ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Cuba cinese? Base-spia a 100 miglia dalla Florida. E torna anche la Russia

Cuba cinese? Base-spia a 100 miglia dalla Florida. E torna anche la Russia

Kennedy, Kruscev, Unione sovietica e quei missili con testate atomiche tra portati da Mosca nella Cuba rivoluzionaria di Fidel Castro per contrastare quelli americani in Europa. Torrido agosto 1962 e quasi guerra nucleare.
Non una minaccia così grave ma una grossa sfida quella rivelata dal Wall Street Journal di una base-spia cinese in corso di realizzazione a soli 100 miglia di distanza dalla Florida. Ma non solo.
A Cuba tornano i russi. Niente missili, ma accordi commerciali anti-crisi.

Immagine rimossa.

Nato americana ad Est e la Cina rilancia

Una notizia in esclusiva, sparata ieri sera come ‘breaking new’ dal Wall Street Journal, parla di una base-spia cinese in corso di realizzazione sull’isola caraibica, a sole 100 miglia di distanza dalla Florida. Come sottolinea il giornale, l’affaire ha gettato lo scompiglio nelle alte sfere del Pentagono e dell’Amministrazione Biden. Pare infatti, secondo l’Intelligence americana, che la struttura sarà una ‘sofisticata base di ascolto e identificazione’, capace di mappare tutto quello che si muove nell’est e nel sud-est degli Stati Uniti e in una vasta area compresa tra il Golfo del Messico e l’Oceano Atlantico.

Accordo Pechino-L’Avana con miliardi

Warren Strobel e Gordon Lubold, del prestigioso giornale economico, scrivono di funzionari Usa, «che hanno familiarità con notizie di intelligence altamente riservate», avrebbero confermato l’esistenza di una sorta di accordo a metà tra il diplomatico e il commerciale, tra Pechino e L’Avana. In sostanza, pur di ottenere il permesso di impiantare e gestire la base d’intercettazione, il governo di Pechino avrebbe accordato un pacchetto di aiuti di qualche miliardo di dollari. Comunque sia, alla Casa Bianca è allarme rosso, perché, giusto come scrive il Wall Street Journal «Washington considera Pechino come il suo più importante nemico economico e militare. Una base cinese con avanzate capacità militari e di intelligence nel cortile degli Stati Uniti potrebbe rappresentare una nuova minaccia senza precedenti».

Conferma dall’intelligence Usa

Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, ‘non dice’, ammettendo gli sforzi della Cina di acquisire informazioni in tutto il mondo. Gli 007 americani, hanno fatto trapelare che la base dovrebbe essere impostata su potenti capacità ‘Sigint’, cioè di ‘intelligence dei segnali. Tutto questo, sempre secondo gli specialisti, dovrebbe avvenire sia per quanto riguarda il settore ‘Comint’ (comunicazioni), sia per quello “Elint” (elettronico). Il WSJ ha chiesto chiarimenti alle ambasciate di Cuba e della Cina, senza avere risposta. Ancora nessuna reazione nemmeno da parte dell’Amministrazione Biden e così i repubblicani sono già partiti al contrattacco. Nikki Haley, ex ambasciatrice alle Nazioni Unite e candidata alla Casa Bianca, si è rivolta a Biden chiedendogli se si renda conto «della minaccia cinese alle nostre porte». Un altro esponente di spessore del GOP, il senatore Marco Rubio, ha ribadito che Cuba continua a rappresentare una minaccia per l’America.

A Cuba anche la Russia con altri soldi

Cuba tornerà ad avere ampi vincoli economico-commerciali con la Russia, svela Roberto Livi sul Manifesto. Investimenti russi in settori strategici cubani tra cui una «associazione strategica tra la telecom cubana Etecsa ed ‘entità federali russe di telecomunicazione». Tutti ad ascoltare. Secondo fonti russe, Cuba è il socio strategico di Mosca con maggior stabilità politica che ha anni di esperienza nell’evadere le sanzioni previste dall’embargo unilaterale di Washington. Gli accordi con Mosca hanno fatto immediatamente scattare i commenti allarmati sia di Miami che di Madrid. Che agita gli spettri di sempre: «una versione cubana del capitalismo di mafia russo», fino a prevedere il ritorno di missili russi sull’isola.

L’America, la Cina e il resto del mondo

Il problema che traspare da queste vicende, la Cina soprattutto. Ogni volta che Biden e Xi Jinping cercano di allentare la tensione e fissano un calendario diplomatico da seguire, per preparare progressivamente una cornice di accordi, succede qualcosa che blocca tutto. Si è verificato con Nancy Pelosi, poi col pallone-spia (ne sono arrivati da sempre) e ora con la base cinese di Cuba. Per la quale, pare di capire che la notizia non fosse proprio una sorpresa. Nel senso, che negli ambienti governativi, già se ne parlava da un pezzo. E perché è venuta a galla proprio ora? Beh, prima della fine del mese dovrebbe volare a Pechino il Segretario di Stato Antony Blinken, che già ha dovuto annullare il suo primo viaggio a febbraio, proprio per colpa dello ‘scandalo’ seguito alla deriva del pallone cinese.

Problemi in casa Usa

Contemporaneamente, non passa giorno senza che non ci siano incontri ravvicinati ‘ad alto rischio’ tra navi e aerei di Pechino e mezzi navali e jet di Washington. In certi frangenti, sembra proprio che la mano destra non sappia quello che sta facendo la mano sinistra. C’è sempre e comunque concordanza assoluta e una catena di comando lineare tra la sfera politica e quella militare? La speranza è che non ci siano ‘miscalculations’, perché non sarebbe la prima volta che scoppia un conflitto ‘per sbaglio’.

E se i centri di intercettazione devono servire a capire le intenzioni del nemico, allora ben vengano anche le basi segrete. Sperando che riescano a far capire che nessuno ha tutta questa voglia di guerra.

09/06/2023

Abbiamo ripreso l'articolo

da Remocontro

Piero Orteca