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In Cina uno spiraglio tra Kiev e Mosca. «Disposti a negoziare»

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Il ministro degli Esteri dell’Ucraina Dmytro Kuleba a Canton dal collega cinese Wang Yi. La portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Mao Ning ha rivelato in conferenza stampa che Kiev si sta preparando a negoziare con Mosca: “L’Ucraina è disposta a impegnarsi nel dialogo con la Russia e si sta preparando per questo”.

«Disposti a negoziare»

«La parte ucraina è disposta e pronta a condurre il dialogo e i negoziati con la parte russa se questa è in buona fede». Una frase del genere, pronunciata dal ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba in visita a Pechino, è da considerare come un vero punto di svolta del conflitto in Ucraina, sottolinea Sabato Angieri sul Manifesto. Nulla è ancora successo ma negli ultimi due anni «mai un alto rappresentante de governo di Kiev si era espresso in questi termini». Il governo di Zelensky ha sempre negato ogni possibile dialogo con Mosca. Tanto da farne una legge. «L’impossibilità di intrattenere negoziati con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin», votata il 4 ottobre 2022. Ma da allora la guerra ha logorato il Paese: controffensive fallite e armamenti occidentali nelle mani di soldati sempre più stanchi e disillusi.

Gli errori americani e della Nato

Li Haidong, professore alla China Foreign Affairs University, ha dichiarato al Global Times che la visita dimostra che dopo più di due anni di conflitto, i ‘decisori’ in Ucraina hanno riconosciuto che la crisi deve essere risolta attraverso misure politiche e diplomatiche, e la Cina è una grande potenza che ha un’influenza significativa e svolge sempre un ruolo costruttivo. «Sempre più persone in Ucraina e nel mondo occidentale, stanno iniziando a rendersi conto che le armi che gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno fornendo all’Ucraina prolungheranno solo il conflitto e lo spargimento di sangue, ma non porteranno alcuna speranza di pace», ha detto Li. «Dopo una serie di amare lezioni, sempre più persone in Ucraina saranno in grado di considerare con calma e seriamente la proposta di pace della Cina.

Dietro le quinte di una guerra logora

Ma la visita di Kuleba in Cina, contribuisce a dimostrare l’esistenza di un piano segreto di Kiev per uscire dalla ‘trappola politica’ in cui è finita. Trappola anche Nato emersa dall’ultimo summit della Nato a Washington. La Russia il nemico di oggi, ma la Cina quello strategico di domani, come si legge tra le righe della relazione finale della tre giorni statunitense. Col passaggio chiave: «Pechino dovrebbe contribuire ad appianare i conflitti in corso e non schierarsi dalla parte dell’invasore, fornendogli armi e logistica». Ed ecco che Kiev scavalca la Nato e decide di usare proprio Pechino per arrivare segretamente a Mosca prima che altri lo facciano per suo conto e a sue sole spese.

Catastrofe da far finire presto

Il vice di Trump, JD Vance, nella sua prima uscita pubblica da candidato ha dichiarato che «bisogna fare in modo che la guerra in Europa dell’est finisca il più in fretta possibile e concentrarsi sul vero nemico: la Cina». Ed ecco che uno dei fedelissimi di Zelensky va per tre giorni proprio in Cina. Non certo per una iniziativa personale. Di fatto l’Ucraina sta cercando un terreno di confronto con la Russia di Putin, attraverso un mediatore potenziale che dovrebbe mettere in guardia da eventuali e temute tentazioni di disimpegno unilaterale statunitense. «Naturalmente i negoziati devono essere razionali e avere un significato pratico, volti a raggiungere una pace giusta e duratura», ha aggiunto Kuleba, citato dalla portavoce del ministero degli esteri cinese Mao Ning.

Allarme Trump sul fronte Occidentale

Dopo l’attentato a Trump e la rinuncia di Joe Biden alla candidatura, i timori di Kiev ingigantiscono. «Se il sostegno di Washington dovesse venir meno, o essere ridimensionato significativamente, la situazione per i soldati ucraini sul campo precipiterebbe in breve tempo. E ciò non è materia da indovini, ma prova empirica data dalle enormi difficoltà che i reparti ucraini hanno riscontrato nei mesi in cui gli aiuti straordinari promessi da Biden erano bloccati al Congresso per l’ostruzionismo dei repubblicani», l’avvertimento di Angieri. Munizioni scarse, crisi energetica per le infrastrutture energetiche colpite, e l’inverno del novembre elettorale Usa più minaccioso che mai.

La pace da Oriente, come i Re Magi

Ed ecco i tentativi di una seconda conferenza di pace, dopo quella fallimentare in Svizzera, questa volta con Russia e Cina. Ed ecco che la visita a sorpresa di Kuleba e Olena Zelenska a Belgrado il 12 maggio, quattro giorni dopo la trasferta del presidente cinese Xi Jinping, è stata probabilmente la prima tappa sul percorso del vertice attuale, aveva segnalato allora proprio il Manifesto.

«La visita di Kuleba a Pechino probabilmente serve proprio a questo, a sondare il terreno per trovare un mediatore, anche se evidentemente sbilanciato verso Mosca». E il momento potrebbe essere propizio, dato che la Cina ha tutto l’interesse ad accreditarsi come risolutore delle controversie internazionali, erodendo l’influenza degli Usa e ponendo fine al ruolo di arbitro che, dal dopoguerra a oggi, Washington ha avuto in tutte le controversie internazionali. 

25/07/2024

da Remocontro

rem

 

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