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A colpi di riscaldamento globale sul mondo degli irresponsabili

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L’Ue si pente ma col trucco. ‘Retromarcia Ue sul clima’ titola qualcuno, mentre la strategia ambientale americana resta prigioniera delle negazioni assurde di Trump. Al Parlamento europeo a Bruxelles salta l’aria condizionata. Colpa dell’ondata di calore che travolge tutta Europa e che non è certo un caso o un’anomalia, nonostante ciò che prova ad ‘ordinare’ Washinton.

    

 

Se non le vite, almeno i soldi!

  • L’allarme lanciato dall’Onu sui costi globali dei disastri prodotti dal cambiamento climatico, più che raddoppiati dal 2000 a oggi e quantificati in oltre 200 miliardi di dollari l’anno.

Assaggio di disastro climatico

In questo clima, la Commissione europea presenta una revisione di medio termine sulla strada dell’obiettivo ‘emissioni zero’ nel 2050. Un annuncio al ribasso, subito bocciato da ecologisti e gruppi politici Left e Greens. Forte anche lo scetticismo dei socialisti europei, già impegnati insieme ai liberali di Renew in un braccio di ferro politico con von der Leyen sul Green Deal, informa Andrea Valdambrini sul manifesto. Ieri sera la leader del gruppo Renew, Valerie Hayer, ha avuto un lungo colloquio con la presidente della Commissione. Si è parlato della legge anti-greenwashing, bloccata dall’azione di Ppe e destre sovraniste. Lo stop ha fatto infuriare la parte progressista della maggioranza Ursula, sempre più preoccupata dei passi indietro nella transizione ecologica.

Sporco trucco dei crediti

Ieri la Commissione ha fissato il nuovo target climatico per il 2040, quando si dovrebbe arrivare alla riduzione delle emissioni di CO2 del 90% rispetto ai livelli del 1990. Per arrivarci, l’esecutivo europeo introduce dei meccanismi che chiama di «flessibilità». Il più controverso prevede la possibilità per gli Stati di conteggiare, a partire dal 2036, una quota (il 3% del totale) di riduzione delle emissioni ottenute in paesi extra-Ue, in modo da pareggiare eventuali deficit nazionali. A questo «trucco» la Commissione ricorre sotto pressione di diversi paesi Ue, primi tra tutti la Francia e la Germania. Parigi ottiene l’inserimento del concetto di «neutralità tecnologica» nella proposta, ovvero un’apertura al nucleare.

  • L’idea dei «carbon credit» internazionali è invece mutuata dal programma di coalizione dell’attuale governo tedesco, presieduto dal cancelliere Merz. Ma ora la Legge europea sul clima, e dovrà passare all’esame di Parlamento e Consiglio Ue

Politica spaccata in due

La destra plaude al «pragmatismo» di Von der Leyen, ormai di fatto prigioniera politica. Per il governo italiano, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin apprezza i minori vincoli, mentre il suo omologo ungherese Boka giudica addirittura il taglio dei gas serra del 90% «una follia». Ma le reazioni di sinistra e progressisti all’Eurocamera non sono certo favorevoli. Il gruppo Left ricorda il pronunciamento del Comitato Ue sui cambiamenti climatici: l’organismo indipendente aveva consigliato un target di riduzione maggiore, ma i meccanismi di flessibilità ora concessi mettono a rischio perfino il raggiungimento del 90%.

  • Il taglio degli inquinanti è «solo sulla carta» avverte Greenpeace, «e i cittadini di tutta Europa pagano un prezzo elevato per l’inadeguatezza delle misure climatiche. Quando il continente non è colpito da pericolose ondate di calore, è devastato da tempeste e inondazioni sempre più frequenti e distruttive».

Verdi di rabbia e Socialisti in difficoltà

Sul piede di guerra i Verdi: «L’Europa deve dimostrare di essere ancora seriamente impegnata nella leadership climatica globale e spingere Paesi come la Cina e l’India a seguirne l’esempio». I socialisti europei, guidano la commissione Ambiente all’Eurocamera e si barcamenano tra belle parole e pochi fatti. Dalle pagine del Guardian, la vicepresidente della Commissione, la socialista spagnola Teresa Ribera, responsabile per la transizione ecologica, si era scagliata contro «la codardia politica» di chi ostacola «gli sforzi europei per affrontare la crisi climatica». Ma sugli obiettivi Ue 2040, la firma deve mettercela lei.

Profezia di Terzani su riarmo e ambiente

«È colpa dell’economia la follia in corso: plasmando vite, guerre e natura l’ipertecnologia ha abolito i vincoli del potere che erano la luce dell’illuminismo», denunciava Tiziano Terzani. «I capi di governo europei approvano gli 800 miliardi di spese di riarmo e il 5% del Pil di ogni paese, ma coi fondi europei comuni. Ogni residua memoria degli impegni ecologici è cancellata», aggiunge Roberta De Monticelli.

Guerra all’ambiante oltre Gaza, Iran e Ucraina

  • «Ogni residua memoria degli impegni ecologici è cancellata, mentre la guerra russo-ucraina continua a falcidiare ragazzi arruolati per forza e civili e ad avvelenare forse per sempre, fisicamente e moralmente, tutto il fianco nord-orientale d’Europa. Dove anche solo accennare al disastro nella natura sarebbe oggi di cattivo gusto. Eppure oggi il Mediterraneo ribolle a 5 gradi sopra la media stagionale uccidendo perfino le cozze, e lo zero termico a 5000 minaccia il crollo di ciò che resta dei ghiacciai alpini. Ma l’autocrate Usa non ci crede e da tempo (2019) esce da tutti gli accordi sulla riduzione delle armi nucleari e sulle politiche ambientali, mentre il sorriso della Presidente della Commissione Ue lo benedice e i governi europei lo imitano».

04/07/2025

da Rermocontro

Remocontro

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