La trattativa L’incremento consente di recuperare l'undici per cento sull'inflazione. Le aziende del settore hanno chiuso il 2024 con meno 5,3% di investimenti sull'anno precedente
Un aumento salariale di 180 euro per il prossimo triennio, dal primo febbraio 2025 al 30 giugno 2028. Lo prevede il nuovo contratto collettivo nazionale dei lavoratori edili di primo livello, firmato nella notte tra martedì e mercoledì. L’intesa è stata siglata da tutte le parti sociali del settore: l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci) e i sindacati (Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil). L’aumento interessa oltre un milione di addetti e sarà suddiviso in tre tranche: 80 euro da dopodomani, 50 euro dal primo marzo 2026 e 50 euro dal primo marzo 2027. Nel complesso, l’incremento garantisce un recupero inflattivo dell’11%. Per i dipendenti di secondo livello l’aumento in busta paga sarà di 210 euro, sempre in tre tranche.
Soddisfatte Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil: «Con questa firma siamo riusciti ad assicurare un aumento salariale davvero significativo agli addetti del settore, che consenta loro di tutelare e rafforzare il potere di acquisto», affermano in una nota congiunta. Il nuovo contratto nazionale rappresenta solo il primo passaggio di un accordo più ampio, che le parti si sono impegnate a firmare entro la fine di febbraio. Tra i temi oggetto di trattativa ci sono il catalogo formativo nazionale, la sorveglianza sanitaria, la nuova denuncia unica edile, la gestione di trasferte e straordinari, la non sovrapponibilità dei cicli contrattuali e altre istanze e premialità richieste dai sindacati, soprattutto per contrastare le assunzioni irregolari. Nel dettaglio, la nuova denuncia unica ha l’obiettivo di allineare tutti gli imponibili di Inps e casse edili. Queste sono uno strumento essenziale per compensare alcuni squilibri nel settore: dal momento che per le imprese edilizie non c’è l’obbligo di ferie, tredicesima e scatti di anzianità, i datori sono tenuti a effettuare alcuni versamenti alla cassa edile, la quale a sua volta trasferisce le somme ai lavoratori per parificare i loro salari con gli altri settori.
«In attesa di concludere l’insieme dell’accordo entro febbraio, molto bene l’intesa raggiunta sulla parte salariale», commenta il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, rimarcando il valore del contratto nazionale: «I contratti che si sono chiusi in questi mesi in diversi settori e le trattative aperte sono la conferma del valore del ccnl, che va rafforzato e sostenuto nella sua funzione redistributiva e di qualità delle relazioni industriali». Parla di accordo «molto positivo» anche il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, secondo cui «la contrattazione rimane la strada maestra per alzare le retribuzioni a tutti i lavoratori, senza incursioni legislative che minano l’autonomia negoziale delle parti sociali». Il nuovo contratto dei lavoratori edili arriva in un momento di recessione per il settore. Secondo i dati dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, presentato martedì da Ance, le 537.886 imprese edilizie (di cui il 62% ha un solo addetto) hanno chiuso il 2024 con meno 5,3% di investimenti rispetto all’anno precedente.
31/01/2025
da Il Manifesto