualche stretto consigliere di Biden, è contraria ad attacchi ucraini in profondità. È per evitare questa escalation che il via agli Atacms è stata geograficamente circoscritta. Senza contare che la gittata dei missili, circa 350 chilometri, non è sufficiente a minacciare Mosca.
Quei supermissili sono pochi, da non sprecare
Infine gli ucraini non hanno tanti Atacms. Quand’anche gli americani dessero un via libera indiscriminato su tutta la linea del fronte, le scorte non sono tali da alterare le sorti del conflitto. Il principale svantaggio di Kiev è non poter disarticolare le linee di rifornimento del nemico. Dotata di meno uomini e risorse, davanti al paese con il territorio più vasto al mondo e dunque a un’imponente rete logistica militare, non può vincere una guerra di logoramento. Mentre gli Stati Uniti, in particolare il Pentagono, non intendono svuotare gli arsenali per fornirli a Kiev. Dunque –sottolinea Federico Petroni-, non c’è nessuna rivoluzione dell’approccio americano alla guerra, ma della conferma di attendere l’esaurimento di una delle due parti.
Per Trump, qualche calcolo da fare in più
La decisione complica i calcoli della nascente amministrazione Trump, perché ha posto le basi per ulteriori autorizzazioni a colpire in profondità. Qualora il nuovo presidente dovesse rovesciarla, sarebbe interpretato come un tirarsi indietro e potrebbe incoraggiare i russi. Non è nemmeno escluso che quello di Biden sia un regalo di fine mandato per legare le mani a Trump. È così che lo interpreta Richard Grenell, molto vicino al leader repubblicano, furioso per una “escalation durante il periodo di transizione”. Ma il presidente eletto potrebbe anche usarla a proprio vantaggio. Nessuno conosce i piani di Trump per l’Ucraina. Probabilmente nemmeno lui.
Più ipotesi che progetti concreti
Di certo si sa che Trump non intende abbandonare Kiev, ma usare nuovi incentivi e pressioni per portare sia gli ucraini sia i russi al tavolo negoziale. Potrebbe minacciare sia i primi di tagliare i rifornimenti sia i secondi di aumentarli oppure di rimuovere i limiti a portare la guerra in Russia. Nella nuova amministrazione ci saranno pure repubblicani tradizionali che in questi anni hanno aspramente criticato Biden per non aver fatto militarmente abbastanza. L’autorizzazione sugli Atacms potrebbe rientrare in una più ampia mossa provocatoria per spiazzare il Cremlino e aumentare la sua propensione a trattare.
Ma il vero ostacolo non è sul campo di battaglia
Il vero ostacolo a una soluzione negoziale è lontano dal campo di battaglia. Riguarda lo status della Repubblica ucraina. Kiev si vuole nella Nato, Mosca si oppone. Anche l’America, ma finora non l’ha voluto ammettere. È uno dei motivi per cui è scoppiata la guerra. È uno dei dilemmi che Trump è chiamato a sciogliere. E su cui si misurerà l’ingresso in nuova epoca dopo la fine dell’era post-guerra fredda. Di cui l’Ucraina è stata una delle poste in gioco.
26/11/2024
da Remocontro