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«Dio è con Trump» minacciano i fondamentalisti religiosi

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‘Supermartedì elettorale’ amaricano da paura per tutto il mondo e la destra religiosa locale -avverte Luca Celada-, «spinge l’ex presidente verso il ‘dominionism’». Le ideologie integraliste cristiane che cercano di istituire una nazione governata dai cristiani, passando per la ‘santificazione’ di quello sparo (la foto di copertina), ed ecco il ‘candidato messianico’ che il mondo rischia di trovarsi addosso come presidente della superpotenza planetaria. Ultima variazione ‘teologica’ significativa propugnata dai seguaci di Trump, «Il sionismo cristiano»

L’America tra Dio e Dollaro

Ci ricorda il Manifesto «Un dato acquisito e spesso ripetuto che hanno maggiore possibilità di diventare presidente degli Stati uniti un musulmano o un socialista che un ateo. Nella nazione, la cui costituzione peraltro richiederebbe una rigida divisione fra stato e chiesa, la religiosità è un requisito imprescindibile, che si è andato accentuando nel ventesimo secolo».

«In God we trust» sul dollaro

La presenza a celebrazioni religiose, consiglieri spirituali e professione di fede è parte obbligata della carica, e tanto più per i candidati. Non fanno eccezione Kamala Harris e Donald Trump, ma lui, Donald anche in quello è esagerato come sempre. La destra integralista definita spesso ‘teocon’, ha radici lontane. Celada si lancia nella fondazione delle colonie su licenza delle compagnie commerciali della corona inglese. Dove, tra le molte, la ‘Maine della Plymouth Company’, ad esempio, o la ‘Massachusetts Bay a Boston’, sommavano al commercio l’indirizzo teocratico dei Puritani.

‘Città sulla collina’

In un celebre sermone del 1630 il futuro governatore della Massachusetts, John Winthrop, parlò di «città sulla collina» -dal Sermone della Montagna di Gesù-, per definire il senso di predestinazione biblica che avrebbe anche legittimato la dottrina del «destino manifesto nella conquista continentale» (altro che il Manitù dei nativi), poi evoluto nell’ eccezionalismo americano. Parte sempre più vasta retorica politica degli Stati Uniti , quello di una dichiarazione di eccezionalismo americano , e riferendosi all’America che agisce come un “faro di speranza” per il mondo.

Coalizione delle Sette fatta da Reagan

Negli anni ‘80, Reagan è stato anche l’architetto della coalizione con le sette integraliste costruita in gran parte attorno alle istanze pro-vita. Il sodalizio costruito inizialmente sull’opposizione all’aborto, ha segnato l’ascesa della “Christian right”, la destra cristiana come formidabile forza politica che nelle amministrazioni repubblicane ha trovato una crescente ingerenza “biblica” negli affari di stato. «Negli ultimi 40 anni il Gop è stato sempre più sponda per un revisionismo improntato alla progressiva erosione della separazione fra fede (specie quella evangelica, carismatica e pentecostale) e costituzione», la sottolineatura di Luca Celada.

Il radicalismo Teocon si esalta con Trump

Telepredicatori a divulgare le istanze sempre più radicali dei teocon, dal finanziamento pubblico dell’educazione religiosa, la diatriba gender e trans-omofobica, e tematiche anti-scientifiche sul ‘creazionismo’. Mentre la capillare rete ecclesiastica diventa imprescindibile fonte di finanziamento a candidati conservatori. Ma la convergenza fra fanatismo religioso e destra politica raggiunge il suo massimo con l’avvento di Donald Trump, «un fedifrago pluridivorziato, proprietario di casinò emerso dalla mondanità libertina della New York anni ’80».

Il ‘nazionalismo cristiano’ monda i peccati

Malgrado questo la Christian right, che proclamare apertamente un «nazionalismo cristiano», sostiene Trump più dei suoi predecessori repubblicani. Non c’è manifestazione trumpiana che non abbia una componente di quello zelo mistico-ideologico di molto evangelismo americano. Un’adorazione liturgica del leader che prescinde dai programmi politici. In eterna gratitudine per aver abrogato la protezione federale del diritto all’aborto, i pastori evangelici hanno concesso al pluricondannato ex presidente un’indulgenza plenaria di «strumento imperfetto del Signore», accostandolo con disinvoltura a figure bibliche come Davide o Ciro, profeti non cristiani di missioni divine. E Il suo tentato assassinio a luglio è stato riciclato in termini di tribolazione e redenzione pseudo biblica.

Strumento ‘molto’ imperfetto del Signore

Mentre la pandemia saldava integralismo antiscientifico e complottismo Qanon, la prima amministrazione Trump sdoganava le pulsioni apocalittiche e avventiste. Oggi non sono solo le frange estreme a sostenere la predestinazione divina della nazione, ma cariche istituzionali come i togati della Corte suprema e il presidente della Camera, Mike Johnson. La terza carica dello stato è noto per sedute di purificazione con colleghi parlamentari, per «scacciare i demoni». l think tank Heritage Foundation, ha stilato il programma “Project 2025” che guiderebbe un prossimo governo Trump verso l’obiettivo finale. Il ‘dominionism’ che prescrive la «conquista cristiana di ogni aspetto della società, da media e cultura agli organi di istruzione e governo». L’antico progetto teocratico dei Puritani.

New Apostolic Reformation

Ne è principale fautore il movimento del New Apostolic Reformation a cui appartengono migliaia di pastori evangelici, compresa Paula White-Cain, la quale, si dice, avrebbe convertito Trump dopo una serie di lezioni bibliche impartite a domicilio nel suo casinò di Atlantic City. La scorsa settimana White-Cain ha organizzato una «imposizione collettiva delle mani» sull’ex presidente. In precedenza aveva offerto preghiere anti-demoniache nel comizio che ha preceduto l’assalto a Capitol Hill.

Il sionismo cristiano

Il movimento ha infine una forte componente di “sionismo cristiano,” espresso nell’inflessibile sostegno a Netanyahu e il suo governo oltranzista, nel cui fanatismo i nazionalisti cristiani, e forse il prossimo governo Usa, hanno il loro analogo più stretto.

02/11/2024

da Remocontro

rem

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