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Coalizione del Sud del mondo contro l’egemonia americana e occidentale

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Multipolarismo’ anti egemonia Usa: dopo il BRICS+, lo SCO, Shanghai Cooperation Organisation, gruppo di Stati asiatici, promosso nel 2001 da Russia e Cina, riunito questa volta ad Astana, in Kazakistan. A sottolineare la portata del vertice, presenti sia Putin e Xi Jinping, a rivendicare «i legittimi diritti dei due Paesi e difendere i principi fondamentali delle relazioni internazionali».

                                       

Multipolarismo contro l’egemonia americana

Ieri l’interpretazione strategica che Pechino vuol dare alla Organizzazione di Shanghai. Al di là del rafforzamento dell’asse con Mosca, la necessità di opporsi alla straripante egemonia americana e occidentale, creando una coalizione col Sud del mondo. Prima di tutto il campo economiche e commerciale. E solo a seguire, in campo politico. Non a caso i precisi riferimenti al contenzioso sull’export, avvengono proprio in coincidenza con i pesanti dazi doganal imposti dall’Europa alle auto elettriche cinesi.

South China Morning Post

«Xi Jinping -titola il South China Morning Post di Hong Kong – lancia un appello all’unità, avvisando i membri che stanno affrontando una minaccia comune, derivante dalla mentalità della Guerra fredda. Il riferimento agli Stati Uniti non riguarda solo preoccupazioni nel campo della sicurezza militare, ma si spinge nel contenzioso della innovazione tecnologica e dei semilavorati ad alta tecnologia, a cominciare dai microchip, indispensabili per far funzionare l’industria mondiale.

SCO e BRICS+ anti G7 meno grandi

«Bisogna rafforzare la cooperazione tecnologica e scientifica tra i membri della SCO –sottolinea Xi- sostenere l’innovazione, a mantenere catene di approvvigionamento stabili, stimolare la crescita regionale e a promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo comuni». Collegare la capacità contrattuale della SCO a quella dell’altro grande gruppo di ‘non allineati’, i BRICS, cresciuti nel frattempo a 11. BRICS+ e SCO che rappresentano circa il 40% della popolazione e il 20% della ricchezza prodotta del mondo.

Problemi e divisioni non solo occidentali

Le divisioni che continuano a interessare l’Occidente, su alcune cruciali questioni planetarie, nel caso dei ‘non allineati’ diventano più evidenti. Anche gli obiettivi strategici finali di Cina e Russia possono non essere propriamente convergenti. E la ‘multipolarità’ vista in maniera asimmetrica, con Putin più desideroso di riaffermare un chiaro ruolo egemonico della Russia, con una sua precisa sfera d’influenza. E non sono divergenze accademiche.

India, rebus geopolitico

L’assenza al vertice SCO del Premier dell’India, Narendra Modi, è un segnale preciso. Nel momento in cui il confronto con gli Stati Uniti e con il resto dell’Occidente tocca toni da Guerra fredda, alcuni Paesi cercano di riposizionarsi. Il colosso del subcontinente asiatico ha una storica fitta trama di rapporti, politici, economici e di difesa, sia con l’Occidente che con la Russia. Un certo gelo con la Cina, per vecchie questioni di confine, ma rapporti migliori con Putin. Per questo, la prossima settimana, Modi volerà a Mosca.

Se SCO e BRICS+ assieme

Ma Xi, nel frattempo, si è rifatto col Kazakistan, con l’assenso un po’ obbligato dei russi, e ha proposto che il gigante centro-asiatico entri anche tra i BRICS+. Ora Astana, domani forse anche Riad e Ankara. Nella SCO sono già ‘osservatori’ anche l’Arabia Saudita e la Turchia.

Se diventa progetto geopolitico il sempre più reale collegamento tra le due organizzazioni, per farne un unico competitore contro il «pensiero unico occidentale», allora Stati Uniti ed Europa dovranno rivedere profondamente tutte la loro strategia su cui si basano le attuali relazioni internazionali.

05/07/2024

da Remocontro

Piero Orteca 

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