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Cuba non si arrende, non si vende, e non è negoziabile”. Incontro a Roma con Gerardo Hernández, uno dei Cinque eroi cubani

Cuba non si arrende, non si vende, e non è negoziabile”. Incontro a Roma con Gerardo Hernández, uno dei Cinque eroi cubani

L'emozione era palpabile nell'aula dell'Università Roma 3. Persone di tutte le età stavano ascoltando la storia, per voce di un simbolo della resistenza di Cuba, Gerardo Hernández, per anni prigioniero nelle carceri nordamericane, insieme a Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González: per tutti, los Cinco, i Cinque eroi cubani. Arrestati nel 1998 negli Stati uniti per aver cercato di prevenire gli attentati dei mercenari al soldo della Cia, radicati nel sud della Florida, vennero condannati all'ergastolo o a pene spropositate, e liberati solo dopo una forte campagna internazionale, a cui hanno contribuito anche i movimenti in Italia.

I più vecchi fra i presenti hanno partecipato di persona a quelle mobilitazioni. I più giovani, numerosi nell'aula e tutti “orgogliosi di dirsi comunisti”, conoscevano comunque la storia, per voce di chi è venuto prima. A differenza dei paesi capitalisti, a differenza di un paese anomico come l'Italia, diventato così dopo la sconfitta del grande ciclo di lotta degli anni Settanta, Cuba, e così il Nicaragua sandinista, considera la memoria storica delle rivoluzioni come patrimonio vivo per resistere nel presente e costruire il futuro. E, in questo, ha influenzato con lo stesso spirito chi si è messo sul suo cammino, trasponendo gli ideali del Grande Novecento nel secolo XXI: in primo luogo al Venezuela, che ha lottato contro le “democrazie camuffate della IV Repubblica” anche con le armi.

Durante l'incontro, condotto con perizia dall'ambasciatrice di Cuba in Italia, Mirta Granda, coadiuvata dal ministro Consejero, Damian Delgado, e alla presenza dell'assessore alla Cultura del comune di Roma, Massimiliano Smeriglio, è stato decorato Arnaldo Testi, l'attivista di Italia-Cuba di Teramo, organizzazione di solidarietà che ha portato in Italia Gerardo.

Per l'occasione abbiamo chiesto a Hernández un'opinione circa gli attacchi congiunti operati dall'opposizione cubana e da quella venezuelana, che chiedono sia a Trump che a Netanyahu di “approfittare” dell'occasione per invadere una volta per tutte Cuba, il Venezuela, il Nicaragua, per farla finita con il socialismo e instaurare finalmente la “libertà” delle oligarchie. Ecco la sua risposta:

“ Non dubito che ci siano oppositori a Cuba che ricevono denaro dagli Stati Uniti o da gruppi a loro collegati. Bene, io sinceramente non li conosco. Sono persone che possono diventare famose perché, al giorno d'oggi, le reti sociali facilitano questi processi. Sono persone che, magari, si propongono di ottenere il visto per gli Stati uniti criticando il governo. Il che di solito è la via più facile. Se lo guadagnano così, se ne vanno, vivono in un altro posto, in un altro paese. Ora si trovano negli Stati Uniti. Hanno fatto una dichiarazione, qualche giorno fa, quando Israele ha attaccato l'Iran. Che diceva qualcosa tipo: farò una colletta per pagare i missili affinché attacchino Cuba dove si trova la presidenza, lì nell'edificio della presidenza. Allora ho caricato sulla mia pagina Facebook, sulla mia pagina X, un meme che avevo visto tempo fa, non è mio, ma mi è piaciuto quando l'ho visto. Diceva: “Quando chiedi che attacchino il tuo paese, non farlo da fuori, fallo da dentro, così saprai come suona un missile.”

Quindi, possiamo dire che non solo queste persone ora, non solo adesso, ma nel corso del tempo, molti oppositori al governo hanno chiesto e avrebbero voluto che gli Stati Uniti ci facessero soffrire con il loro esercito. Molti sono direttamente annessionisti, e vogliono che Cuba sia come Porto Rico, o anche di più, che sia una stella nella bandiera degli Stati Uniti.

E alla fine credo che abbiano finito per capire di essere solo grilli parlanti. Le continue violazioni dello spazio aereo cubano nel 1995 e 1996 da parte di aerei leggeri che decollavano dagli Stati Uniti e che volevano causare un incidente come alla fine lo causarono per provocare che gli Stati Uniti invadessero Cuba. Le accuse che Cuba sia un paese coinvolto nel narcotraffico senza prove e senza alcuna logica. Le accuse, e menziono John Bolton perché non mi sto inventando cose, le accuse che Cuba possiede armi di distruzione e biologiche da usare contro gli Stati Uniti... Basta che a Miami accusino Cuba di essere la causa del cambiamento climatico, e fanno una campagna su questo.

La diminuzione del numero di orsi polari è colpa di Cuba. Qualsiasi cosa si dica contro Cuba loro la supporteranno perché alla fine il loro obiettivo è che l'esercito nordamericano faccia per loro il lavoro di distruggere Cuba e soprattutto distruggere i rivoluzionari, i comunisti cubani per poi arrivare e costruire il paese che vogliono. Riassumendo e rispondendo alla domanda della compagna: cosa direi loro? Direi che Cuba non si arrende, non si vende, non si negozia e che finché Cuba avrà un popolo eroico come quello che ha, e finché Cuba potrà contare su sorelle e fratelli come voi, Cuba sarà invincibile e la nostra rivoluzione continuerà vittoriosa.

30/06/2025

da L'Antidiplomatico

Geraldina Colotti

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