27/09/2025
da Remocontro
Trottola Trump che ora fa vincere la guerra l’Ucraina per scaricarla sulla schiena dell’Europa, e promette la pace in Palestina continuando ad armare Netanyahu. I 21 punti di Trump all’Onu tradotti da Meloni in Italiano. E oggi la versione originale direttamente da Netanyahu. E le voglie di guerra aerea nei cieli europei con stupidità politiche criminali
Israele nero sul mondo
Netanyahu oggi parlerà alle Nazioni unite, fronte unico di contestazione politica con la raffica di riconoscimenti dello Stato di Palestina da parte anche occidentale, alcuni alleati storici di Israele. L’Italia nei secoli fedele, non come i carabinieri ma come Trump. Natanyahu lunedì incontrerà Trump con cui, discuterà «della necessità di terminare gli obiettivi della guerra (a Gaza): riportare indietro tutti i nostri ostaggi, sconfiggere Hamas e ancora dell’Iran». Alcuni punti fermi noti, a memoria anche italiana: «Non ci sarà mai uno Stato palestinese tra Israele e il fiume Giordano. E Israele al suo fianco avrà Donald Trump». Difficile da capire, per alcuni protagonisti politici di incerte reazioni.
Nostro spirito patriottico
- Per puro spirito patriottico, Remocontro vuole aiutare gli immemori. A Gaza siamo a oltre 75mila morti, secondo la rivista scientifica Lancet, a più di 180mila e per lo stesso Idf israeliano, a più di 200mila vittime tra morti e feriti la maggior parte civili. Nei due anni di genocidio – conferma l’Onu – a che numero di vittime corrisponde il «proporzionale» chiesto da Giorgia Meloni? Da non confondere con la decimazione di memoria nazista-fascista.
Abu Mazen e la Palestina perduta
Il mai rieletto, Abu Mazen, presidente a vita dell’Autorità Nazionale Palestinese, ha dettato i suoi nove punti per la pace. Un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza; la fine dell’uso della fame come arma di guerra da parte di Israele; il rilascio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi; piena responsabilità dell’Anp a Gaza; la ricostruzione; l’avvio di riforme nell’Anp; elezioni entro un anno dalla fine della guerra. Tra favola e illusione mentre il massacro sul campo è quotidiano e senza una pausa. Mentre, assaggio ulteriore, Netanyahu ha ordinato la chiusura a tempo indeterminato del valico di Allenby tra Cisgiordania e Giordania, sbarrando il passaggio a milioni di palestinesi.
Trump e la Cisgiordania
L’amministrazione Trump avrebbe promesso ai leader arabi che impedirà l’annessione della Cisgiordania. Il ministro degli esteri israeliano Gideon Saar, invece, sostiene che lo Stato ebraico estenderà la sua sovranità alle colonie, quindi almeno sul 60% della Cisgiordania. Netanyahu con Trump – che ieri ha annunciato di nuovo che l’accordo di tregua a Gaza è «molto vicino» – discuterà dei 21 punti presentati dal presidente americano all’incontro avuto a inizio settimana con Arabia saudita, Emirati, Qatar, Egitto, Giordania, Turchia, Indonesia e Pakistan. Ha già messo le mani avanti dichiarando che ‘nessuno potrà imporre a Israele piani e proposte contro la sua sicurezza’. Insomma, come sempre ‘qui comando io’. Rivolto anche a Trump.
Fregole di guerra nei cieli d’Europa
Trottola Trump planetario, dopo la mancata pace trattata con Putin, ora afferma che l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea, potrebbe riconquistare tutto il suo territorio. Attenti a noi: dietro questo sorprendente ottimismo si nasconde l’annuncio di un sempre minore coinvolgimento degli Stati Uniti e il trasferimento della responsabilità all’Europa. Se ne accorge persino l’ultra interventista premier polacco Donald Tusk: «Meglio la verità che le illusioni». Insomma, ‘non contarci balle’, rivolto a Trump. Lui che più volte si era espresso a favore di un intervento diretto della Nato contro Mosca e favorevole ad abbattere velivoli russi fuori rotta nei propri cieli, ma solo «insieme agli alleati della Nato». Stati Uniti soprattutto. Ma adesso, ‘meglio darsi una calmata’.
Von guerriera tanto morbida sui dazi
Turk a differenza della presidente Ue Von der Leyen che alla Cnn ha dichiarato «se c’è un’intrusione nello spazio aereo, dopo un avvertimento, dopo essere stati molto chiari, ovviamente l’opzione di abbattere un jet che sta violando il nostro spazio aereo è sul tavolo». Attacchi di isteria decisionale dopo le critiche generali per la morbidezza con Trump nello scontro sui dazi. E chi si prenderà la responsabilità di un eventuale atto di guerra contro la Russia se gli Usa si tirano indietro, si chiede il manifesto? A domanda diretta Trump ha risposto «dipende». E qualcuno inizia a preoccuparsi sulla necessità di raccogliere fondi in caso di abbandono da oltreoceano. Sul Financial times il cancelliere tedesco Merz spara al vento, e ripropone di rubare gli «asset congelati russi».
Nato-Rutte in attesa di ordini
- Il Segretario generale della Nato, Mark Rutte, dichiara di essere «totalmente d’accordo con Trump», come se servisse ripeterlo. «È assolutamente necessario abbattere i jet russi che sconfinano nello spazio aereo dei membri del Patto atlantico». Stupidità criminale rispetto al rischio sempre più vicino per il futuro del mondo. E l’ambasciatore russo in Francia, Alexey Meshkov, era stato chiaro: «l’eventuale abbattimento di un aereo russo da parte della Nato nel suo spazio aereo scatenerebbe una guerra». Poco prima gli Usa avevano fatto alzare in volo quattro F-16 in seguito all’intercettazione di un aereo militare russo nei pressi dello spazio aereo a stelle e strisce. Ma sono episodi consueti che ora qualcuno ha interesse a montare. Forse a sostenere il costosissimo «muro anti-drone» che Bruxelles vuole approntare lungo il fianco orientale del continente.