L'export di armi è in crescita ma le destre preparano una legge che prevede meno vincoli per la vendita all'estero di missili e bombe
La proposta di modifica della legge 185 sull’export di armi, presentata al Senato, ha sollevato un acceso dibattito, suscitando critiche da parte della Rete Italiana Pace e Disarmo. Il disegno di legge, proposto dall’attuale maggioranza che sostiene Giorgia Meloni, ha attirato l’attenzione delle associazioni per la Pace e dei rappresentanti politici delle opposizioni, che ne contestano l’impatto sulla trasparenza e il controllo sul commercio di armi.
LE PROTESTE DEI PACIFISTI PER L’EXPORT DI ARMI ITALIANE
Francesco Vignarca, portavoce della Rete Italiana Pace e Disarmo, ha denunciato la proposta come un “attacco alla trasparenza”, sottolineando il rischio di un’opacità nell’export di armi italiane e quindi di un possibile aumento del “fenomeno corruttivo”. Lo stesso spiega che la proposta non tiene conto dei dati che dimostrano un aumento significativo delle esportazioni militari: “Non è vero che l’industria militare italiana negli ultimi anni stia soffrendo, e lo dicono i dati. Nell’ultimo quinquennio l’industria militare italiana ha esportato l’86% in più del precedente quinquennio”.
Laura Boldrini, deputata del Pd, ha espresso preoccupazione per l’intenzione della maggioranza di svuotare la legge 185, considerandola un’iniziativa che favorisce l’industria militare a discapito dei principi di pace e rispetto dei diritti umani. Secondo Boldrini, il governo ha ceduto alle pressioni dell’industria militare finendo per favorire un mercato selvaggio che permette l’esportazione di armi a qualsiasi Paese, senza vincoli etici o morali.
04/04/2024
da La Notizia