23/08/2025
da Il Manifesto
Mancano indicazioni chiare sulle nuove tariffe. Come l’Italia altri otto Paesi in Europa hanno adottato la stessa misura
Da oggi, e almeno per tutta la prossima settimana, non sarà possibile inviare pacchi contenenti merci negli Stati uniti. Lo stop alle spedizioni oltreoceano è stato annunciato ieri da Poste italiane come conseguenza delle nuove normative doganali volute dal presidente americano Donald Trump e non riguarda solo l’Italia ma per ora almeno altri otto paesi europei (Francia, Germania, Belgio, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Austria, Svezia e Spagna), numero che sembra però destinato ad aumentare nelle prossime ore. Si tratta di una misura «temporanea», ha specificato Poste italiane, in attesa delle nuove tariffe di importazione che entreranno in vigore a partire dal 29 agosto, giorno in cui «le merci spedite verso gli Usa – spiega una nota di Poste italiane – saranno soggette al pagamento delle tariffe doganali prima dell’arrivo negli Stati uniti».
La nuova misura è emersa a seguito di un decreto degli Stati Uniti, approvato lo scorso 30 luglio, che modifica le procedure doganali per le merci spedite verso gli Usa che in precedenza beneficiavano di una franchigia doganale fino a 800 dollari e alle quali in futuro saranno applicate tariffe comprese tra 80 e 200 dollari per articolo. Una decisione presa in realtà da Trump all’inizio dell’anno per ostacolare il commercio di Pechino e, in particolare, le grandi piattaforme cinesi che invadono il mercato a stelle e strisce ma in seguito estesa anche all’Europa.
Il problema «è che le specifiche e le modalità tecniche sono state pubblicate dalla dogana americana soltanto lo scorso 15 agosto», prosegue Poste italiane, senza che siano state rese note le nuove indicazioni da parte delle autorità statunitensi e/o eventuali deroghe ai tempi indicati. Continueranno comunque a essere accettate le spedizioni di corrispondenza non contenenti merce, nonché quelle veicolate da Pste italiane negli Stati uniti attraverso il servizio «Poste Delivery International Express».
Eventuali difficoltà che dovessero verificarsi da oggi negli uffici postali non riguarderanno però solo casa nostra. Come detto la nuova politica dei dazi ha spinto i servizi postali di mezza Europa ad adottare misure analoghe a quelle italiane. Il gruppo francese La Poste ha annunciato che non recapiterà più pacchi negli Usa a partire dal 25 agosto, con l’eccezione di «regali privati sotto 100 euro». La Poste invia in media 1,6 milioni di pacchi negli Stati uniti all’anno, l’80% dei quali proviene da aziende e il 20% da privati. Situazione analoga in Germania dove Dhl, che opera anche a livello azionale con il marchio Deutsche Post, che garantisce la spedizione solo di «regali» con un valore non superiore ai 100 dollari (86 euro). La situazione sembrerebbe leggermente migliore in Gran Bretagna dobe la Royal mail ha comunicato di puntare a ripristinare il servizio «entro due giorni».
Anche la società svedese-danese PostNord ha invece motivato la sospensione con i ritardi da parte delle autorità statunitensi nel fornire i dettagli tecnici necessari all’adeguamento: «Una decisione spiacevole ma necessaria per garantire la piena conformità delle nuove regole», ha dichiarato il responsabile comunicazione Bjorn Bergman.
Secondo la Casa Bianca, l’eliminazione dell’esenzione punta a contrastare «pratiche di spedizione ingannevoli, materiale illegale e l’elusione dei dazi», sostenendo che alcuni operatori abbiano abusato delle vecchie regole per inviare sostanze illecite negli Usa. L’amministrazione Trump ha inoltre riferito che le spedizioni esenti da dazi sono più che raddoppiate, passando da 115 milioni nel 2023/24 a 309 milioni entro giugno 2025. L’ordine esecutivo anticipa di due anni l’applicazione della misura, inizialmente prevista per il 1° luglio 2027.