È quanto prevede un emendamento della Lega approvato in Commissione Cultura alla Camera, secondo cui l'educazione sessuoaffettiva è ammessa soltanto alle superiori e col consenso dei genitori. Save the children: "Il 91% dei genitori ritiene utile l’introduzione di questi percorsi obbligatori a scuola"
Un emendamento della Lega introduce una stretta sull’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole: il testo prevede che sia introdotta solo alle superiori e previo consenso dei genitori che dovranno conoscere temi e materiale didattico. Diversamente dalle scuole primarie e medie dove, invece, verrà vietato di parlare di tematiche sessuali in aula “ad attivisti ideologizzati” ed “esperti esterni”.
Il via libera è arrivato il 15 ottobre – giorno in cui, peraltro, è avvenuto il femminicidio di Pamela Genini, uccisa dall’uomo che aveva lasciato – in commissione Cultura della Camera che sta esaminando il disegno di legge sul consenso informato presentato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Medioevo”, insorgono le opposizioni, mentre il Carroccio parla di una misura di “buon senso”.
Vietare l’educazione alla sessualità alle scuole medie è un atto “gravissimo”, per gli esponenti dem. E “mentre l’Europa va avanti, l’Italia torna nel Medioevo“, commenta l’europarlamentare Alessandro Zan. Cecilia D’Elia definisce il ddl Valditara già di per sé un testo “oscurantista” e “lesivo dell’autonomia scolastica.
L’Italia – sostiene – è già tra i pochi Paesi europei che non rendono obbligatoria l’educazione sessuale nelle scuole. Con questa decisione, la maggioranza non solo non colma quel ritardo, ma sceglie consapevolmente di aggravarlo”. Insorge anche il segretario di Più Europa Riccardo Magi: “La maggioranza ha di fatto abolito l’educazione sessuoaffettiva nelle scuole”, afferma, ricordando che “nella legge di bilancio 2024 fu approvato un mio emendamento anche con i voti della maggioranza che stanziava fondi” per quella finalità, ma poi quelle risorse sono state riorientate altrove.