ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Dalla Florida insistono: «Kiev ceda i territori»

Dalla Florida insistono: «Kiev ceda i territori»

Politica estera

02/12/2025

da Il Manifesto

Sabato Angieri

All’ultimo piano Zelensky a Parigi con Macron, che rilancia: «Solo l’Ucraina potrà finalizzare la pace». A Kiev Zaluzhni attacca: «Rischio guerra civile

Se la guerra in Ucraina è ancora circoscritta ai fronti dell’Europa dell’est, le trattative per la sua fine hanno già assunto un carattere mondiale. Ieri, quasi in contemporanea, si sono tenute riunioni in Florida, a Parigi, a Bruxelles, a Mosca e chissà in quante cancellerie degli stati coinvolti diplomaticamente.

Nella capitale francese Zelensky ha incontrato il presidente che in questo momento gli è più vicino. Dopo la visita di due settimane fa in cui si è firmato lo «storico accordo» per l’acquisto dei caccia Rafale francesi, il capo di stato ucraino si è recato all’Eliseo per elaborare una strategia comune che da un lato provi a difendere le rivendicazioni ucraine e dall’altro non lasci esautorare di nuovo l’Unione europea.

«AD OGGI NON ESISTE un piano di pace definitivo. A livello territoriale, potrà essere finalizzato solo dal presidente Zelensky» ha dichiarato Emmanuel Macron a conclusione dell’incontro, come a mettere le cose in chiaro. E, nell’attesa di passi più concreti, ha fatto sapere che «stiamo preparando un altro pacchetto di sanzioni, il 20esimo. Vogliamo colpire soprattutto le petroliere russe della ‘flotta ombra’». Questione quantomai spinosa nella giornata in cui la Russia ha accusato pubblicamente l’Ucraina di aver colpito «due petroliere in acque turche». A sorpresa sulla questione è intervenuto il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, che ha ammonito: «Gli ucraini si dimostrerebbero estremamente imprudenti qualora attaccassero navi russe nel mar Baltico in quanto tali azioni potrebbero causare grossi danni all’ambiente marino regionale».

IN OGNI CASO a Parigi l’importante era dimostrare unità d’intenti tra Kiev e l’Europa (anche se c’era solo Macron) e Zelensky ha ribadito che «i negoziati non potranno fare molta strada senza coinvolgere gli europei». I due presidenti si sono poi collegati con la Florida, dove Rustem Umerov e Steve Witkoff stavano tenendo per il secondo giorno consecutivo colloqui riservati volti alla definizione di una proposta da consegnare a Mosca oggi. «La questione territoriale è la più difficile da risolvere», ha affermato Zelensky, tornando a chiedere un incontro faccia a faccia con Trump. Il quale però non ha intenzione di incontrare né lui né Putin (almeno così dichiara) finché non si avrà un testo definitivo sul quale ragionare. Per questo «non ho imposto alcun termine» per la firma di un’eventuale accordo, ha dichiarato il tycoon ieri. Oltre alla controparte statunitense, Zelensky e Macron hanno sentito telefonicamente anche i leader di diversi Paesi europei, il premier britannico e i vertici di Bruxelles.

«Bisogna concludere questa guerra in modo degno» ha concluso il leader ucraino, rilanciando sulla necessità di garanzie di sicurezza «solide». Dal canto suo, il presidente francese ha ammesso che questa fase storica «potrebbe essere decisiva per il futuro della pace in Ucraina e per la sicurezza in Europa».

DI TERRITORI si era parlato molto anche nel club privato Shell Bay della Florida meridionale, dove da domenica il nuovo capo della delegazione negoziale di Kiev, Rustem Umerov (che ha sostituito il dimissionario Andriy Yermak, travolto dallo scandalo corruzione) ha incontrato il segretario di Stato Usa Marco Rubio, il genero di Donald Trump Jared Kushner e l’inviato speciale della Casa bianca, Steve Witkoff. È stato quest’ultimo a fare gli onori di casa, dato che il circolo appartiene proprio al Witkoff Group, in barba alla veste altamente istituzionale dell’incontro. I negoziati, a detta di una fonte della Cnn, sono stati «duri ma molto costruttivi», che in passato è stata una parafrasi utilizzata quando non si è riusciti ad arrivare a conclusioni ma senza strappi definitivi.

PER AXIOS, informatissima sulle ultime mosse di Washington rispetto all’Ucraina, le conversazioni si sono concentrate sulla questione delle regioni occupate con «Washington che vuole che Kiev ceda territorio». Ma il punto non è solo dove si dovranno attestare i due eserciti, quanto lo status che avranno quei territori e la presenza armata dei due attuali belligeranti. L’altro punto in grado di far saltare il tavolo è quello delle garanzie di sicurezza. Per la Cnn i negoziatori hanno discusso l’eventualità in cui all’Ucraina verrebbe di fatto impedito di unirsi alla Nato, «ma non ufficialmente (cioè senza una rinuncia scritta, con valore legale,ndr)», in cambio potrebbe stipulare accordi bilaterali con i vari stati membri dell’Alleanza che però dovrebbero essere vagliati con la Russia.

Oggi Witkoff è atteso al Cremlino dove sarà ricevuto da Putin, teoricamente per discutere i prossimi passi ma, a quanto ne sappiamo, a mani vuote dato che la bozza vagliata dall’Ucraina non sembra sia pronta. In ogni caso l’inviato di Trump, che a Mosca è di casa, proverà a sondare la disponibilità di Putin a fare qualche concessione, magari insistendo di nuovo su quanto la pace sarà lucrosa.

INTANTO LA LOTTA per la successione alla presidenza ucraina inizia a farsi reale. Domenica Valerii Zaluzhni ha pubblicato un lunghissimo articolo in cui evidenzia quelle che secondo lui sono tutte le colpe di Zelensky, senza mai nominarlo, e tornando ancora una volta sulla questione della mobilitazione. In sostanza accusa il governo e gli attuali vertici militari della situazione attuale e arriva a paventare il rischio di una «guerra civile» se la pace non sarà conseguita senza le direttive che lui stesso indica (che includono, tra le tre eventualità anche la fornitura della bomba atomica a Kiev).

share