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Cina da grande inquinatore a leader mondiale dell’energia pulita

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Ambiente

07/11/2025

da Remocontro

Remocontro

La Cina sulla strada per diventare il primo ‘Elettro Stato’, al mondo grazie al boom dei veicoli elettrici, abbinato alla rapida elettrificazione industriale pulita che ha raggiunto il 30%, nettamente superiore a quello di Stati Uniti e Unione europea, dove negli ultimi anni si è stabilizzato a circa il 22%

Cina ad energia pulita

Nel 2024 i veicoli elettrici hanno rappresentato circa il 47,9% delle vendite totali di autovetture in Cina, con un notevole aumento rispetto al 2020, quando i veicoli elettrici rappresentavano solo il 6,3% delle vendite totali. Ma il fiorente settore delle energie rinnovabili di Pechino non è trainato solo da un ampio mercato interno, ma anche da robuste esportazioni di energia verde. In effetti, solo ad agosto le esportazioni cinesi di tecnologie verdi hanno raggiunto la cifra record di 20 miliardi di dollari, dando vita ad un «nuovo sistema energetico».

Energia pulita export

Gli specialisti rilevano come il settore cinese dell’energia pulita stia facendo ottimi affari con le economie meno sviluppate, nonostante e farse proprio perché gli Stati Uniti di Trump si stiano ritirando dalla corsa all’energia pulita. Nei primi otto mesi di quest’anno le esportazioni verso l’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico, sono aumentate del 75%, mentre le esportazioni verso l’Africa sono quasi triplicate, guidate da Marocco e Nigeria, con il Paese dell’Africa Occidentale che ha registrato un aumento di sei volte negli acquisti. Le esportazioni verso il Medio Oriente sono aumentate del 72%, mentre le vendite verso il Sudamerica sono cresciute dell’11%. Non si tratta, però, solo di auto elettriche. La Cina ad agosto ha esportato 46 GW di impianti fotovoltaici, più della capacità totale dell’Australia.

Calo dei prezzi delle rinnovabili

«L’elettrotecnologia cinese sta diventando la base del nuovo sistema energetico, con continue riduzioni dei costi che stimolano una crescita più rapida che mai, soprattutto nelle economie emergenti», hanno scritto gli analisti. Tutto ciò è guidato da un circolo virtuoso di calo dei prezzi delle energie rinnovabili, un fenomeno economico in cui l’aumento dell’adozione e della produzione porta a una riduzione dei costi, che a sua volta incoraggia una maggiore adozione e produzione, creando una spirale discendente dei prezzi e un’impennata della distribuzione. Questo circolo è guidato dai progressi tecnologici, dalle economie di scala nella produzione, dall’aumento della concorrenza e da un’installazione e gestione più efficienti dei sistemi rinnovabili.

Dipendenza dai pannelli solari cinesi

Dal 2020 il gigante asiatico ha assistito a drastiche riduzioni dei prezzi sia dei pannelli solari che delle batterie per veicoli elettrici. L’anno scorso, l’ex Segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen ha lamentato il fatto che la politica di sottoscrizione nazionale cinese per le aziende energetiche e di altro tipo ha creato un eccesso di offerta e distorto i mercati globali. La Cina ha investito oltre 50 miliardi di dollari in linee di produzione di ‘wafer solari’, 10 volte di più dell’Europa, e controlla anche circa il 95% della fornitura mondiale di polisilicio e wafer. Nel 2024 la capacità installata della Cina per le energie rinnovabili, inclusi eolico e solare, ha raggiunto i 1.410 GW, superando il carbone.

Rinnovare le ‘rinnovabili’

  • All’inizio dell’anno, il South China Morning Post ha riferito che il Paese stava cercando di modernizzare il settore delle energie rinnovabili, lasciando che i prezzi dell’energia pulita siano determinati dai mercati, anziché dal governo. «Con lo sviluppo su larga scala di nuove energie, il prezzo fisso per l’elettricità in rete non può riflettere accuratamente la domanda e l’offerta del mercato e non condivide la responsabilità di regolare il sistema elettrico», hanno affermato le autorità. E nel tentativo di bilanciare i nuovi prezzi basati sul mercato, Pechino propone i ‘pagamenti di bilanciamento’, un sistema che garantisce che i produttori di energia ricevano un indennizzo quando i prezzi dell’elettricità scendono al di sotto di un livello concordato e rimborsino i profitti in eccesso quando le tariffe superano una certa soglia. Quindi l’abbandono da parte di Pechino degli incentivi basati sui sussidi, in un contesto di continua maturazione del settore delle energie rinnovabili.
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