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Contraddizioni e/o menzogne sulla guerra in Ucraina

Contraddizioni e/o menzogne sulla guerra in Ucraina

 

Politica estera

31/10/2025

da Remocontro

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The Economist, questa volta parte schierato con la parte industrial-militare anglo-europea. «Perché finanziare l’Ucraina è una grande opportunità per l’Europa». Per prolungare la guerra all’infinito, o per la ricostruzione dopo la sconfitta? Comunque precisa, «Il conto sarà enorme».

Affare o follia storica?

The Economist didattica: «Le guerre si combattono sul campo di battaglia, ma sono anche prove di solidità finanziaria. Nei conflitti prolungati, la capacità e la volontà di mobilitare risorse e trovare nuovi modi per reperire denaro sono fondamentali per determinare chi vince: a volte sono il fattore decisivo. Questa verità sta per diventare fin troppo reale per l’Europa». E la dovuta fotografia sul campo di battaglia, sembra contraddire lo stesso titolo. «L’Ucraina sta affrontando una grave crisi di liquidità. Se non cambierà qualcosa, esaurirà i fondi alla fine di febbraio. Questo baratro si avvicina rapidamente, ora che il presidente Donald Trump ha tagliato il sostegno finanziario americano all’Ucraina, le speranze di un cessate il fuoco svaniscono e i droni russi distruggono la rete energetica ucraina nel tentativo di spezzarne la volontà».

Proviamo a leggere la realtà sul campo

Le fonti sono, come sempre, tutte ‘sospettabili’, Remocontro compreso ma non per malizia, e noi cerchiamo con puntiglioso senso critico il contesto più credibile e verificato. Tra i critici più puntenti e attenti alle contraddizioni dell’informazione internazionale su quella dannata guerra, il blog ‘Piccolenote.it’ di Davide Malacaria, che parte con un titolo ironico: «La Russia sta perdendo… oltre 10mila soldati ucraini accerchiati». Eredi del giornale di geopolitica diretto da Giulio Andreotti, quando serve sanno pungere. «L’accerchiamento delle forze ucraine a Kupjansk e Pokrovsk (Krasnoarmijsk per i russi) stride con la propaganda di ritorno sulle magnifiche sorti e progressive di Kiev riguardo lo sviluppo della guerra, refrain che era stato abbandonato per evidente infondatezza e che ha ripreso vigore negli ultimi tempi, con i media tornati a battere sul tema che la Russia non ha le risorse per continuare a combattere e che la sua economia sarebbe prossima al collasso».

Le menzogne utili alla guerra

«Le fandonie, che esasperano certe difficoltà che pure esistono, per alimentare le fiamme del conflitto, a tenere alta la barra della contesa, per evitare di ammettere che la guerra è persa e che la strage dei fanti ucraini è stata ed è del tutto inutile, da cui la doppia responsabilità di quanti hanno mandato all’aria le trattative pure intercorse in questi anni». L’accusa alla colossale montagna di menzogne informative è ormai generalizzata e contrapposta, me vince su tutte quella interna europea, la meno importante sul campo di battaglia, che carca di trovare una ragione per i costi iperbolici che deve sopportare in conto statunitense. Questo a nascondere all’opinione pubblica, che questa è una guerra di logoramento, come la Prima guerra mondiale, dove l’avanzamento del fronte conta poco o nulla. Tutto sta a distruggere quante più risorse possibili del nemico, cosa che sta accadendo e che sfibra il fronte avversario fino a creare varchi nei quali far incuneare le proprie forze.

Russia’s Battlefield Woes in Ukraine

Tutto sta a distruggere quante più risorse possibili del nemico, cosa che sta accadendo e che sfibra il fronte avversario fino a creare varchi nei quali far incuneare le proprie forze per circondare un massivo agglomerato di forze nemiche, che presto saranno costrette a cedere (a meno che siano costrette a farsi uccidere inutilmente dai loro comandanti). «È esattamente quello che è accaduto a Kupjansk e Pokrovsk, dove oltre 10mila soldati sono bloccati in due blocchi distinti, impossibilitati a ricevere rifornimenti, rinforzi e a fare quelle rotazioni di personale che permettono a un esercito di evitare di logorarsi». Dal momento che il mainstream occidentale ha sempre minimizzato le vittorie russe, Putin ha chiesto ai giornalisti stranieri di verificare sul campo quanto comunicato dai suoi comandanti sull’accerchiamento, ordinando al suo esercito una pausa negli attacchi, così che la verifica possa effettuarsi senza rischi. Qualcuno invierà cronisti? Dubitiamo e noi siamo troppo vecchi.

Problema vero, la fuga da fronte

Intanto, le forze ucraine devono affrontare un ulteriore problema che già abbiamo denunciato: i giovani stanno scappando dal Paese dopo l’introduzione della legge che gli ha aperto finalmente le frontiere. Un vero e proprio esodo, soprattutto di giovani ricchi che possono più agevolmente espatriare: da agosto sono 100mila (The Telegraph). Un fenomeno di massa che sta suscitando reazioni, soprattutto in Germania e Polonia, che iniziano a stancarsi degli ucraini ai quali hanno dato rifugio. Indicativo il titolo dell’European conservative: «Dalla compassione alla tensione». La compassione è durata poco, e ora domina il fastidio e l’irritazione per i tanti ucraini che in tal modo evitano la prima linea (The new voice of Ukraine). L’esodo si unisce alle sempre più massive diserzioni: ‘15-18 mila persone al mese’, riporta Strana, con un picco a settembre, ultimo mese registrato. «In precedenza, un deputato della Verkhovna Rada [il parlamento di Kiev] aveva dichiarato che circa 300.000 delle Forze armate ucraine avevano disertato o erano scomparsi senza permesso e che 1,5 milioni di coscritti non avevano aggiornato i propri dati nel registro dei richiami alla leva».

Cosa vorrebbero i cittadini ucraini

Ad agosto un sondaggio Gallup segnalò che 7 ucraini su 10, il 69%, vogliono i negoziati con la Russia. Eppure, a Kiev tale straripante maggioranza non è stata presa in considerazione. Si sono imposti piani di pace europei, inaccettabili da Mosca, e la guerra può proseguire.

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