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Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a rischio flop. Annunciati finanziamenti per 10 miliardi di euro. Ma per la Banca Mondiale ne servono oltre 500

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Cento delegazioni, quaranta organizzazioni e oltre duemila rappresentanti di aziende si sono incontrati ieri – e si rivedranno oggi – nell’ambito dell’appuntamento annuale per la ricostruzione dell’Ucraina. Un evento delicato, ospitato per la prima volta a Roma, il cui obiettivo primario è mobilitare il sostegno internazionale e attirare investimenti privati, indispensabili per raccogliere quei 500 miliardi di euro che, secondo la Banca Mondiale, rappresentano il valore reale necessario per riparare i danni causati dall’invasione russa.

L’anno scorso, l’edizione tenutasi a Berlino aveva raccolto 16,5 miliardi di euro; quest’anno la cifra ammonterebbe ad appena 10 miliardi, anche se si spera di poter ingrandire il bottino nella giornata odierna. Insomma, un contributo che rischia di rivelarsi la classica goccia nel mare.

Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina flop, annunciati a Roma finanziamenti per 10 miliardi di euro. Ma per la Banca Mondiale ne servono oltre 500

Ad aprire il summit è stata la premier Giorgia Meloni che, parlando davanti alla platea, ha dichiarato: “Faremo ogni sforzo per raggiungere la pace e guardare oltre un’insopportabile ingiustizia, immaginare il dopo. Non ci saranno benefici per la ricostruzione da chi ha finanziato la Russia. La Russia incrementa gli attacchi contro i civili e attacca le strutture per la popolazione perché il disegno è quello di tentare di piegare gli ucraini con il freddo e con la paura. Ma questo piano è fallito”. La stessa ha poi aggiunto che “investire in Ucraina è un investimento su noi stessi, perché riguarda ciascuno di noi. Per questo dobbiamo essere orgogliosi del risultato che oggi raggiungiamo tutti insieme”, avendo “assunto impegni con la Conferenza per oltre 10 miliardi di euro”.

Poi è intervenuta la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ribadendo che “l’Europa resterà al fianco dell’Ucraina finché ce ne sarà bisogno” e chiedendo ai Paesi membri di accelerare l’iter per l’ingresso dell’ex repubblica sovietica nell’UE. Ha confermato che, al momento, dalla Conferenza sono stati “firmati accordi per un valore di 2,3 miliardi di euro” e che “si prevede di sbloccare fino a 10 miliardi di euro di investimenti”.

L’intervento di Zelensky

Ma com’è facilmente intuibile, l’intervento più atteso è stato quello del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha affermato: “Stiamo lavorando per creare una grande coalizione per la ripresa, per la ricostruzione. Tutto ciò che ha distrutto la Russia può essere ricostruito. Questa coalizione ha bisogno di Paesi, di leader, di aziende, tutte insieme, per ricostruire la nostra società. Quello che serve è un piano di recupero e di resilienza chiaro. Un po’ come il piano Marshall che ha permesso la ricostruzione dell’Europa al termine della Seconda guerra mondiale”.

Ma, davanti a un conflitto ben lontano dall’epilogo, il leader di Kiev non ha potuto far altro che chiedere ulteriori aiuti militari, “aumentando i finanziamenti per produrre droni” che servono a proteggere l’Ucraina e l’Unione Europea stessa. Lo stesso ha poi raccontato quanto accaduto nelle ultime 24 ore con “la Russia che continua a lanciare massicci attacchi”, ai quali “dobbiamo rispondere con le sanzioni e facendo pressione sulla Russia affinché subisca le conseguenze del suo terrore. I partner devono essere più rapidi con gli investimenti nella produzione di armi e nello sviluppo tecnologico.”

La mattanza continua

Le parole di Zelensky, che denunciano la nuova ondata di terrore lanciata da Vladimir Putin, fanno riferimento agli ultimi attacchi condotti dalle forze di Mosca che, giorno dopo giorno, continuano ad aumentare in intensità e portata. Anche ieri, in tutta l’Ucraina – dopo che giovedì si era verificato il più grande bombardamento dall’inizio del conflitto – il Cremlino non ha lesinato armi, utilizzando oltre 400 droni e almeno una decina di missili.

Un massiccio raid ha colpito l’ovest del Paese e anche la capitale Kiev, dove si contano almeno due vittime e 14 feriti. Un nuovo attacco che ha ulteriormente fatto infuriare il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha nuovamente accusato Putin di barbarie, convincendosi a ordinare la ripresa delle forniture militari a Kiev. Secondo quanto riportato da Reuters, l’ordine dell’inquilino della Casa Bianca riguarderebbe proiettili d’artiglieria e missili per artiglieria mobile, che sarebbero già stati consegnati all’esercito ucraino. Inoltre, Trump starebbe valutando l’invio di almeno un sistema di difesa antiaerea Patriot.

11/07/2025

da La Notizia

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