Il 2024 è stato caratterizzato, anche per il settore della vendita del gas, dalla fine del Servizio di tutela gas per i clienti domestici non vulnerabili che dal 1° gennaio 2024 sono transitati nel mercato libero. Mercato libero che resta più costoso rispetto a quello riservato ai clienti vulnerabili, con un prezzo finale medio pari a 114,9 c€/m³ contro i circa 100 c€/m³. E anche per quanto riguarda l’elettricità, il mercato libero presenta nuovamente valori superiori al servizio di maggior tutela, per tutte le classi di consumo.
Al 1° gennaio 2025, il prezzo dell’energia elettrica per un consumatore domestico (vulnerabile) residente in maggior tutela, con consumi annui di 2.000 kWh e 3 kW di potenza, è pari a 28,21 c€/kWh al netto delle imposte e a 31,28 c€/kWh al lordo delle imposte, mentre per il Servizio a tutele graduali questi valori sono pari a 22,33 c€/kWh e 24,81 c€/kWh.
A certificarlo sono i dati presenti nella Relazione annuale dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – ARERA. La fine dei servizi di Tutela nei settori dell’elettricità e del gas per i clienti non vulnerabili ed esauritisi quasi tutti gli effetti degli interventi governativi a sostegno delle famiglie in difficoltà economiche per compensare i forti aumenti delle bollette registrati nel 2022, la “povertà energetica” sta piegando molte famiglie. Nel confronto con i principali Paesi di riferimento, i prezzi più alti si confermano quelli pagati dalle famiglie tedesche (41,13 c€/kWh), seguite da quelle italiane (35,70 c€/kWh), francesi (28,03 c€/kWh) e spagnole (26,26 c€/kWh). Stessa classifica per i prezzi netti, cioè senza oneri e imposte, che in Italia risultano del 14% superiori alla media dell’Area euro (25,92 c€/kWh vs 22,73 c€/kWh). “I prezzi finali pagati dalle famiglie italiane, precisa l’ARERA, continuano a essere penalizzati dalle componenti di oneri, imposte e tasse il cui incremento del 28% ha annullato le riduzioni registrate dalla componente energia e dai costi di rete. Nel confronto internazionale, la componente fiscale italiana risulta essere la più elevata, superiore a quella della Francia (+51%), della Spagna (+36%), e della media dell’Area euro (+18%)”.
Per quanto riguarda i prezzi dei clienti non domestici, nel 2024, i prezzi dell’energia elettrica hanno mostrato una discesa, di diversa intensità in quasi tutti i Paesi europei, con una contrazione del 14% per la media dell’Area euro che ha visto oscillazioni tra il -2,7% della Germania e il – 20,2% della Francia. Anche il prezzo lordo, comprensivo di oneri e tasse, pagato dalle imprese italiane è diminuito passando da 28,9 a 26,52 c€/kWh (-8,3%). “Tuttavia, annota l’ARERA, l’Italia ha nuovamente perso competitività rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei (+ del 24% rispetto alla media dell’Area euro) principalmente a causa dell’aumento della componente relativa a oneri, imposte e tasse (+15%), passata da 8,5 c€/kWh nel 2023 a 9,8 c€/kWh nel 2024. Questa componente rappresenta oggi la più elevata tra i Paesi analizzati con un +134% rispetto alla Francia e +65% rispetto alla media dell’Area euro”.
La Relazione dell’Autorità si occupa anche di monitorare la qualità dei servizi erogati dalle imprese: per quanto riguarda il rispetto degli indicatori della qualità commerciale dei servizi di vendita del settore elettrico, lo scorso anno le imprese hanno ricevuto 298.690 reclami scritti e gli indennizzi automatici per il mancato rispetto degli standard sono stati prevalentemente erogati per ritardi nei reclami scritti. In totale, sono stati corrisposti indennizzi per oltre 1,1 milioni di euro nel 2024 per lo più destinati a clienti domestici nel mercato libero. Nel 2024, sono stati ricevuti invece 202.784 reclami scritti da parte delle imprese di vendita del gas, in aumento rispetto all’anno precedente (19,5%), con l’83,3% proveniente da clienti domestici nel mercato libero. Gli indennizzi riconosciuti sono stati 21.134 e la maggior parte dei quali per il mancato rispetto dei tempi di risposta ai reclami scritti, con un totale di oltre 922.000 euro erogati. Per quanto riguarda il servizio di conciliazione vi sono state 34.564 domande (+6% rispetto al 2023) ed è stata di circa 21 milioni di euro la “compensation”, ossia il corrispettivo economico ottenuto dai clienti o utenti finali mediante l’accordo di conciliazione (sotto forma di valore recuperato anche rispetto al valore della controversia oppure di rimborsi, indennizzi, ricalcolo di fatturazioni errate, rinuncia a spese e interessi moratori ecc.).
“La Relazione annuale di ARERA al Parlamento, ha sottolineato Federconsumatori, rivela un quadro in cui permangono forti criticità e squilibri, su tutti i fronti. Con l’abbandono del mercato tutelato è emerso, come avevamo previsto, che questa scelta non solo non ha prodotto vantaggi concreti per i consumatori, ma al contrario ha alimentato abusi, pratiche commerciali scorrette e disparità tra aziende e cittadini, con le prime che continuano a far valere il loro strapotere sugli utenti, spesso non sufficientemente informati. Per questo riteniamo fondamentale rafforzare i sostegni alle famiglie, a partire dal potenziamento dei bonus sociali e dalla lotta alla povertà energetica, che rischia di avere una portata che va ben oltre i dati ufficiali. È necessario, inoltre, mettere in atto la promessa ma mai attuata riforma degli oneri di sistema. Per garantire una maggiore correttezza delle tariffe e arginare l’impatto dei fenomeni speculativi è indispensabile, poi, tornare a parlare del disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica”.
26/06/2025
da Pressenza