12/11/2025
da Remocontro
Attacco al gasdotto Norstream Russia-Germania: «Operazione portata a termine da un’unità militare ucraina sotto la guida diretta del generale Valeriy Zaluzhny» scrive il Wall Street Journal. E ora gli imponenti aiuti tedeschi a Kiev? Mentre i russi prendono Pokrovsk e Kupyansk e l’Europa prova a negare i fatti.

I dati di fatto dal fronte
Pokrovsk e Kupyansk sono ormai in mano alle truppe russe. Le battaglie nei due settori più rilevanti del fronte, oggi lungo 1.300 chilometri, sono ancora in corso ma i due centri abitati nella regione di Donetsk (Pokrovsk) e Kharkiv (Kupyansk) sono ormai quasi del tutto sotto il controllo dei russi. Nella sacca di Mirmograd -documenta Analisi Difesa- «si combatterà ancora anche se i russi hanno offerto la resa ai difensori ucraini stremati, così come nel settore di Kupyansk gli ucraini contrattaccano da una settimana per consentire alle truppe schierate sulla sponda orientale del fiume Oskol di ripiegare». ‘La nebbia alleata russa’: trecento soldati russi sono entrati a Pokrovsk protetti dalla fitta nebbia che ha avvolto la città ieri mattina e ha impedito ai droni ucraini di operare, sottolinea Sabato Angieri. Trecento soldati in un contesto come quello di Pokrovsk sono una fondamentale iniezione di forze fresche per i russi e un problema enorme per Kiev. «La situazione rimane difficile non solo a Pokrovsk, ma anche più a nord, al confine tra le regioni di Donetsk e Kharkiv, nella cittadina di Kupyansk», ammettono i generali ucraini.
Germania di Merz in confusione politica
Dopo aver identificato, con il massimo della fatica e nel totale isolamento istituzionale e governativo, il braccio dell’attentato al Nordstream, ora la procura tedesca punta il dito contro la mente del piano. E gli investigatori tedeschi accusano l’allora comandante supremo dell’esercito ucraino Valerii Zaluzhnyi. Non è la prima volta che l’ex comandante supremo delle forze armate di Kiev, attualmente ambasciatore a Londra, viene collegato al gasdotto fatto saltare sul fondale del Baltico il 26 settembre 2022. Nei mesi successivi all’attentato, con i primi indizi non ancora a rango di prove, i media tedeschi avevano già fatto trapelare il nome di Zaluzhny nell’impossibilità materiale di ridurre il sabotaggio a un colpo di mano di ‘cani sciolti’ dalla catena di comando dell’esercito ucraino.
I ‘negazionisti’ di sempre
L’obiettivo dell’attentato secondo la procura tedesca coincide esattamente con il sospetto all’epoca scartato a priori dai massimi rappresentanti istituzionali del fronte euro-atlantico, dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, fino all’ex segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Sicuramente l’attuale vertice Nato, l’olandese Mark Rutte, di stretta obbedienza Usa, farà lo stesso. Ma per i magistrati tedeschi non c’è alcun dubbio: ad affondare il Nordstream sette mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina non è stata un’operazione ‘false-flag’, nessuna falsa bandiera ordita da Putin ma una articolata azione militare organizzata da Kiev al fine di «ridurre le entrate petrolifere di Mosca e spezzare il legame economico tra la Germania e la Russia», sottolinea il Wsj.
La mente e gli esecutori
Oltre al coinvolgimento del più alto ufficiale in grado delle forze armate ucraine, eroe nazionale ultra-popolare nel suo paese, nel mirino dell’indagine aperta in Germania tre anni fa, risultano altre sette persone: tre soldati dei reparti speciali di Kiev e quattro esperti istruttori di sub. Fra i destinatari del mandato di arresto internazionale spiccato dalla procura tedesca c’è il capo del commando, Serghii Kuznietsov, 49 anni, maggiore dell’esercito ucraino, da oltre una settimana in sciopero della fame contro la detenzione nel carcere italiano dove si trova rinchiuso dopo l’arresto ad agosto in un hotel di Rimini, nei dettagli di Sebastiano Canetta sul manifesto.
Pasticci burocratici da imbarazzi politici
Entro la fine del mese i giudici italiani dovranno decidere se estradarlo in Germania; finora non è stato possibile per via di un vizio di forma nella procedura avviata dal Tribunale di Bologna, mentre all’orizzonte si profila il rischio che la consegna possa slittare ulteriormente qualora le sue condizioni fisiche dovessero richiedere il ricovero in ospedale. Finora gli investigatori tedeschi non hanno potuto trascinare alla sbarra nessuno tra gli accusati. Errori e furberie. Il numero due del gruppo di gruppo che ha fatto brillare il Nordstream, Volodymyr Zhuravlov, arrestato a Varsavia – tre settimane fa è stato rilasciato dal procuratore polacco per mandato di arresto ‘con informazioni troppo generiche’. Strano vero?
Interferenze politiche senza ritegno
«Decisione in teoria strettamente tecnica, eppure viene presa in parallelo e di concerto con la sfera della politica». La copertura all’incredibile rifiuto di consegnare alla procura tedesca un ricercato per un atto di terrorismo cala direttamente dal premier polacco Donald Tusk secondo cui l’estradizione in Germania «non è nell’interesse della Polonia». Affermazione grave da Parte dell’ex presidente del Consiglio Ue. Fa il paio con il «Grazie Usa!» twittato dall’ex ministro degli esteri polacco Radoslaw Sikorski sotto alla fotografia delle esplosioni del Nordstream poche ore dopo l’attentato. «Contrariamente a Varsavia, il governo Merz continua a trincerarsi nel silenzio spacciato per rispettosa non-ingerenza sul potere giudiziario. sebbene l’inchiesta diventi ogni giorno più urticante per Berlino».
Due miliardi tedeschi a chi l’ha aggredita
- «Se il cervello del sabotaggio del Nordestream davvero corrisponde all’uomo simbolo della difesa dell’Ucraina, allora la Germania si trova con le spalle al muro di fronte all’inquietante paradosso di avere finanziato con miliardi di euro e rifornito di armi negli ultimi tre anni l’unico stato che la ha aggredita manu militari», la sottolineatura finale di Sebastiano Canetta.

