ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Contro gli autoritarismi da Belgrado a Tbilisi, da Budapest a Istanbul

Contro gli autoritarismi da Belgrado a Tbilisi, da Budapest a Istanbul

Mentre nel mondo si assiste al ritorno della conquista militare e dei piani di riarmo, Europa compresa, e mentre  gli Stati Uniti dei Trump e di Musk perseguono pacificazioni neo-imperiali tra Russia e Ucraina e contro l’Iran nucleare, cresce, attraverso i confini, il protagonismo di chi rivendica democrazia, diritti e giustizia sociale. Oggi l’attualità in Turchia col Presidente o premier a vita Tayyip Recep Erdogan.

«Siamo due milioni». La piazza di Istanbul avvisa Erdogan

A Istanbul, quella di ieri è stata una delle manifestazioni più grandi nella storia della Repubblica di Turchia ci testimonia Murat Cinar sul manifesto.  Secondo la principale forza di opposizione turca, il Partito popolare repubblicano, il laico Chp, in piazza c’erano più di due milioni di persone. La manifestazione, organizzata in solidarietà con il sindaco della città, Ekrem Imamoglu, detenuto dal 19 marzo, è stata soprattutto protesta contro il governo centrale. Contro Erdogan.

Golpe col trucco

«Quello che hanno fatto a Imamoglu e ai suoi colleghi è un golpe. Siamo qui per difendere la nostra democrazia con coraggio» denuncia Özgür Özel, il leader del Chp, che ha parlato dal palco davanti a quella folla davvero immensa. Il suo discorso è stato spesso interrotto da questa massa oceanica con lo slogan «Tayyip dimissioni», rivolto direttamente al presidente della Repubblica, Tayyip Recep Erdogan. Özel ha promesso che la lotta non si fermerà finché non ci saranno elezioni anticipate.

Turchia democratica e inclusiva

«Da domani invito tutti a sostenere la nostra campagna per andare al voto. Siamo pronti a governare insieme a tutti: curdi, turchi, sunniti o aleviti. Costruiremo un futuro migliore. Non abbiamo paura perché le persone coraggiose come voi muoiono una volta, mentre i codardi come Erdogan muoiono ogni giorno». Per chi era a Maltepe sabato c’è stata anche una sorpresa: un video messaggio del sindaco Ekrem Imamoglu, prodotto con l’intelligenza artificiale, che invitava le persone a continuare a resistere e lottare.

Campagna di boicottaggio

L’importanza della campagna di boicottaggio lanciata qualche giorno fa dal Chp, che prende di mira una serie di aziende direttamente collegate alla famiglia del presidente della Repubblica o che obbediscono agli ordini del governo. Özel, dal palco, ha mostrato le trasmissioni in diretta di otto canali televisivi turchi che non stavano coprendo la manifestazione: «Se ancora per dieci minuti non vediamo le nostre immagini, annunceremo l’allargamento del boicottaggio nei confronti delle aziende affiliate a questi canali». Dopo le parole di Özel, il canale televisivo HaberTurk ha iniziato a trasmettere immagini dalla piazza, mentre un altro, Ntv, ha mantenuto il silenzio. Quindi Özel ha invitato tutte le persone a boicottare i prodotti del gruppo Dogus, proprietario di Ntv.

Da adesso, ogni fine settimana

E alla fine del suo discorso ha ribadito: «La nostra lotta continuerà in piazza. Da oggi, ogni fine settimana saremo in una piazza diversa a Istanbul per chiedere il ritorno del nostro sindaco e le elezioni anticipate». Piazze della Turchia piene di manifestanti e assieme, scontata, la violenza della polizia a violenza della polizia, e i pestaggi seguiti agli arresti di massa. Dal 19 marzo sono state fermate quasi 2000 persone, di cui 263 arrestate donne. L’inizio dei processi è previsto per i primi giorni di aprile. Le detenzioni colpiscono soprattutto i giovani, con accuse inesistenti o legate alla limitazione delle libertà. La situazione in Turchia continua a deteriorarsi, con crescenti violazioni dei diritti umani e repressione politica, mentre il Paese si avvia verso una vera rivolta popolare.

Un autentico progetto autoritario

L’immensa mobilitazione turca sembra dire che Erdogan ha fatto un passo di troppo, quando ha deciso la prigione per il suo principale rivale, dopo avergli fatto togliere il titolo di studio, così da dichiararne l’ineleggibilità. Si può pensare che abbia calcolato la reazione di massa che ne sarebbe seguita, scommettendo sul suo contenimento, per uscire dalla crisi con una decisa accelerata allo smantellamento dei residui ancoraggi democratici del Paese, come analizza il professor Francesco Strazzari. Con le pulsioni autoritarie che mietono consensi alla Casa Bianca e la Nato tutt’altro che unita, ecco la tentazione dell’ulteriore giro di vite.

Elezioni anticipare e presidenza senza fine

Convocare elezioni anticipate, per allungare la sua presidenza di Erdogan ora in carica per tutta la nuova legislatura, spurando i limiti di due legislature alla presidenza barando. Con la piazza e la componente laica del Paese resiste all’ «autoritarismo a fuoco lento» in cui la Turchia di Erdogan sta precipitando. Per il blocco di potere islamo-nazionalista siamo allo scontro frontale con le forme odierne del kemalismo repubblicano. Contando con potenti complicità occidentali sopra il fronte Nato.

L’indegno Musk in conto Trump

In questi giorni la piattaforma social del campione del free speech, Elon Musk, ha sospeso gli account di politici dell’opposizione. Gli attivisti curdi in queste ore denunciano restrizioni a migliaia di account di X su scala globale. Dalla piazza, i leader dell’opposizione hanno invitato al boicottaggio dei media nazionali, che, seguendo un copione noto, ignorano le immense manifestazioni di protesta, mandando in onda servizi sui dolcetti per la fine del Ramadan, o su «Israele che teme la Turchia».

31/03/2025

da Remocontro

Ennio Remondino

share