Informazione e media
21/09/2025
da Remocontro
Crollano le vendite dei quotidiani: perdite a doppia cifra per molte testate, con poche eccezioni. Estratto dalla newsletter Charlie del Post. «Il falò di Corriere della sera, Repubblica, Sole 24 ore e non solo». Anche gli ascolti Tv scendono a picco, ma di questo parleremo a fine anno.
I numeri impietosi delle copie vendute
I dati di diffusione dei quotidiani nel mese di luglio 2025. I dati sono la diffusione media giornaliera al risultato totale, un dato (fornito dalle testate e verificato a campione) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, tra copie pagate, o scontate, o gratuite; copie in abbonamento; copie cartacee o digitali; copie acquistate da singoli lettori, o da ‘terzi’ (aziende, istituzioni, organizzazioni). Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.
- Corriere della Sera 157.769 (-7%)
- Repubblica 77.664 (-14%)
- Stampa 54.094 (-12%)
- Sole 24 Ore 47.805 (-8%)
- Resto del Carlino 44.791 (-12%)
- Messaggero 40.180 (-10%)
- Gazzettino 30.303 (-8%)
- Nazione 29.195 (-14%)
- Dolomiten 24.551 (-8%)
- Fatto 23.739 (-13%)
- Giornale 23.349 (-12%)
- Messaggero Veneto 22.136 (-7%)
- Unione Sarda 19.855 (-13%)
- Verità 18.125 (-14%)
- Secolo XIX 17.914 (-8%)
- Eco di Bergamo 17.799 (-11%)
- Libero 16.557 (-13%)
- Manifesto 13.749 (+1%)
- Avvenire 13.723 (-4%)
- ItaliaOggi 5.419 (-2%)
Prime 10 testate oltre il meno 10%
La media dei cali percentuali anno su anno delle prime quindici testate a luglio è addirittura del 10,6%, come già a giugno: assai più alta che nei mesi precedenti.
Corsera. Rispetto a questo dato continua quindi ad andare assai meglio – ormai stabilmente da alcuni anni – il Corriere della Sera (che però questo mese ha avuto il secondo calo maggiore dell’ultimo anno) e un po’ meglio anche il Sole 24 Ore.
Repubblica. Mentre Repubblica è tornata da tre mesi a perdite assai maggiori della media, e a luglio per la prima volta nella storia è scesa sotto la metà delle copie del rivale Corriere.
Gruppo Monrif. Vanno ancora male i quotidiani del gruppo Monrif (Nazione e Resto del Carlino), che possiede anche il Giorno, a sua volta in calo dell’15%.
Governativi. E sono tornati a grosse perdite i quotidiani sostenitori della maggioranza di governo, Giornale, Libero e Verità.
Bene Manifesto e Avvenire. Mentre nel suo piccolo il Manifesto continua a fare eccezione, con crescite piccole ma costanti che a luglio lo hanno portato a superare di una manciata di copie Avvenire.
Il peggio, il meglio e le edizioni digitali
Il mese precedente l’Unione Sarda, quotidiano di Cagliari, era sceso per la prima volta sotto le 20mila copie. Tra i giornali locali continua a perdere di più il Tirreno di Livorno (-13%), che in soli due anni ha perso il 29% delle copie individuali pagate, superato in questo confronto solo dal quotidiano economico milanese ItaliaOggi (-32% rispetto a luglio 2023) mentre il miglior risultato sui due anni è del Manifesto (+8%).
I soli abbonamenti alle edizioni digitali – ‘la direzione del futuro’– l’ordine delle testate è questo (sono esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale): il Corriere ne dichiara quasi 40mila, il Sole 24 Ore più di 32mila, il Fatto più di 28mila, Repubblica più di 16mila). Le percentuali sono la variazione rispetto a un anno fa, e quelle tra parentesi sono invece le variazioni degli abbonamenti superscontati.
- Corriere della Sera 47.685 +3,7% (-10,6%)
- Sole 24 Ore 21.249 -4,2% (-1,5%)
- Repubblica 18.199 -12,1% (+1,3%)
- Manifesto 7.580 -1,6% (non offre abbonamenti superscontati)
- Stampa 6.561 +4,4% (-9,9%)
- Fatto 6.114 -5,6% (+12,7%)
- Gazzettino 5.608 -4,9% (+8,5%)
- Messaggero 5.356 -5,8% (+8,8%)
Digitale deludente sul resto del mondo
I dati sono piuttosto deludenti rispetto alle necessità e opportunità di crescita di questa fonte di ricavo: la più promettente tra le testate internazionali negli ultimi anni. Crescite lontane dal compensare le perdite di copie cartacee. Anche qui va meglio di tutti il Corriere della Sera, a cui anche questo mese si aggiunge con un dato positivo solo la Stampa. Le perdite annuali persino degli abbonamenti digitali sono compensate in alcuni casi dalle crescite degli abbonamenti molto scontati: il cui valore è impossibile da sintetizzare, data la varietà delle promozioni e degli sconti: ci sono in questo dato abbonamenti pagati anche 150 euro come altri in offerte a pochi euro. È quindi migliore di altri il dato del Fatto, che da mesi sta facendo crescere i suoi abbonamenti scontati (che non raggiungono i prezzi quasi inesistenti di altri giornali, e un ricavo lo generano).