Almeno cinquantamila invalidi e fino a 200 mila feriti. Solo fra gli ucraini. Perché, mancando dati affidabili, il totale che riguarda i russi si perde tra le nebbie della propaganda. Ma dev’essere raccapricciante, di sicuro, con perdite ben più considerevoli di quelle di Kiev. I morti? Hanno deciso di non contarli più.
Guerra combattuta con le strategie usate a Verdun, sulla Somme o a Caporetto, ma con le armi del Terzo millennio.
La dimensione della follia
A chi interessa questo ‘dettaglio’, per chi ha il fegato di rifletterci sopra, allora diciamo che, in base a valutazioni incrociate di fonti militari di Kiev e statunitensi, il tasso di uccisioni della guerra in Ucraina è altissimo. Si pensa che sia da 3 a 7 volte superiore alle morti in combattimento di tutti i recenti conflitti, dopo il 1945.
La guerra più crudele dopo quella mondiale
Un rapporto del Wall Street Journal dice che «su 100 soldati colpiti entro circa 3 miglia dalla linea del fronte, il 36% ha riportato ferite molto gravi. Mentre tra il 5 il 10%, di tutte le truppe schierate, è stato ucciso, secondo stime ucraine condivise con un gruppo di chirurghi militari statunitensi. In confronto, solo dal 1,3% al 2% delle truppe americane impiegate nei recenti conflitti è caduto in azione».
L’altro lato della luna
La libertà, la patria, l’indipendenza, la democrazia… Tutti valori fulgidi e inossidabili. Ma dall’altro lato della luna, di quello scuro, di quello che non si vede mai, bisognerà pur parlare. E spiegarlo alla gente. Allora, ripetiamocelo: siamo davanti a una sporca guerra. Più delle altre. Perché viene combattuta con le strategie usate a Verdun, sulla Somme o a Caporetto, ma con le armi del Terzo millennio.
Cento anni indietro
Basti solo pensare che, dopo la Prima guerra mondiale, la tragica contabilità ufficiale faceva riferimento a 67 mila tedeschi amputati e a 41 mila britannici, dopo i carnai di quattro anni di assalti in trincea. Numeri limitati anche per gli americani, con ‘sole’ duemila amputazioni, dall’Afghanistan, all’Irak, fino alla Siria. Insomma, anche nel confronto con altre guerre, quella tra russi e ucraini ha qualcosa di belluino, di medievale, una ferocia che va al di là della tattica e della strategia. Una decisione sciagurata, che finora ha fatto, come abbiamo visto, almeno 50 mila giovani invalidi ‘amputati’, solo per la parte ucraina.
Numeri devastanti
Ma i numeri pesano più delle parole, perché le stime fatte dal WSJ «e precedentemente non divulgate», sono una media che scaturisce dai dati forniti da ospedali, medici, aziende di protesi ed enti di beneficenza. E se la somma di combattenti ucraini invalidi prodotti da questa guerra vi sembra enorme, allora tenete conto che il report del WSJ dice che «la cifra effettiva potrebbe essere più alta, perché ci vuole tempo per registrare i pazienti dopo che si sono sottoposti alla procedura. E con la controffensiva di Kiev in corso, la guerra potrebbe entrare in una fase più brutale».
Trincea e armi micidiali
La natura dei danni provocati dal conflitto, dicono gli esperti, sta nel modo in cui è combattuto e si combatte. La Russia ha completamente stravolto la sua strategia in corso d’opera. Probabilmente, aveva sottovalutato la capacità di resistenza ucraina e, soprattutto, la volontà americana di condurre una guerra ‘per procura’. Cioè, non impegnandosi direttamente in combattimento, ma svolgendo tutte quelle azioni di sostegno (al limite della cobelligeranza) indispensabili per resistere e poi per ripartire al contrattacco. La prima fase è riuscita, la seconda sembra, francamente, più ardua da realizzare.
I russi trincerati
Clamorosamente fermati nella loro ‘guerra di manovra’, adesso i russi si sono trincerati e aspettano. Con questo scenario tattico, completamente stravolto, costringono gli ucraini a venire avanti allo scoperto. Così le truppe d’assalto di Kiev trovano ad aspettarle centinaia di migliaia di mine di tutti i tipi e di tutte le dimensioni. Sono le mine antiuomo e la densità dei colpi d’artiglieria, che provocano tutte queste ferite da amputazione.
La riconquista irreale
Sperare che, in queste condizioni, i soldati di Kiev possano riconquistare parte del Donbass o addirittura, della Crimea, è abbastanza irrealistico. Da un punto di vista strettamente militare, basta fare una piccola analisi costi-benefici: guadagni territoriali, meno perdite (umane e di materiali).
Il risultato non sembra positivo per Kiev. La lentissima controffensiva potrebbe fare solo perdere tempo e vite a Zelensky e giocare, paradossalmente, a favore di Putin. No, bisogna trovare un altro modo, per chiudere questa inutile strage.
02/08/2023
Abbiamo ripreso l'articolo
da Remocontro
di Piero Orteca