ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Destre in guerra sull'Ucraina Giorgia non molla sugli aiuti a Kiev e Salvini si rimette di traverso

Destre in guerra sull'Ucraina Giorgia non molla sugli aiuti a Kiev e Salvini si rimette di traverso

Politica italiana

04/12/2025

da La Notizia

Raffaella Malito

Dagli aiuti a Kiev ai rapporti con Mosca: volano gli stracci nella maggioranza. Il conflitto in Ucraina, le armi a Kiev e i rapporti con la Russia continuano a provocare scossoni nella maggioranza

Il conflitto in Ucraina, le armi a Kiev e i rapporti con la Russia continuano a provocare scossoni nella maggioranza. Il decreto legge per prorogare l’autorizzazione a cedere mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina sembrava destinato ad approdare in Consiglio dei ministri domani, in quanto inserito tra i 18 provvedimenti da esaminare nell’ordine del giorno della riunione tecnica preparatoria della vigilia. Ma la convocazione diramata di primo mattino martedì è stata aggiornata nel pomeriggio, eliminandolo dalla lista. E quindi il decreto slitterà. In mezzo c’era stato un intervento di Matteo Salvini. Si era parlato di dubbi della Lega. Ieri questi dubbi sono diventati una certezza.

Dalle armi a Kiev ai rapporti con Mosca: volano stracci in maggioranza

“Un conto è difendere l’Ucraina, altra cosa è alimentare una guerra: su armi a lungo raggio siamo contrari”, ha detto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. Rispondendo alla domanda sul rinvio del decreto, Romeo ha aggiunto: “In questa fase serve un provvedimento che guardi alle garanzie di sicurezza dell’Ucraina nell’ambito del piano di pace degli Stati Uniti. Una semplice proroga rischia di non essere allineata al percorso negoziale”. A replicare ai leghisti è la premier in persona. “Chiaramente noi lavoriamo per la pace ma finché ci sarà una guerra faremo quello che possiamo fare, come abbiamo sempre fatto, per aiutare l’Ucraina a difendersi”, ha detto Giorgia Meloni. “Il decreto – ha proseguito – entro la fine dell’anno viene fatto in ogni caso perché serve. Non vuol dire lavorare contro la pace”.

“Sulle armi all’Ucraina non c’è da chiedere nulla a nessuno visto che la posizione del Governo è chiara, con la linea dettata dalla premier Meloni e dal vice premier Antonio Tajani”, si aggiunge nella diatriba il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi, che assicura: il decreto “verrà approvato quando sarà necessario”.

Meloni non vede da parte della Russia disponibilità a trattare. Salvini sogna di volare a Mosca

Se Meloni non vede da parte della Russia la disponibilità a far cessare la guerra, il suo alleato leghista sogna di riprendere i rapporti con Mosca. “Spero tra qualche mese, non anni, di poter tornare a volare su Kiev e Mosca da Roma e Milano. Oggi può sembrare un pio desiderio, ma se puoi sognarlo allora puoi desiderarlo”, ha detto Salvini, auspicando di “riaprire i commerci e il dialogo con un Paese con cui non siamo in guerra. A leggere i giornali c’è chi ha voglia di nuove guerre, io no, non ho voglia di nuove guerre”. Si è raggiunta, poi, l’intesa nel trilogo tra il Consiglio Ue e il Parlamento Ue sul regolamento per eliminare gradualmente le importazioni di gas naturale russo.

Dal gas russo a Cavo Dragone, i fronti aperti in maggioranza

Il regolamento introduce un divieto graduale e giuridicamente vincolante sulle importazioni di gas naturale liquefatto e di gas tramite gasdotti dalla Russia, con un divieto totale rispettivamente dalla fine del 2026 e dall’autunno 2027. L’intesa dovrà essere ratificata dai 27 e dalla Plenaria. L’Ungheria ha fatto sapere che intende impugnare il piano presso la Corte di Giustizia Ue. La Lega, a differenza dei suoi alleati, sostiene che la decisione rischia di spingere l’aumento dei costi per imprese e famiglie, nonché ridurre la sicurezza energetica dell’Ue.

E poi c’è il caso sollevato dalle parole dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Davanti alla guerra ibrida di Mosca la Nato sta valutando una postura più ‘aggressiva’ alla luce degli attacchi informatici, dei sabotaggi e delle violazioni dello spazio aereo alleato, ha affermato il presidente del comitato militare della Nato. “Mentre Usa, Ucraina e Russia cercano una mediazione, gettare benzina sul fuoco con toni bellici o evocando ‘attacchi preventivi’ significa alimentare l’escalation. Non avvicina la fine del conflitto: la allontana. Serve responsabilità, non provocazioni”, ha commentato la Lega. “Bisogna sempre essere prudenti e cauti” ha replicato ai leghisti Tajani, leader di Forza Italia oltre che ministro degli Esteri e vicepremier.

Meloni si colloca a metà strada. “E’ una fase in cui bisogna misurare molto bene le parole” evitando “quello che può far surriscaldare gli animi”, dice riferendosi alle parole dell’ammiraglio. Anche se poi puntualizza: “Cavo Dragone stava parlando di cybersicurezza. Io circoscriverei le sue parole all’ambito di cui stava parlando”.

share