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Disordini in Gran Bretagna dell’ultradestra islamofobica

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La strage di Southport. Cortei violenti in tutto il paese sulla base di una fake news: un’azione capillare dei gruppi fascio-nazionalisti coordinati da Tommy Robinson. Proteste degli antirazzisti. Il governo Starmer promette la massima durezza

Continua in Gran Bretagna la folata di disordini fascio-nazionalistici e islamofobici orchestrati dalle estreme destre britanniche in seguito alla strage di Southport – non lontano da Liverpool – dove, lo scorso 29 luglio, tre bambine sono state uccise quando alla lezione di ballo che stavano frequentando faceva irruzione con un coltello un adolescente la cui identità si è subito falsamente diffusa online come quella di un richiedente asilo arabo (nonostante fosse nato in Galles e di origine ruandese). La polizia ha inutilmente definito non terroristico l’attacco: il pretesto era perfetto per la fiammata di proteste violente anti immigrazione che sono il cuore del repertorio dell’estrema destra e che, fomentata anche dalla recente vittoria Labour alle politiche, hanno messo sotto scacco la polizia di varie città del nord dell’Inghilterra.

IERI A SUNDERLAND, in Northumbria, quattro agenti sono finiti in ospedale dopo una notte di violenze con lancio oggetti contro la polizia antisommossa e un ufficio di assistenza legale per i cittadini dato alle fiamme. A Stoke-on-Trent, i poliziotti sono stati presi a mattonate e fuochi d’artificio mentre cercavano di tenere separati un gruppo anti-islamico e una manifestazione anti-razzismo a Belfast, mentre a Hull sono state distrutte a sassate le finestre di uno degli hotel utilizzati in tutto il paese per ospitare i migranti. Disordini diffusi anche a Cardiff, Liverpool e Manchester, con slogan come «quando è troppo è troppo», «salviamo i nostri figli» e «fermate le barche», quello con cui il precedente governo Tory ha cercato di puntellare la fallimentare – e immediatamente abrogata dall’attuale governo Labour – mossa di spedire i “clandestini” in Ruanda.

SI TRATTA DI UN’AZIONE coordinata e capillare da parte dei fascisti di cui non si hanno memorie recenti. L’azione gravita attorno alle decisioni e leadership di Tommy Robinson, vero nome Stephen Yaxley-Lennon, pregiato nazi nonché fondatore dell’ultranazionalista English Defence League, ma è stata subito strumentalizzata da Nigel Farage, architetto di Brexit, fondatore dell’Ukip e neodeputato per le file della stessa compagine xenofoba ora ribattezzata Reform Uk. Robinson aveva portato 15mila persone in piazza a Londra sabato, una manifestazione fin troppo partecipata. Ma i liquami neri hanno incontrato una solida diga, con contro-manifestazioni di Stand Up to Racism (Sutr) organizzate a Liverpool, Nottingham, Leeds, Manchester, Bristol, Cardiff e Stoke-on-Trent ieri, e poi Rotherham e Weymouth oggi.

COME AI TEMPI della battaglia di Cable Street – la serie di scontri tra antifascisti dell’East End e i militanti della British Union of Fascists di Oswald Mosley nel 1936 in cui i primi redarguirono pesantemente i secondi – anche la Gran Bretagna antifascista sta alzando la testa. Weyman Bennett, co-coordinatore della Sutr, ha dichiarato al Morning Star: «I razzisti in tutta la Gran Bretagna sono stati incoraggiati dal razzismo di Reform e Farage in Parlamento e dai 15mila di Robinson a Londra. Sono responsabili entrambi, fomentano l’islamofobia e gettano benzina sul fuoco. Gli antirazzisti sono impegnati a spezzare la confidenza dei razzisti e ad affrontarli nel loro tentativo di diffondere odio e attaccare i musulmani».

IL GOVERNO STARMER ha garantito la massima durezza nel reprimere i focolai di violenza e confermato massima fiducia nei confronti delle forze di polizia, ma il clima nel paese resta pesante. La bufala sull’identità dell’attentatore avrà anche funto da innesco, ma queste violenze sono soprattutto il risultato di un quindicennio di criminale e demonizzante retorica anti-migranti da parte dell’ormai larvale partito conservatore, i frutti della cui schifosa retorica maturano rigogliosi nei crani rubizzi di proletariato bianco abbigliato Fred Perry e Ben Sherman. La politica ottusamente filo-Israele dell’ex governo Tory ha fatto il resto.

05/08/2024

da il Manifesto 

Leonardo Clausi

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