Politica estera
24/09/2025
da Il Manifesto
Un sacco bullo. All’assemblea generale Trump sconfessa le Nazioni unite e impone al resto del mondo «libero» la persecuzione degli immigrati
Durante la settimana dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ogni giorno intervengono 18 Paesi, e alle delegazioni viene richiesto di limitare i propri interventi a 15 minuti. E una linea guida volontaria che viene solitamente rispettata. Donald Trump ha parlato per un’ora. 57 minuti in cui ne ha avute per tutti: ha attaccato l’Onu, la Nato, l’Europa, gli ambientalisti, Joe Biden, la sinistra «folle», il Brasile. Toni e contenuti simili a quelli dei suoi comizi elettorali, come se ormai avesse un unico discorso buono per tutte le occasioni, basta adattarlo un po’.
TRUMP ha iniziato attaccando l’Onu per non averlo aiutato nel processo di «porre fine a sette guerre», impresa che, a suo dire, ha portato a termine da quando è tornato in carica, e che sarebbe spettata alle Nazioni unite.
Il dato non è accurato ma non importa, e non ha impedito a Trump di rimproverare l’Onu: «Sembra che tutto ciò che fanno sia scrivere lettere di protesta e poi non dare mai seguito alle loro parole. Sono parole vuote, e le parole vuote non risolvono la guerra – ha detto – L’unica cosa utile è l’azione».
Non ha speso molte parole sulla guerra in Ucraina che prometteva di risolvere in 24 ore, addossando la colpa a tutti quei Paesi che acquistano petrolio russo: India, Cina e diversi alleati della Nato. «Stanno finanziando la guerra contro se stessi», ha detto Trump, per continuare affermando che «nel caso in cui la Russia non sia pronta a raggiungere un accordo per porre fine alla guerra, gli Usa sono pienamente pronti a imporre una serie molto forte di dazi doganali», e l’Europa dovrebbe seguire l’esempio «adottando esattamente le stesse misure». Più tardi, durante il bilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky , ha affermato di ritenere che Kiev sia in grado di «recuperare tutti i territori ucraini» nella guerra con Mosca.
MA TRUMP ha soprattutto attaccato la ragion d’essere stessa dell’Onu, chiedendo: «Qual è lo scopo delle Nazioni unite?». Le sue personali rimostranze: il malfunzionamento della scala mobile e del teleprompter, oltre a una mancanza di rispetto di molti anni fa, quando le Nazioni unite hanno ingaggiato un altro costruttore e non lui per la ristrutturazione del Palazzo di vetro, e ora si ritrovano con un brutto pavimento, «non di marmo» come aveva invece offerto Trump. «Ho fatto un’offerta per la ristrutturazione e la ricostruzione di questo stesso complesso Onu. Me lo ricordo benissimo. All’epoca dissi che l’avrei fatto per 500 milioni di dollari, ricostruendo tutto. Ma hanno deciso di andare in un’altra direzione, che all’epoca era molto più costosa, per un prodotto di gran lunga inferiore».
CON GLI “ALLEATI” europei ha speso parole dure anche per l’uso di energia verde che rovina l’estetica di posti meravigliosi come la Scozia, deturpata dai pannelli solari per un capriccio liberal, visto che nel mondo di Trump non esiste nessuna emergenza climatica: ha definito le iniziative ambientali tra le frodi più diffuse al mondo, e sollecitato una revisione delle politiche che presumibilmente non riducono l’inquinamento né apportano reali benefici economici, ma sono frutto di una follia collettiva tanto che a San Francisco «non si può più buttare neanche un mozzicone per terra».
USCENDO di nuovo dal testo che aveva preparato, il tycoon ha dedicato 10 minuti alla «bufala del riscaldamento globale». Ha celebrato il ritiro Usa dall’accordo sul clima di Parigi, ha parlato delle esportazioni energetiche americane e ha aggiunto: «Gli Stati uniti sono stati sfruttati da gran parte del mondo, ma ora non più». In compenso ha elogiato il «Co2 pulito e bello». «Siamo pronti a fornire a qualsiasi paese abbondanti e convenienti risorse energetiche se ne avete bisogno, e la maggior parte di voi ne ha bisogno», ha affermato.
IL PRESIDENTE statunitense ha collegato le migrazioni e le energie rinnovabili come le forze che «stanno distruggendo gran parte del mondo libero», l’Europa in particolare che non segue il suo modello di pugno di ferro su entrambi i fronti.
Dopo aver più volte puntato il dito contro Joe Biden che, tra le altre cose, avrebbe aperto i confini accogliendo «ex galeotti e persone appena uscite da cliniche psichiatriche», ha ringraziato El Salvador per averlo sostenuto nel suo giro di vite contro l’immigrazione e i richiedenti asilo che «ripagano la generosità con la criminalità».
Si è preso il tempo per attaccare il sindaco di Londra Sadiq Khan (che consentirebbe il dominio della sharia nella capitale) , per affermare che il cristianesimo è la «religione più perseguitata del pianeta», che gli ambientalisti «vogliono uccidere tutte le mucche», per sostenere che tutte le altre nazioni stanno intenzionalmente indirizzando i migranti verso gli Stati uniti. e per criticare il governo brasiliano per quella che ha definito un’ingiusta persecuzione politica nei confronti dell’ex presidente golpista Bolsonaro. Trump ha imposto dazi del 50% in gran parte proprio il caso legale contro Jair Bolsonaro, che Trump considera un amico e un alleato, ma ha affermato che durante un brevissimo incontro con Lula, che aveva parlato prima di lui, ha avuto un buon feeling, tanto da abbracciarlo.
Sulla Palestina, invece, ha speso poche parole, abbastanza per affermare che non ci sono accordi senza il rilascio totale degli ostaggi da parte di Hamas, inclusi i corpi di quelli morti.