ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Droni, scudo aereo e spaziale: la Commissione Ue presenta il piano della difesa. E annuncia spese record: “6.800 miliardi entro il 2035”

Droni, scudo aereo e spaziale: la Commissione Ue presenta il piano della difesa. E annuncia spese record: “6.800 miliardi entro il 2035”

Politica estera

16/10/2025

da Il Fatto Quotidiano

Redazione

Per la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, "le recenti minacce hanno dimostrato che l’Europa è a rischio. Dobbiamo proteggere ogni cittadino"

Droniscudo-aereo antimissile e lo scudo spaziale. Poi coalizioni di Paesi sulle capacità e una spinta agli investimenti nel mercato unico. Sono questi i punti centrali della Roadmap sulla difesa presentata dalla Commissione europea e dall’Alta Rappresentante Kaja Kallas che ha come obiettivo dichiarato quello aiutare i 27 a colmare le loro carenze militari entro il 2030. Ma “per farlo l’Europa si deve muovere ora“, esordisce la comunicazione congiunta. Nel testo vengono proposti 4 progetti d’importanza strategica (” European Drone Defence Initiative, l’Eastern Flank Watch, l’European Air Shield e il Defence Space Shield”), nonché l’istituzione di coalizioni tra i Paesi – con una capitale a fare da guida – intorno a nove capacità definite come prioritarie (ad esempio i missili e le munizioni). La roadmap propone tempi di attuazione stringenti, quote per gli appalti congiunti e un ruolo guida per l’Agenzia della Difesa. La Commissione europea e l’Alto rappresentante presenteranno questa tabella di marcia al Consiglio europeo della prossima settimana.

Nel complesso “noi europei investiremo, entro il 2035, circa 6.800 miliardi di euro nella difesa, di cui il 50% per quella effettiva: un vero big bang nel finanziamento della difesa”, lo ha definito il commissario Ue alla Difesa Andrius Kubilius. Il piano richiederà “tutte le fonti di finanziamento disponibili a livello nazionale e Ue”, ha spiegato, precisando che la spesa “si baserà principalmente sui bilanci nazionali” che stanzieranno risorse “100 volte maggiori” rispetto a quelle Ue, per “centrare i target di capacità Nato“. “Vogliamo raggiungere la prontezza alla difesa prima del 2030. Perché? A causa dei piani di Putin. E dobbiamo combattere l’aggressione, prevenire la guerra, preservare la pace, ed è questo lo scopo della Roadmap”, ha aggiunto Kubilius.

Preserving Peace – Defence Readiness Roadmpap 2030“, è l’ennesimo cambio di nome. L’ultima declinazione lessicale di quello che era inizialmente il piano di riarmo ReArmEu. Per la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, “le recenti minacce hanno dimostrato che l’Europa è a rischio. Dobbiamo proteggere ogni cittadino e ogni centimetro quadrato del nostro territorio”. La roadmap parte dalla premessa che la Russia “ha militarizzato la sua economia e la sua società. Nel 2025, il suo bilancio dichiarato per la difesa supererà il 7% del Pil. Circa il 40% del suo bilancio nel 2025 è destinato alla sicurezza e alla difesa. Questa Russia militarizzata rappresenta una minaccia persistente per la sicurezza europea nel prossimo futuro”. La Russia “oggi non ha le capacità per sferrare un attacco all’Ue oggi, ma potrebbe prepararsi negli anni a venire. Il pericolo non scomparirà, anche se la guerra in Ucraina finirà”, sostiene l’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas. Sul perché è stata scelta la data del 2030

La roadmap propone dunque quattro iniziative “faro” europee, European Readiness Flagships: l’iniziativa europea per la difesa contro i droni (già muro anti-droni), l’Eastern Flank Watch, lo scudo aereo europeo e lo scudo spaziale per la difesa. La Commissione, malgrado i dubbi espressi pubblicamente dalla Francia, resta convinta che il muro anti droni è “fattibille“, anche con “l’aiuto dell’Ucraina“. Con Kiev l’Ue ha già annunciato un’alleanza nei droni. Il muro anti droni, secondo l’esecutivo Ue, sarà “pienamente funzionante” entro la fine del 2027, cioè tra poco più di due anni.

Muro di droni che viene previsto non solo sul fronte Est ma su tutti i confini europei, compreso quello Sud: “Lavoreremo con l’Europa meridionale con la stessa intensità con cui collaboriamo con i Paesi del fianco orientale. So che ci sono preoccupazioni legate alla sicurezza aerea e ai droni che possono minacciare infrastrutture civili come gli aeroporti. È facile immaginare provocazioni di questo tipo, come abbiamo già visto”, ha detto il commissario Kubilius. “Molti Paesi del fianco Sud sono anche marittimi e la sicurezza marittima è cruciale: abbiamo imparato molto dagli ucraini sull’efficacia dei droni navali in difesa, ma sappiamo anche che possono essere usati per provocazioni”, ha evidenziato.

La tabella di marcia invita gli Stati membri a formare coalizioni di capacità in nove aree chiave, per colmare le carenze critiche attraverso lo sviluppo e gli acquisti congiunti. Le aree sono: difesa aerea e missilistica; facilitatori strategici; mobilità militare; sistemi di artiglieria; cyber, intelligenza artificiale, guerra elettronica; missili e munizioni; droni e contro-droni; combattimento terrestre e marittimo. I progetti congiunti per ogni area dovranno essere lanciati “entro la metà del 2026”. L’obiettivo è anche quello di organizzare il 40% degli acquisti nel campo della difesa in maniera “congiunta” entro fine 2027.

La tabella di marcia definisce anche i piani per istituire un’area di mobilità militare a livello Ue entro il 2027, con norme armonizzate e una rete di rotte terrestri, aeree e marittime per spostare rapidamente truppe e materiali in tutta Europa. Sviluppato in stretto coordinamento con la Nato, questo piano dovrebbe rafforzare la capacità dell’Europa di rispondere rapidamente alle crisi. Sul piano finanziario, la roadmap non contiene novità: come detto nel marzo scorso, l’Ue stima di mobilitare fino a 800 mld di euro di spese per la difesa, tramite l’effetto combinato dei prestiti a tasso agevolato di Safe (150 mld di euro) e l’applicazione della clausola nazionale di salvaguardia (in teoria, altri 650 mld). Per “garantire la pace attraverso la deterrenza”, le capacità di difesa dell’Europa “devono essere pronte anche per i campi di battaglia di domani, in linea con la natura mutevole della guerra”. L’innovazione tecnologica e l’iterazione, “sviluppate con rapidità e scala e basate su soluzioni a duplice uso”, determineranno “la forza sul campo di battaglia. Coloro che svilupperanno le proprie tecnologie saranno i più forti e meno dipendenti, in particolare per i sistemi critici della guerra moderna, come droni, satelliti o veicoli autonomi”. In tutti e tre i comparti, l’Europa è rimasta indietro e ora intende recuperare terreno.

L’Europa, per la Commissione, ha “superato decenni di sottoinvestimenti nella difesa”. Gli Stati membri, nota l’esecutivo Ue, hanno aumentato i bilanci della difesa da 218 miliardi di euro nel 2021 a 343 miliardi nel 2024, con una previsione di 392 miliardi di euro nel 2025. Gli investimenti nella difesa sono aumentati del 42% nel 2024, con uno stanziamento di 106 miliardi, e l’acquisto di nuove attrezzature ha raggiunto gli 88 miliardi. Gli Stati membri, sottolinea l’esecutivo, “sono e restano sovrani per la loro sicurezza nazionale e per la difesa”. Tuttavia, “allo stesso tempo, il complesso panorama delle minacce evidenzia la necessità che gli Stati membri agiscano insieme, piuttosto che frammentare gli sforzi in iniziative nazionali non coordinate”. Oggi “meno del 50% delle attrezzature per la difesa viene acquistato all’interno dell’Ue”, e in larga parte a livello nazionale, mentre i “fornitori extraeuropei” (principalmente gli Usa) hanno guadagnato quote di mercato. Pertanto, “è evidente la necessità di investire di più, insieme e a livello europeo”.

share